Dialogo Kosovo-Serbia: la rincorsa tra Ue e Usa
23 june 2020
L'inviato Ue per il dialogo Serbia-Kosovo Miroslav Lajčák si è recato ieri a Belgrado, all'indomani delle elezioni, dove non ha mancato di congratularsi con Aleksandar Vučić per la schiacciante vittoria.
Dopo la sua visita a Pristina la scorsa settimana, il diplomatico slovacco intende rimettere in gioco l'Unione europea, dato che Aleksandar Vučić e il suo omologo kosovaro Hashim Thaçi sono stati "convocati" sabato 27 giugno alla Casa Bianca da Richard Grenell, l'inviato di Donald Trump, per discutere proprio della soluzione del loro annoso conflitto.
Miroslav Lajčák ha dichiarato di avere avuto una conversazione "produttiva e costruttiva" con Vučić, e che si è discusso dei prossimi passi da fare, di date, metodologia, modalità, priorità e aspettative per i negoziati in corso.
A pochi giorni dall'incontro di Washington prevale in ogni caso una certa confusione. Domenica sera, mentre celebrava la sua vittoria, Aleksandar Vučić ha annunciato che martedì si sarebbe recato a Mosca e che "forse" si sarebbe fermato a Bruxelles prima di andare alla Casa Bianca.
Radio Slobodna Evropa - dal canto suo - aveva sollevato la possibilità di una ripresa del dialogo diretto Kosovo-Serbia a Bruxelles venerdì 25 giugno, ma questa ipotesi è stata smentita da Vučić. Il presidente serbo ha spiegato che i rappresentanti di Serbia e Kosovo potrebbero andare a Bruxelles prima di andare a Washington, ma in giorni diversi e senza incontrarsi. Da parte sua, Lajčák ha menzionato nuovi incontri a luglio, senza specificare la data o il luogo.
Dopo l'incontro con Lajčák, Vučić ha affermato che la Serbia sostiene pienamente la prospettiva di una ripresa del dialogo sotto l'egida dell'UE, ricordando che le "prospettive europee" del paese sono in gran parte legate a questo dialogo. "Rispettiamo gli sforzi compiuti da Richard Grenell, in particolare per risolvere i problemi economici tra noi e Pristina, ma rimaniamo concentrati sul dialogo condotto sotto gli auspici dell'UE perché buona parte dei problemi che dobbiamo discutere con Pristina sono collegati al futuro europeo della Serbia”.
Lajčák ha espresso il desiderio di un accordo globale – che risolva tutte le questioni in sospeso - sottolineando al contempo l'importanza dell'impegno dell'Unione europea in materia. "Non dobbiamo dimenticare che negli ultimi dieci anni il dialogo condotto dall'Unione europea ha prodotto risultati molto importanti per i cittadini di Serbia e Kosovo e vogliamo continuare a lavorare su questo”.
Mentre Belgrado e Pristina pullulano di voci, non è chiaro quali proposte potrebbero essere fatte durante l'incontro di Washington. Fonti diplomatiche evidenziano un importante aspetto economico, un aspetto politico, ma anche la possibilità di una "ridefinizione" dei confini del Kosovo.
Link: Le Courrier des Balkans
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