Kofi Annan legge davanti al Consiglio di Sicurezza ONU la relazione annuale sullo stato dell'arte in Kossovo e sull'operato della missione delle Nazioni Unite. All'insegna di un moderato e dovuto ottimismo.
Una relazione dettagliata dell'attività dell'UNMIK nel 2003. E' quella tenuta lo scorso 26 gennaio da Kofi Annan al Consiglio di Sicurezza. Emerge un Kossovo che procede lentamente, tra le divergenze quotidiane di vedute tra autorità provvisorie albanesi e comunità internazionale e le levate di scudi della comunità serba. Il fatto più rilevante dell'anno è - secondo Kofi Annan - l'annuncio della creazione di un meccanismo per valutare i progressi delle Istituzioni Provvisorie di auto-governo kossovare rispetto al raggiungimento degli standard, premessa imprescindibile per dibattere sullo status finale della regione.
"Il dieci dicembre il mio Rappresentante Speciale ed il Primo ministro kossovaro hanno lanciato il documento 'Standards for Kosovo'", ricorda Annan "... documento trovato però inaccettabile da Belgrado secondo il quale sono state troppo limitate le consultazioni che hanno portato alla sua stesura ed inoltre quest'ultimo minerebbe la struttura della risoluzione 1244 ONU". Insomma, il dialogo Pristina-Belgrado è sentito come la questione più importante del 2003, ma si ammette l'impasse. Nella relazione annuale non lo si chiarisce direttamente, ma non si fa nulla per nasconderlo.
La sensazione che si ha leggendo l'intervento di Annan è quella di una comunità internazionale che è obbligata a palesare ottimismo, ma non riesce a nascondere un senso di scoramento e difficoltà. "La redazione di proposte di legge è andata via via migliorando ... ma su questioni cruciali quali quelle degli standard, del dialogo con Belgrado e delle privatizzazioni la definizione di politiche manca di un'adeguata preparazione e documentazione". "Il funzionamento dell'Assemblea del Kossovo è lentamente migliorato ... ma in alcune occasioni l'Assemblea si è pronunciata su temi che sono fuori dalle sue competenze (e il Rappresentante Speciale è intervenuto a censurarle n.d.r)". "Un trend modestamente positivo si è intravisto per quanto riguarda il funzionamento delle municipalità ... ma molto resta da fare ... le minoranze hanno un impatto minimo sui processi di presa di decisione nelle municipalità". Alcuni progressi moderati, quindi, e molti ma.
Molte righe dell'intervento del Segretario Generale delle Nazioni Unite sono dedicate alla lotta al crimine. Anche in questo caso, pur individuando un trend di miglioramento rispetto alla situazione drammatica del 1999, il Kossovo è ancora descritto come una provincia insicura, soprattutto per chi appartiene a comunità minoritarie. "A metà anno vi è stato un aumento radicale delle violenze nei confronti delle minoranze ... e negli ultimi tre mesi del 2003 si è verificato un aumento preoccupante dei crimini commessi nei confronti dei membri della Kosovo Police Service (KPS)" afferma Kofi Annan "questo potrebbe essere conseguenza del fatto che questi ultimi stanno approfondendo le loro indagini negli affari del crimine organizzato oppure potrebbe trattarsi di regolamenti di conti tra fazioni della criminalità albanese-kossovara". Viene invece notato il decremento considerevole delle dimostrazioni pubbliche. "Solo 24 tra ottobre e dicembre, poche rispetto alle 79 tra giugno ed agosto" e la progressiva sostituzione degli agenti internazionali con agenti locali in seno ai KPS; 5704 locali contro i 3689 internazionali.
Sui rientri delle minoranze si afferma che nel 2003 vi sono stati 3629 rientri dei quali 1487 di serbi, 1380 di rom/ashkali, 377 di bosniaci, 133 di gorani e 245 di albanesi-kossovari. "La percentuale di rientri è in continuo aumento anche se questi ultimi rimangono in termini assoluti bassi". E poi una constatazione pessimista: "Né le scuole rom né quelle serbe prevedono l'insegnamento dell'albanese, le scuole albanesi non hanno programmato alcun insegnamento nelle lingue delle minoranze. Se questo continuerà a verificarsi anche nel futuro la prossima generazione sarà ulteriormente divisa dall'incapacità di capire la lingua delle altre comunità".
Se le relazioni tra le comunità del Kossovo non sono granché migliorate anche la situazione economica permane del tutto incerta. "Quella del Kossovo rimane l'economia più povera di una regione povera" si afferma nel rapporto "la crescita è ancora legata a due fattori: gli aiuti internazionali e le rimesse dall'estero degli emigrati ... la disoccupazione si attesta sul 50-60% della forza lavorativa kossovara". Ciononostante è aumentato il gettito fiscale, in gran parte però legato non alle imposte ma alle tasse doganali ed alle accise.
In questi giorni gli editoriali pubblicati dai maggiori quotidiani kossovari sono meno "politically correct" del Segretario Generale. C'è chi insiste sul fatto che il ruolo dell'UNMIK debba essere rapidamente rivisto. Chi afferma che Holkeri sarà l'ultimo Rappresentante Speciale e che l'UNMIK si ritirerà presto dal Paese perché le "istituzioni kossovare si sono dimostrate sufficientemente mature". Chi invece nota l'inefficienza dimostrata da queste ultime, in particolare dall'Assemblea del Kossovo. Intanto Jean-Christian Cady, vice di Holkeri, in una conferenza tenutasi a Stoccolma, ha sottolineato come il Kossovo possa essere un esempio di cosa la comunità internazionale può fare per bloccare la pulizia etnica. Un sorriso per favore, siamo in onda ...
d.s
Vai al rapporto del Segretario Generale ONU:
Report of the Secretary-General on the Interim Administration in Kosovo