Con l'introduzione della nuova entità statale di Serbia e Montenegro, sono iniziati anche i cambiamenti sul fronte economico e commerciale. I primi aggiustamenti sono rivolti alle tasse doganali e in particolare al settore tessile.
Tra i vari punti previsti dall' Montenegro aumentare le tasse. Questo accordo è stato positivamente accolto, specialmente da parte dei politici, particolarmente contenti del fatto che i ministri avessero finalmente raggiunto un accordo. Tra gli uomini d'affari invece non c'è stata alcuna esaltazione ed anzi hanno commentato dicendo che, per quanto riguarda il Montenegro, l'accordo contribuirà solamente all'aumento dei prezzi. Alcuni esperti locali avevano anche calcolato quale sarà la perdita del Montenegro in quest'armonizzazione. Il primo a rilasciare dichiarazioni sul calcolo degli aumenti è stato il direttore del Centro per gli studi della politica europea di Bruxelles, Daniel Gros, il quale spiegando che la Serbia cerca di far alzare le tasse sul tessile al Montenegro, dal 5 al 25%, ha precisato che "questo potrebbe influire mediamente sui cittadini montenegrini con un aumento di 150 euro, ossia uno stipendio mensile medio" ("Monitor", 24 gennaio).
Forti reazioni, soprattutto dagli uomini d'affari, sono giunte in questi giorni dopo che è stato annunciato ufficialmente che il primo obiettivo nell'armonizzazione delle tasse doganali riguarderà i prodotti tessili.
Secondo Jan Willem Blanker, il vice capo della Delegazione della Commissione europea a Belgrado, i commercianti montenegrini non dovrebbero subire una grossa perdita. "In Montenegro il mercato commerciale è molto stretto e i commercianti sono legati tra loro, anche perché non ci sono molti esercizi commerciali e c'è una scarsa concorrenza. In questo modo i negozianti hanno potuto tranquillamente decidere insieme di tenere un margine di ricarico dei prezzi più alto, anche grazie al fatto che fino ad ora sono stati chiusi al mercato serbo. D'altra parte però le tasse sulla vendita sono piuttosto alte e ci sono diverse tariffe e licenze che fanno sempre aumentare il prezzo della merce.
Quando in Montenegro, per via della armonizzazione dei rapporti commerciali con la Serbia, le tasse doganali sui prodotti tessili aumenteranno del 10%, non significherà che per forza di cose il prezzo del prodotto subirà un aumento della stessa percentuale. Questo perché in Montenegro esiste la possibilità di diminuire ulteriormente le tasse sulla vendita, ed il Governo non dovrebbe perderci perché può trattenere i redditi provenienti dalle tasse doganali. Poi sono sicuro che grazie agli alti margini, i commercianti montenegrini hanno guadagni più alti di quelli in Serbia, anche in questo caso quindi ci sarebbe ugualmente spazio di guadagno", dichiara Blanker.
In sostanza si sta dicendo che dal momento che i commercianti montenegrini, essendo pochi e legati tra loro, possono nonostante l'aumento delle tasse doganali, mantenere invariati i prezzi, dal momento che possono decidere insieme sulla diminuzione dei margini di guadagno, già consistentemente alti.
Il Capo della delegazione della Commissione europea confessa, infine, che le tasse doganali medie in EU sono più basse di quelle della Serbia, ma al contempo crede che nel settore tessile esista la possibilità di avere contratti speciali con l'UE.
Per nulla d'accordo è Sreten Radonjic, importatore dei prodotti della "Mura", compagnia slovena di prodotti tessili, il quale si aspetta che rispetto all'attuale tassa del 26% alla fine ne pagherà una del 39%. "E' il secondo anno che in Montenegro importiamo i prodotti di tessili con tasse doganali dell' 11%. Adesso pagheremo il 22%, cioè il doppio. D'altra parte hanno annunciato l'IVA al 17%, è questi soldi bisogna averli in anticipo. In Serbia le tasse doganali sull'importazione del tessile erano al 32%, e così i prodotti di "Mura" da noi costavano il 30% meno. Ora dobbiamo armonizzarci e qualcuno dice che questo non aumenterà i prezzi, ma è impossibile! E' chiaro che in Serbia vogliono proteggere l'industria tessile dove lavorano mezzo milione persone. Noi non abbiamo un'industria tessile da proteggere, e in questo modo pagheremo per la protezione di quella serba", conclude Radonjic ("Vijesti", 14 febbraio).
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Serbia e Montenegro, ripresa delle trattative con la UE