giuliana, sgrena
La notizia è stata data dalla televisione del Qatar Al Jazeera e confermata nel tardo pomeriggio di venerdì dalla redazione del Manifesto. La gioia per la liberazione della giornalista è stata tuttavia subito offuscata dalla notizia della uccisione di Nicola Calipari, funzionario dei servizi italiani che aveva gestito l'operazione del rilascio di Giuliana. Il convoglio di auto che stava portando Giuliana Sgrena all'aeroporto di Baghdad è stato infatti attaccato - per cause ancora da chiarire - dai militari americani che lo hanno fatto oggetto di centinaia di colpi di arma da fuoco, uccidendo Calipari e ferendo la Sgrena insieme ad un altro militare italiano. Nella mattinata di sabato la giornalista del Manifesto - che sta bene ma dovrà probabilmente subire un intervento per le ferite riportate nella sparatoria - è potuta finalmente rientrare in Italia.
Pochi istanti dopo la liberazione di Giuliana, quanto avvenuto sulla strada per l'aeroporto ci ha riportato bruscamente alla realtà di un incubo che non è ancora finito. La gioia effimera per la sua liberazione è infatti ora funestata dalla morte di uno dei suoi liberatori, Nicola Calipari, e quanto avvenuto non fa che accrescere l'inquietudine per la situazione di un Paese che è stato fatto precipitare in una guerra condotta con metodi efferati da tutte le parti coinvolte.
In questo momento il nostro pensiero è rivolto alla famiglia di Calipari, mentre resta l'angoscia per la sorte di Florence Aubenas, Hussein Hanoun Al-Saadi e di tutti gli ostaggi della guerra irachena.
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