Marco Calgaro, Vicesindaco di Torino, in questo suo intervento scritto per il meeting "Città solidali tra localizzazione e globalizzazione" (28 gennaio-1 febbraio, Torino) illustra le politiche della città in merito alla solidaridarietà internazionale.
Un anno dopo il seminario "La cooperazione internazionale della Città di Torino per la pace e lo sviluppo in un mondo interdipendente" (Torino, 19 gennaio 2002), l'Amministrazione ha deciso di ribadire con forza il suo impegno politico, promuovendo e sostenendo l'organizzazione di una settimana di incontri e scambi di esperienze tra città del mondo. Si tratta di un appuntamento di grande rilevanza nel quadro del programma avviato nel 2002, con l'obiettivo di rilanciare e rafforzare Torino nella cooperazione internazionale delle città.
Il ruolo della Città di Torino
Il Comune di Torino, nel quadro delle competenze stabilite dalle norme nazionali, europee e internazionali, ha deciso di condurre una politica di cooperazione internazionale per la difesa e la promozione dei beni pubblici globali e locali: la creazione di una pace fondata sulla giustizia sociale, sul rispetto della libertà e dei diritti umani, in particolare dei bambini e delle donne, su uno sviluppo sostenibile. Obiettivi politici sempre più strettamente legati alla costruzione di condizioni di sicurezza sociale ed economica a livello internazionale e locale, al Nord e al Sud del mondo.
Ciò appare tanto più rilevante oggi, considerando il momento difficile che sta vivendo la nostra città. Torino ha bisogno di far fronte alla crisi e di crescere attraverso una maggiore presenza internazionale, moltiplicando le occasioni di scambio, sfruttando le opportunità emergenti, confrontando i problemi e le soluzioni con le città di altri paesi.
Le città devono cercare di riappropriarsi del proprio destino nello scenario dinamico della globalizzazione, coagulando le capacità dei soggetti del territorio nell'affrontare le sfide e le opportunità internazionali che le coinvolgono, in modo più o meno differenziato e interdipendente. Torino può trasformarsi attraverso una rafforzata politica di cooperazione internazionale con altre città, del Nord e del Sud, scoprendo nuove modalità di scambio e di collaborazione reciproca per la salvaguardia dei beni pubblici, dei diritti umani, della sicurezza sociale ed economica.
Il ruolo politico che intende svolgere la Città si fonda sul principio della sussidiarietà verticale ed orizzontale. Ciò significa:
sviluppare i rapporti internazionali nel quadro della politica estera nazionale e della politica estera per la sicurezza comune dell'Unione Europea, e quindi relazionarsi con le altre Città italiane ed europee, le comunità dei paesi del Sud, gli Organismi nazionali e internazionali;
valorizzare al massimo le risorse del territorio, le capacità e le eccellenze del mondo della solidarietà, dell'educazione e della ricerca, dell'imprenditoria; conoscere, dialogare e concertare con i diversi soggetti del territorio il suo programma di azione; creare quindi un sistema aperto di soggetti, favorire sinergie tra i diversi attori, moltiplicare le risorse; capitalizzare le esperienze, le conoscenze e il saper fare cooperazione internazionale, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie della comunicazione, diffondendole il più possibile in modo da superare il pericolo del digital divide, e quindi creare un sistema intelligente a supporto della cooperazione internazionale della Città.
La Città di Torino fa riferimento ai principi generali della politica di cooperazione internazionale stabiliti dall'Unione Europea. Nella cooperazione occorre adottare un approccio coerente e integrato tra le sfere della politica, del sociale, dell'economia e dell'ambiente. Una grande attenzione deve essere dedicata alle tematiche trasversali: diritti umani e democrazia (partecipazione), rafforzamento istituzionale, donne e infanzia (pari opportunità), ambiente (sviluppo sostenibile). In questo quadro la priorità politica è la lotta alla povertà e all'esclusione sociale.
Filoni strategici d'azione
In particolare, nel 2002 la Città di Torino ha individuato tre filoni strategici di azione.
L'educazione all'intercultura e alla convivenza, per diffondere una consapevolezza profonda dell'interdipendenza che lega il nostro territorio alle diverse comunità internazionali, mostrando perché e come la qualità della nostra vita personale e collettiva sia sempre più vincolata agli avvenimenti internazionali e alle condizioni di vita di comunità apparentemente lontane.
Cooperazione e immigrazione, per accompagnare le politiche d'integrazione degli immigrati con una politica di cooperazione internazionale verso i paesi di provenienza, in un'ottica di co-sviluppo e di governo dei flussi.
Cooperazione e sviluppo locale, attraverso la definizione di partenariati internazionali tra le città diretti prioritariamente alla lotta alla povertà, alla promozione della democrazia e dei diritti umani, secondo i principi generali dianzi ricordati, mutuati dall'Unione Europea.
Come previsto, la Città di Torino ha fatto seguito a questi indirizzi con l'aumento delle risorse di bilancio destinate alla cooperazione internazionale: nel 2002 sono stati investiti circa 790.000 euro, raddoppiando quanto speso negli anni precedenti. Ma la moltiplicazione delle risorse più importante deve avvenire con la strategia di valorizzazione delle capacità del territorio prima evidenziata, scopo di questa settimana di incontri e scambi, e dei programmi di cooperazione a medio termine che si intendono avviare con le diverse Città del Sud. La promozione della cooperazione internazionale tra le città deve infatti essere intesa come promozione dei sistemi di attori, competenze e conoscenze presenti nei territori. I rapporti devono crescere in densità, diversità, durevolezza.
Orientamenti politici
La Città di Torino ha intrapreso relazioni con più di 20 Municipalità di Paesi del Nord e del Sud. Alcune di queste relazioni hanno dato luogo a gemellaggi attivi, protocolli d'intesa, attività di cooperazione. In alcuni casi i rapporti tra le Amministrazioni hanno seguito e sono stati evocati dall'intraprendenza delle organizzazioni sociali dei rispettivi territori. Si ricordano le cooperazioni con Gaza nei Territori Palestinesi e Haifa in Israele, con Breza in Bosnia Erzegovina e Kragujevac in Serbia, con Scutari in Albania, con Casablanca e Khouribga in Marocco, con Ouagadougou in Burkina Faso e Praia nelle Isole di Capo Verde, con Cordoba in Argentina e Quetzaltenango in Guatemala, con Campo Grande e Salvador de Bahia in Brasile, con Barcellona in Spagna, Chambéry, Lione e Lille in Francia, Ginevra in Svizzera, Colonia in Germania, Rotterdam in Olanda.
E' giunto il momento di rafforzare la sistematicità di questi rapporti, definendo programmi di collaborazione a medio periodo. Per questo la Città di Torino propone le seguenti indicazioni politiche, frutto di orientamenti che vengono dalle valutazioni dell'Unione Europea sulla cooperazione decentrata.
Il fondamento dei partenariati di cooperazione internazionale tra le Città è il dialogo politico, che deve svolgersi nel quadro della sussidiarietà verticale e di quella orizzontale.
Il dialogo politico presuppone il rispetto del principio della "ownership". Le politiche di cooperazione devono essere sentite come proprie dalle amministrazioni e dalle comunità locali. Questo è un principio essenziale per la sostenibilità delle azioni. L'attenzione ai contesti locali rappresenta una lezione tradizionale della cooperazione internazionale. Purtroppo a volte questa lezione è svuotata in pratiche superficiali di analisi dei bisogni e di attività progettuali. Da questo punto di vista la cooperazione decentrata, in quanto fondata su un processo durevole di dialogo politico, dovrebbe garantire una maggiore partecipazione attiva delle comunità locali, una loro maggiore responsabilizzazione, e quindi una migliore corrispondenza ai bisogni.
In questo senso si rende necessario il passaggio da un approccio per progetti a un approccio per processo. Si tratta di un salto di qualità politico: dalla limitatezza episodica e operativa dei progetti, delle cose da fare, a un processo di dialogo politico e programmatico durevole tra soggetti protagonisti dello sviluppo.
Di grande importanza sono il rafforzamento istituzionale e la good governance (concertazione), con una particolare attenzione alla dialettica tra le Amministrazioni locali e i diversi soggetti del territorio. Possono essere individuati progetti particolari diretti a questi temi, ma a monte deve sostenersi lo stesso processo di dialogo politico. Risulta di conseguenza necessario definire modalità e attività per appoggiare e accompagnare le capacità istituzionali di gestire la concertazione della cooperazione. E' possibile creare tavoli permanenti di concertazione o coordinamento, sia nelle Città del Sud sia nelle Città del Nord, tra loro connessi. A seconda del contesto andranno definiti i ruoli politici e tecnici, e il rapporto di sussidiarietà orizzontale tra le Amministrazioni e i soggetti del territorio. In tal senso la Città di Torino intende rafforzare lo strumento dei tavoli permanenti per la definizione, il monitoraggio e la verifica dei programmi di cooperazione a medio termine. Un passo ulteriore può essere la costituzione di tavoli misti tra le Amministrazioni e i rappresentanti dei soggetti del territorio torinese e della città con cui si coopera. Questi tavoli possono riunirsi periodicamente per verificare e riprogrammare i protocolli di intesa e per approfondire il processo del dialogo politico.
E' necessario che questi strumenti siano aperti e stimolino la valorizzazione delle diversità dei saperi dei territori. La ricchezza delle diversità deve trovare naturalmente dei punti di sintesi nel quadro del programma di cooperazione, affinché vi siano complementarietà e coerenza nelle azioni di collaborazione. Uno dei principi generali della cooperazione evidenziati sottolinea infatti l'esigenza di assumere un approccio coerente e integrato nella politica di cooperazione. La lotta alla povertà e all'esclusione sociale passa non solo attraverso prioritari progetti specificamente diretti alle fasce deboli della popolazione, ma anche attraverso un coerente piano di crescita e trasformazione equa e sostenibile delle relazioni economiche. Si ricorda a tale proposito che la politica dell'Unione Europea ha scelto, tra i filoni strategici di azione, il legame tra commercio e aiuto. Allo stesso modo, la Città di Torino intende rafforzare la partecipazione coerente dei soggetti sociali ed economici del suo territorio nei rapporti di collaborazione con le città dei paesi del Sud.
Un altro aspetto politico da rimarcare è la necessità di elevare i rapporti di reciprocità tra le città del Nord e del Sud. Ciò significa in particolare aprire i nostri mercati e le nostre economie ad un maggior rapporto di scambio con i piccoli imprenditori e artigiani del Sud, valorizzando e arricchendo le esperienze del commercio equo e solidale, del turismo responsabile, del cooperativismo, dei servizi alla persona del terzo settore. Si ribadisce in questo campo l'importanza della diversità delle esperienze, che dovrebbe dare luogo ad uno sforzo di circolarità delle conoscenze e delle buone pratiche. Sono ipotizzabili operazioni di triangolazione della cooperazione tra città del Nord e del Sud, la creazione di tavoli trasversali o tematici, la realizzazione di appuntamenti per rafforzare le collaborazioni tra città italiane, europee e dei paesi del Sud.
Un'altra iniziativa che la Città di Torino intende perseguire è un maggiore coordinamento tra le Città italiane che cooperano con le stesse Città del Sud, sia per integrare al meglio i diversi programmi e non defatigare le Città del Sud in molteplici rapporti e negoziazioni di cooperazione, sia per avviare un utile scambio di conoscenze sulle buone pratiche. Da questo punto di vista si rafforza la tesi che vede il ruolo centrale delle Amministrazioni locali e dei tavoli di concertazione delle Città del Sud quali punti di coagulo e di sintesi programmatica dei rapporti di cooperazione. In tal senso, ad esempio, il Comune di Torino ha accettato di appoggiare il Comune di Scutari nel rafforzare il suo ruolo di coordinatore dei diversi rapporti e programmi di cooperazione che intrattiene con i diversi soggetti italiani.
Un secondo salto di qualità politico, corollario del precedente, è il passaggio da un approccio per progetto a un approccio per programmi. Si tratta di fondare la sostenibilità della cooperazione non solo sulle dimensioni tecniche ed economico-finanziarie delle singole azioni, ma soprattutto sul dialogo e sull'impegno politico delle Amministrazioni e dei soggetti del territorio. L'accordo politico tra le città del Nord e del Sud e il dialogo sui programmi a medio termine da concretizzare attraverso l'individuazione e realizzazione delle diverse azioni di cooperazione è il processo da mettere in atto. Per questo è importante la connessione viva della Città di Torino e dei suoi tavoli permanenti con i governi e le comunità locali delle città del Sud. E' essenziale che il dialogo parta da un confronto sulle politiche sociali, economiche ed ambientali per poi passare alla identificazione ed esecuzione di programmi di medio termine e di progetti coerenti e integrati.
Ciò significa peraltro legare la cooperazione decentrata ai piani nazionali e ai programmi degli Organismi Multilaterali che sostengono lo sviluppo delle Città del Sud. I tavoli permanenti torinesi dovranno allora confrontarsi, a sostegno delle Amministrazioni delle Città del Sud, con la Cooperazione Italiana e gli Organismi Multilaterali. Nonostante le linee guida sulla cooperazione decentrata definite dal Ministero Affari Esteri esplicitino l'intenzione di aprire tavoli di confronto, finora quest'intenzione è rimasta sostanzialmente inapplicata. Sarà allora compito del Comune di Torino, in concertazione con le Autonomie locali italiane più impegnate nella cooperazione, chiedere al Ministero Affari Esteri un avvio concreto di quanto previsto.
Metodologia
Considerati gli orientamenti precedenti è possibile indicare una metodologia del processo di partenariato tra la Città di Torino e le Città del Sud.
L'attenzione al contesto locale e il principio della ownership esigono che si parta dall'analisi dei bisogni e delle opportunità di cooperazione definite dalle comunità locali del Sud. La presentazione delle politiche sociali, economiche e ambientali delle Amministrazioni locali, l'ascolto delle rivendicazioni delle fasce più deboli, l'analisi dei legami con le politiche nazionali e degli Organismi Multilaterali, lo studio di buone pratiche, sono elementi importanti per l'avvio del processo di dialogo politico.
La Città di Torino deve impegnarsi nella ricerca del suo valore aggiunto per la cooperazione internazionale con le Città del Sud. Si tratta di individuare e valorizzare le competenze del territorio e di individuare tematiche forti che rispondano alle domande di cooperazione delle Città del Sud e che offrano nuove prospettive di crescita comune. Si tratta in particolare di aprire maggiormente Torino agli scambi e alle iniziative che provengono dal Sud.
E' possibile pensare alla creazione di una borsa delle opportunità di scambio e cooperazione, ad un fitto scambio di conoscenze, esperienze, capacità della maggior parte possibile dei soggetti dei territori delle Città del Sud con Torino. Questo potrebbe concretizzarsi in grandi eventi culturali, di scambi economici, di approfondimento di tematiche sociali ed ambientali, così come in programmi strutturati di cooperazione tra scuole, associazioni sociali ed economiche.
Su queste basi potranno essere concertate le priorità della cooperazione decentrata tra Torino e le Città del Sud, da tradursi in programmi pluriennali settoriali e tematici, su cui vi sia la possibilità di innescare utili sinergie con le politiche nazionali e multilaterali. In questi programmi di medio termine, attraverso il lavoro dei tavoli, andrà introdotto il valore aggiunto di Torino, le competenze e le capacità dei soggetti del territorio. I diversi soggetti potranno allora identificare le singole attività da realizzare, in accordo con i partner locali. Allo stesso tempo sarà utile poter individuare e negoziare legami e opportunità di collaborazione con i governi nazionali e gli Organismi Multilaterali. Un ruolo importante potrà essere svolto dalle Amministrazioni locali, legittime rappresentati delle aspirazioni a una migliore qualità di vita delle cittadinanze.
In questo processo e nel quadro dei diversi programmi, la Città di Torino ha intenzione di investire su alcune idee forti a supporto della cooperazione con le Città del Sud, che potrebbero ad esempio concretizzarsi nella creazione di un polo di eccellenza nella formazione per la cooperazione allo sviluppo, che sappia rafforzare e integrare istituzioni e iniziative del territorio, favorendo la loro internazionalizzazione. Altre suggestioni potrebbero proporre la Città di Torino quale luogo di analisi e confronto sulla tematica della cooperazione internazionale per la gestione dei flussi migratori, così come sullo sviluppo dell'e-government.
Il lavoro dei tavoli per la programmazione e la verifica delle azioni, e per l'identificazione e la realizzazione dei progetti, ha bisogno di procedure di gestione e di finanziamento agili e semplici. La cooperazione decentrata si concretizza infatti in molteplici attività flessibili in quanto oggetto del processo di dialogo e dei mutamenti del contesto locale. Queste attività non possono essere irrigidite nei tradizionali schemi progettuali. Assume perciò grande importanza il rapporto fiduciario delle Amministrazioni con i soggetti del territorio. Il Comune di Torino intende verificare quali nuove procedure sia possibile attivare.
Allo stesso modo, è importante avviare una riflessione per individuare procedure partecipative di monitoraggio e valutazione dei progetti, ma soprattutto, a monte, programmi a medio termine di cooperazione. L'esercizio valutativo nella cooperazione decentrata dev'essere indirizzato all'apprendimento reciproco delle buone pratiche e dei migliori processi di dialogo politico e di good govenance.
Il lavoro dei tavoli suppone un rilevante impegno di accompagnamento del processo di dialogo politico, di analisi e definizione dei programmi, di supporto all'individuazione delle azioni. A tale riguardo è possibile prevedere che l'Amministrazione di Torino si giovi delle conoscenze e delle capacità di diversi soggetti del territorio che da anni lavorano con i partner locali delle Città del Sud. Un ruolo importante può essere svolto dal Comitato "Cittadella delle Civiltà", che - d'intesa con la Città di Torino - si propone di valorizzare la collaborazione con tutti i soggetti che sul territorio cittadino sono interessati a concertare, programmare e valutare prospettive e progetti per favorire la pace e lo sviluppo, proponendosi quale servizio operativo per la Città e per i partner del Sud. Attualmente la "Cittadella delle Civiltà" è promossa da otto Organismi Non Governativi torinesi da tempo impegnati in azioni di cooperazione internazionale, solidarietà ed educazione interculturale: APS, CCM, CICSENE, CISV, LVIA, MAIS, MSP, RETE.
Infine, un impegno speciale dovrà essere dedicato alla comunicazione, per dare visibilità alla politica della Città di Torino e ai soggetti del territorio attivi nella cooperazione internazionale. Occorrerà dotarsi di un piano e di strumenti di comunicazione, prendendo spunto dalle esperienze di altre Città, come ad esempio Barcellona.
Questi orientamenti approfondiscono e rafforzano l'impegno politico della Città di Torino per la cooperazione internazionale, rilanciato nel 2002. Ora spetta ai soggetti del territorio partecipare da protagonisti nell'elaborazione dei programmi di cooperazione a medio termine con i partners delle Città del Sud. L'Amministrazione è presente con la sua politica e intende assumere anch'essa un ruolo protagonista nei rapporti con le Amministrazioni delle Città del Sud. L'auspicio è che lo spirito di iniziativa e di cooperazione di tutti i soggetti sappia dare contenuti e offrire soluzioni efficaci per uno sviluppo equo e solidale delle nostre Città.
Marco Calgaro
Vedi anche:Il Trentino e la cooperazione decentrata