A capo dell'UNMIK nominato Harri Holkeri, ex premier finlandese. Niente da fare per il candidato italiano Antonio Armellini, ritenuto debole politicamente e quello Svedese Pierre Schori, osteggiato dagli USA.
La notizia è stata data da Fred Eckhard, portavoce del segretario generale Kofi Annan, lo scorso venerdì. Il sostituto di Michela Steiner a capo dell'amministrazione internazionale del Kossovo (UNMIK) sarà il finlandese Harri Holkeri.Holkeri ha guidato il governo finlandese dal 1987 al 1991. Sul piano internazionale ha presieduto l'Assemblea generale dell'ONU ed ha partecipato al processo di pace per l'Irlanda del Nord, come membro della delegazione che con l'americano Gorge Mitchell ed il canadese John de Chastelain ha poto le basi per il cammino verso gli accordi di pace.
Holkeri, secondo un comunicato emesso dall'ONU, è stato scelto per la sua ricca esperienza politica e per la reputazione di mediatore capace di costruire un consenso ampio. Il suo mandato corrisponde con la fase dell'avvio in Kossovo dei negoziati tra albanesi e serbi che dovrebbero portare, in un futuro che ancora non appare vicino, alla definizione dello status definitivo della regione. Ed i commenti dei politici del Kossovo alla sua nomina sono stati fortemente condizionati dall'acceso dibattito in atto tra Belgrado e Pristina su quest'ultima questione. "Mi aspetto che Holkeri s'opponga alle pressioni delle lobbies internazionali che premono per l'indipendenza del Kossovo e che lavori sulla questione cruciale del rientro dei serbi e degli altri cittadini non-albanesi" ha affermato Momcilo Trajkovic, a capo della commissione del Parlamento serbo che si occupa di Kossovo.
Ibrahim Rugova, Presidente del Kossovo, ha commentato positivamente la nomina dell'ex premier finlandese e si è augurato che quest'ultimo acceleri il processo di trasferimento dei poteri dall'amministrazione internazionale alle istituzioni locali e che favorisca l'integrazione del Kossovo in Europa e la sua indipendenza. Il compito di Holkeri sarà senza dubbio difficile. La sua nomina avviene in un momento nel quale il rapporto tra l'amministrazione internazionale e parti della popolazione albanese del Kossovo si sta progressivamente deteriorando. A riprova la serie di attentati, uno dei quali mortale, che hanno colpito la regione in seguito alla condanna da parte della Corte distrettuale di Pristina, composta da giudici internazionali e locali, di quattro ex-membri dell'UCK per crimini di guerra.
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