Due settimane dopo la vittoria del “sì” al referendum sull’Unione Europea, al ballottaggio di domenica 3 novembre la Moldavia ha rieletto Maia Sandu per un secondo mandato di quattro anni. Decisivo il voto della diaspora
Domenica 3 novembre la Repubblica di Moldova ha rieletto, con oltre il 50% dei voti, Maia Sandu presidente per i prossimi quattro anni. Sandu, filo-occidentale, si è confrontata al ballottaggio con Alexandr Stoianoglo, ex procuratore sostenuto dai socialisti filo-russi.
L’affluenza alle urne è stato di poco superiore al 54%, per circa 1,7 milioni di moldavi aventi diritto di voto. Sia il referendum del 20 ottobre che le elezioni presidenziali si sono svolti sotto una pressione esercitata da Mosca in varie forme.
Dopo la mezzanotte di domenica, Maia Sandu (candidata del Partito Azione e Solidarietà - PAS-centro destra) ha annunciato da Chișinău la sua vittoria: "Moldova, sii orgogliosa di te stessa! Abbiamo ascoltato la voce dei cittadini, di chi ci ha votato e di chi non lo ha fatto" .
Sandu ha parlato anche in russo e ha promesso di essere la presidente di tutti i moldavi. Ha dichiarato di apprezzare l'atteggiamento del suo avversario, Stoianoglo, che ha fatto appello alla solidarietà e ha detto che "questa energia deve essere utilizzata" per il bene comune.
"Non c'è spazio per conflitti inutili nel futuro del nostro Paese. C’è spazio per l’unità e il rispetto reciproco. Preserviamo l'energia di questo momento e costruiamo insieme una Moldova pacifica e prospera", ha affermato Stoianoglo.
Maia Sandu ha ottenuto (dopo lo spoglio del 98,60% dei voti) il 54,91%, rispetto al 45,09% di Alexandr Stoianoglo. A livello nazionale, il candidato filo-russo è riuscito ad avere più voti (30mila in più) di Sandu, ma i voti della diaspora hanno fatto la differenza (200mila in più) e hanno contribuito in modo decisivo alla vittoria di Maia Sandu.
Si stima che oltre un milione di moldavi siano in possesso anche la cittadinanza romena. Molti di loro vivono e lavorano in paesi europei. Ad avere il passaporto romeno sono anche i due candidati che si sono sfidati al ballottaggio per le elezioni presidenziali.
Il voto della diaspora
Una significativa mobilitazione si è registrata nella diaspora. In particolare, Maia Sandu ha ricevuto un notevole sostegno da parte dei giovani e dei cittadini della diaspora, due gruppi che hanno contribuito a far pendere la bilancia a suo favore.
Complessivamente sono stati più di 300mila moldavi all'estero che hanno votato al secondo turno delle elezioni presidenziali, stabilendo un record assoluto. Ma non è stato un voto tranquillo. Lunghe code, falsi allarmi bomba, attacchi cibernetici hanno segnato questo scrutinio.
C’è stato un allarme bomba in un seggio elettorale a Bucarest, un altro a Brașov, ma anche in quattro seggi elettorali in Gran Bretagna e Germania.
D’altronde le autorità di Chișinău avevano comunicato in precedenza a diversi paesi dell’Unione Europea i timori che la Russia avrebbe cercato di ostacolare, anche attraverso falsi allarmi bomba, il voto della diaspora nei seggi elettorali fuori del paese, compresa la Romania.
Inoltre la polizia moldava sta indagando sul presunto utilizzo da parte della Russia di "trasporti aerei organizzati" verso Bielorussia, Azerbaijan e Turchia in modo che le persone che vivono in Russia potessero votare nelle missioni moldave in quei paesi.
Attacchi informatici e falsi allarmi bombaa hanno preso di mira anche le operazioni di voto all’estero, hanno affermato le autorità.
Confinante con l’Ucraina, la Repubblica di Moldova è un piccolo paese con una popolazione di circa 2,5 milioni di abitanti. Ma la sua posizione geostrategica interessa Mosca che la vorrebbe nella sua sfera d’influenza. Motivo che ha destato l’interesse del Cremlino per queste elezioni che invece confermano un orientamento verso l’UE e gli USA.
La pressione della Russia si è fatta sentire tramite i social media o il supporto a politici filo-russi, nonché pagamenti illeciti di decine di milioni di euro, scoperti dalle autorità di Chișinău.
Una delle influenze pro-russe veniva da Ilan Sor, un ex oligarca latitante condannato per frode.
Attraverso canali filo-russi, messaggi diretti o meno diretti sostenevano la tesi secondo la quale una rielezione della presidente filo-occidentale Maia Sandu, porterebbe il paese potrebbe ad un coinvolgimento maggiore nel conflitto in Ucraina.
Le reazioni
“Congratulazioni, cara Maia Sandu, per la vittoria di stasera. Ci vuole una forza rara per superare le sfide che hai dovuto affrontare in queste elezioni. Sono felice di continuare a lavorare con te. Per un futuro europeo per la Moldavia e il suo popolo", ha scritto su X la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen.
Il primo ministro della Romania, Marcel Ciolacu, ha scritto su Facebook domenica sera che la vittoria di Maia Sandu al secondo turno delle elezioni presidenziali nella Repubblica di Moldova è una prova evidente della volontà del popolo moldavo di difendere la propria democrazia e garantire il percorso verso l’adesione all’Unione Europea.
La Repubblica di Moldova ha presentato la domanda di adesione all’UE il 3 marzo 2022, pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa su larga scala dell’Ucraina, e ha ottenuto lo status di candidato il 23 giugno dello stesso anno.
Successivamente, il 14 dicembre 2023, il Consiglio europeo ha approvato l’apertura dei negoziati di adesione, iniziati ufficialmente il 25 giugno 2024. L’obiettivo dell’attuale leadership di Chișinău è che l’adesione avvenga entro il 2030.