Civitas si apre ai Balcani, grazie ad Osservatorio. I motivi di questa scelta
Questo progetto segna un passaggio importante nel percorso di Civitas, la Mostra Convegno della Solidarietà e dell'Economia Sociale e Civile: dopo una fase di forte e necessaria testimonianza di natura etico - culturale, oggi non si può eludere la sfida del dialogo con i territori che, nella loro unicità, testimoniano di un'altra economia possibile. Un processo "dall'impresa sociale alla socialità dell'impresa", in un'azione che investe la qualità delle produzioni, del lavoro e dei consumi.
Insieme, è la sfida dell'Europa, in grado di mettere in campo la propria
tradizione di civiltà, di presidio dello stato di diritto, di spazio di libertà e di etica sociale. Un'Europa che vuole vivere nella tradizione laica e cosmopolita delle sue città, nell'irriducibilità dei suoi territori, che resistono all'appiattimento e alle dinamiche dello spaesamento, proponendosi come soggetti forti nello spazio globale. Un'Europa dei municipi e delle comunità, che vede nelle autonomie locali e nelle loro reti la costruzione di una reale democrazia partecipativa.
Cittadinanza europea, dunque, come progetto per un'Europa che si
misuri sul tema decisivo dell'allargamento dei confini e della ricerca di un'identità comune. Un'Europa che affronti anche il nodo dell'integrazione della sua anima sud-orientale, i Balcani. Per non restare un'entità dimezzata e non chiudere le porte a culture importanti, che pure le appartengono.
Pensiamo a Civitas 2004 come agorà della cittadinanza europea. Come contributo alla conoscenza reciproca attraverso quelle esperienze di economia sociale e di relazioni che si sono intessute in Europa in particolare lungo il Danubio e fra le sponde del Mediterraneo.