Alla vigilia della ripresa dei lavori del Parlamento montenegrino, il capo missione dell'OSCE, Maurizio Massari, giunge a Podgorica per cercare di far cessare il boicottaggio del parlamento da parte dell'opposizione e risolvere la questione delle dirette televisive delle sedute parlamentari
Il capo della missione OSCE in Serbia e Montenegro Maurizio Massari, l'11 ottobre scorso è giunto in visita a Podgorica per parlare con i rappresentanti del Consiglio della Radio Televisione del Montenegro. Lo scopo della visita era di ottenere un accordo sulla diretta delle trasmissioni delle sedute parlamentari.
L'opposizione montenegrina sta boicottando le attività del Parlamento da quasi 18 mesi chiedendo le dirette televisive, senza interruzioni, delle sedute parlamentari. Massari ha tentato più di una volta di risolvere il problema, ma senza che fosse raggiunto un accordo tra le due opzioni opposte.
La questione è piuttosto importante, visto che il Parlamento ricomincerà con le attività il 19 ottobre. L'argomento portante dei dibattiti parlamentari verterà senz'altro sulle elezioni per il Parlamento della Unione Serbia e Montenegro (USM). Da parte dell'UE, recentemente è stato fatto notare che la modalità di elezione del Parlamento della unione statale dipende dall'accordo tra le due repubbliche (Serbia e Montenegro).
Secondo quanto riporta il quotidiano montenegrino «Pobjeda» (12 ottobre) i rappresentanti delle forze dell'opposizione montenegrina SNP (Partito socialista popolare) e SNS (Partito popolare serbo), hanno annunciato la loro partecipazione al Parlamento soltanto per il dibattito sulle elezioni.
Dal canto loro l'SNP e l'SNS hanno proposto la legge per l'elezione diretta dei rappresentanti del Parlamento della unione statale, mentre il Governo la considera sconveniente per il Montenegro, visto il numero proporzionale dei deputati montenegrini all'interno dell'unione statale.
Secondo fonti non ufficiali l'opposizione avrebbe ottenuto la promessa per le trasmissioni dirette della seduta parlamentare di ottobre. Ma l'opposizione rimane in attesa della dichiarazione ufficiale, che dovrebbe riguardare tutte le sedute, per decidere se ritornare in Parlamento. Nel frattempo l'opposizione parteciperà alla seduta del Parlamento soltanto per il dibattito sulle elezioni del Parlamento della unione statale.
Secondo il quotidiano montenegrino "Vijesti", Massari pensa che l'opposizione debba funzionare dentro le istituzioni del sistema e che sia necessario trovare il modo per far sì che vi ritornino al più presto, sopratutto ora che si discute di questioni così importanti concernenti gli interessi nazionali.
Il capo missione dell'OSCE ha dichiarato che soltanto la redazione della Radio Televisione del Montenegro può decidere in materia. Mentre, il direttore della RTV Veljko Jauković insiste sul fatto che la redazione non può prendere una decisione così importante, dal momento che quest'ultima ha una connotazione politica.
«Non abbiamo preso noi la decisione di interrompere le trasmissioni in diretta, dunque non possiamo neanche prendere la decisione del ritorno della TV in Parlamento. Non vogliamo assumerci la responsabilità del boicottaggio dell'opposizione. Al momento trasmettiamo il 92% delle sedute parlamentari e lo faremo anche in futuro », ha precisato Jauković.
Secondo il direttore della Radio Televisione, la decisione di trasmettere in diretta tutte le attività del Parlamento deve essere prescritta o dal Consiglio della Radio Televisione o dal Parlamento, mediante una modifica della legge. Ricordiamo che proprio il Consiglio della TV aveva preso la decisione di interrompere le dirette televisive.
Dall'altra parte il presidente del Consiglio della RTV Branislav Ćalić ha spiegato che il Consiglio non vede necessario un cambiamento nella politica redazionale. La redazione può decidere indipendentemente quali sedute trasmettere e quali no.
Rispondendo alla domanda se la dichiarazione di Massari - che la decisione sulle trasmissioni può essere presa soltanto dalla redazione della TV - viene letta come una pressione politica, Ćalić ha risposto che finché Massari non chiede esplicitamente le dirette delle riunioni parlamentari non possiamo parlare di pressione.
Il giorno successivo Massari ha continuato le trattative sulla soluzione della crisi parlamentare.
Il quotidiano «Vijesti» scrive che il capo missione OSCE ha avuto incontri con il Presidente del Parlamento Ranko Krivokapić, con il Primo Ministro Milo Djukanović e anche con Predrag Bulatović, il leader dell'SNP, il maggiore partito di opposizione.
I rappresentanti del Governo si sono accordati sul fatto che il ritorno dell'opposizione in Parlamento sarebbe opportuno e che con il loro ritorno la democrazia in Montenegro non sarà messa in questione.
Dall'altra parte il leader dell'SNP, Predrag Bulatović, ha espresso la speranza che il problema si risolva il prima possibile e soprattutto dopo la visita del capo missione OSCE. «Risolvere la crisi parlamentare è nell'interesse del Montenegro e da questo dipende la sua immagine all'estero», ha spiegato Bulatović ai giornalisti dopo l'incontro con Massari.
In un'interista pubblicata dal quotidiano «Republika» Maurizio Massari chiarisce alcuni punti sulla questione delle elezioni dirette o indirette per il Parlamento della unione statale, argomento sul quale discutono l'opposizione e il Governo.
«L'OSCE può soltanto essere un osservatore indipendente. La questione rientra nell'Accordo di Belgrado. I firmatari dell'Accordo devono risolvere il problema. L'OSCE sostiene ogni tipo di accordo ottenuto col consenso e implementato in maniera ragionevole. Qualunque sia la decisione presa non si devono mettere in pericolo le relazioni tra la Serbia e il Montenegro e la loro adesione alla UE».
Il capo missione OSCE ha aggiunto che l'andamento della unione statale dipende dall'accordo tra le due repubbliche. Qualunque sarà la futura forma di governo statale, l'OSCE non interferirà. Secondo Massari il ritorno dell'opposizione in Parlamento è di cruciale importanza, a prescindere dall'esistenza o meno della unione statale. Le istituzioni devono funzionare in maniera democratica, cioè all'interno del Parlamento. Altrimenti, il Parlamento perderebbe la sua funzione essenziale: il controllo del Governo.
Massari ha sottolineato che l'OSCE non appoggia né il boicottaggio del Parlamento, né nessun partito in particolare. L'OSCE sostiene solo che le trasmissioni dirette ricomincino e che l'opposizione torni in Parlamento.
Infine, Massari ha anche detto che l'OSCE sta preparando un programma per il miglioramento dell'immagine del Parlamento montenegrino. Il programma includerà i rapporti sulle attività del Parlamento e anche una campagna sulle sue attività, in modo tale che il Parlamento si avvicini al pubblico. Massari ha aggiunto che l'ufficio di Podgorica sta realizzando alcuni progetti per sostenere la trasformazione della RTV in un servizio pubblico. I modi di sostegno vengono individuati nell'acquisizione dell'equipaggiamento, in una conferenza dei donatori e nell'aiuto di esperti.
Per concludere: bisogna aspettare la prima seduta autunnale del 19 ottobre per vedere se la crisi parlamentare si risolverà o se l'opposizione si presenterà sui banchi del Parlamento solo per il dibattito sulle elezioni.
Vedi anche:
La Serbia e Montenegro sul 'doppio binario'