Kosovo: i serbi alla prova di forza, pressioni internazionali su Pristina
8 november 2022
Diverse migliaia di persone hanno manifestato domenica pomeriggio nel centro di Mitrovica Nord su appello della Lista Srpska. Il presidente di questo partito tele-guidato da Belgrado, Goran Rakić, ha sottolineato le due richieste della comunità serba del Kosovo: la formazione (attesa dall'estate 2015) di un'Associazione di comuni a maggioranza serba del Kosovo e il ritiro della decisione del governo kosovaro sulla reimmatricolazione dei veicoli con targhe rilasciate in Kosovo dalla Serbia.
La manifestazione è stata indetta all'indomani della decisione dei rappresentanti dei serbi del nord del Kosovo di abbandonare tutte le istituzioni kosovare : il governo, il parlamento, le amministrazioni comunali, il sistema giudiziario e la polizia . Lo stesso Goran Rakić si è dimesso dalla carica di ministro delle Comunità e del Ritorno nel governo di Albin Kurti.
La decisione è stata presa sabato mattina dopo un incontro con i sindaci delle quattro municipalità serbe del Kosovo settentrionale a Zvečan. Goran Rakić ha dichiarato che il boicottaggio delle istituzioni durerà "finché Pristina non inizierà a rispettare il diritto internazionale e gli accordi raggiunti a Bruxelles".
Il primo novembre scorso il governo del Kosovo ha iniziato ad attuare il suo piano di reimmatricolazione dei veicoli, nonostante le richieste della comunità internazionale di rinviare la scadenza. Secondo il piano delle autorità kosovare, a partire dall'aprile 2023 in Kosovo dovranno essere utilizzate solo targhe RKS (Repubblica del Kosovo). Il direttore della polizia kosovara del settore settentrionale, Nenad Đurić, si è rifiutato di attuare la decisione del governo e il 3 novembre è stato sospeso. Si stima che vi siano in circolazione circa 9.000 targhe serbe KM (la sigla sta per "Kosovska Mitrovica").
Sabato, nei comuni del nord, sono stati affissi manifesti nei luoghi pubblici, invitando i cittadini a esporre la bandiera serba ovunque, anche nelle case e nelle proprietà private.
Il primo ministro Albin Kurti ha invitato domenica i serbi a interrompere il boicottaggio, ricordando loro che le leggi e la costituzione del Kosovo devono essere rispettate. I rappresentanti internazionali hanno inviato messaggi alle autorità di Pristina affinché revochino la loro decisione e chiedano la ripresa del dialogo.
L'ambasciatore statunitense a Belgrado, Christopher Hill, ha dichiarato ad esempio che gli Stati Uniti "si uniscono all'Unione Europea nel chiedere alle autorità del Kosovo di adempiere senza indugio ai loro obblighi, il che significa che il processo di reimmatricolazione dei veicoli deve essere immediatamente sospeso e con essa qualsiasi misura punitiva contro i possessori di targhe KM fino a quando le parti non risolveranno la questione delle targhe attraverso il dialogo. "Questo include anche l'avvio immediato dei negoziati per la creazione dell'Unione dei Comuni serbi, che è un obbligo legale vincolante per il Kosovo", ha aggiunto. "La continua mancata attuazione di questo obbligo da parte del Kosovo mina il principio dello Stato di diritto e danneggia la reputazione e la credibilità del Kosovo", ha concluso.
Il 5 novembre, nel giorno dell'annuncio del boicottaggio delle istituzioni serbe in Kosovo, si è pronunciato anche l'Alto rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell. Ha sottolineato che gli ultimi eventi rischiano di mettere in serio pericolo le relazioni tra i due paesi e gli anni di lavoro nel percorso di dialogo tra Belgrado e Pristina, oltre alla sicurezza nella regione. Ha invitato le parti a non prendere decisioni unilaterali e rispettare gli accordi presi.
Stesse richieste fatte due giorni dopo dal Segretario generale della NATO , Jens Stoltenberg, nel corso di due distinte conversazioni telefoniche con il presidente della Serbia, Aleksandar Vučić, e il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, onde evitare un'escalation.
Domenica sera, il presidente serbo Aleksandar Vučić ha dichiarato a Pink TV di augurarsi che "gli Stati Uniti decidano che Kfor ed Eulex assumano le competenze di polizia nel nord del Kosovo", ritenendo che questo "potrebbe portare la pace".
Link: Le Courrier des Balkans , Kossev, Radio Slobodna Evropa , Al Jazeera Balkans