Porto di Ancona

Porto di Ancona (Enrico Matteucci/flickr)

Il porto di Ancona è nel cuore degli scambi tra le due sponde dell'Adriatico. Un'intervista a Rodolfo Giampieri, presidente dell'Autorità portuale della città marchigiana

13/02/2017 -  Matteo Tacconi

La maestosa Loggia dei Mercanti, risalente al ‘400, cuore delle contrattazioni commerciali dell’epoca, si affaccia contemporaneamente su città e porto, collegando le due dimensioni naturali di Ancona: mare e pietra.

Poco oltre, lato porto, c’è la sede dell’Autorità portuale di Ancona. Lo scalo marchigiano, se visto dall’alto, dal colle del Guasco, su cui si erge il Duomo, non impressiona per le dimensioni. Ma in ambito adriatico, dove i porti non hanno di certo massa enorme, ha la sua importanza. È l’infrastruttura di riferimento per il medio adriatico e ha una vocazione internazionale, grazie all'importante traffico passeggeri e merci, assicurati da collegamenti con Durazzo in Albania, Zadar e Spalato in Croazia, e Igoumenitsa e Patrasso in Grecia. Per l’export di quest’ultima, è la porta girevole sull’Europa continentale.

Ancona è anche la città dove ha sede il Segretariato permanente dell’Iniziativa adriatico-ionica, che cura le regia dell’omonima Macroregione, lanciata poco più di due anni fa.

Di tutto questo – di porto, mare e Macroregione – abbiamo discusso con Rodolfo Giampieri, presidente dell’Autorità portuale di Ancona. Che non si chiama più così, a dire il vero. Di recente è entrata infatti in vigore una riforma che creato macro-aggregazioni regionali, nell’ottica di superare i campanilismi del mare. Quella di cui Ancona è capofila – l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale – comprende i porti di Pesaro, Falconara, la stessa Ancona, San Benedetto del Tronto, Pescara e Ortona.

“Viene così a crearsi una banchina virtuale di 250 chilometri dove ogni porto può far valere le sue caratteristiche, e ovviamente i risultati finali non dovranno essere la sommatoria di quelli raggiunti da ognuno di essi”, sostiene Giampieri che, in quest'intervista, spiega le caratteristiche del Porto di Ancona, le prospettive per la Macroregione Adriatico-Ionica e il pilastro culturale che a suo avviso dovrà accompagnare questo progetto, affiancandosi alla necessità di cooperazione economica.

La video-intervista:

 

Le immagini utilizzate nella video interista sono state gentilmente concesse da Ruben Lagattolla e Filippo Biagianti, autori del mini-doc “Mare dentro” (2015), sul Porto di Ancona.