Montenegro, è morto il metropolita Amfilohije
30 october 2020
Stamattina, dopo complicazioni respiratorie dovute al Covid-19, è morto a Podgorica il metropolita Amfilohije, leader della Chiesa ortodossa serba in Montenegro. Figura carismatica ed estremamente controversa, ha giocato un ruolo politico attivo fino alla fine.
Amfilohije, nato nel 1938, era entrato in ospedale ad inizio ottobre dopo essere risultato positivo al coronavirus, ma ieri le sue condizioni si sono aggravate a causa della polmonite.
Metropolita del Montenegro dal 1991, Amfilohije è stato una delle figure di primo piano della Chiesa serba negli ultimi decenni, che con l'inizio del disfacimento della Jugoslavia ha assunto posizioni smpre più nazionaliste e conservatrici.
Durante gli anni dei conflitti jugoslavi, Amfilohije ha appoggiato apertamente le politiche portate avanti dal leader serbo Slobodan Milošević e dal capo dei serbi di Bosnia Radovan Karadžić, sostenendo l'obiettivo politico di riunire tutti i territori abitati da serbi in quella che era la Jugoslavia.
Un atteggiamento militante che gli è valso, tra gli altri, il soprannome di “colonnello in abito talare”. Lo stesso Amfilohije, al secolo Risto Radović, ha poi espresso più volte rammarico per non aver testimoniato all'Aja in difesa di Milošević.
Tra le sue battaglie, ricordiamo quella per rafforzare l'autorità della Chiesa ortodossa serba in Montenegro, quella contro l'indipendenza del Kosovo, quella contro il Gay Pride in Serbia - che ha definito “la parata della vergogna” - quella contro un'identità montenegrina separata da quella serba.
Sempre pronto a dire la sua senza peli sulla lingua, Amfilohije ha fatto spesso discutere per le sue affermazioni e prese di posizione: nel 2014, ad esempio, dichiarò che le gravi inondazioni che si erano abbattute sulla Serbia erano una punizione divina, causata dai festeggiamenti per la vittoria della cantante transgender austriaca Conchita Wurst all'edizione di quell'anno del concorso canoro “Eurovision”.
Dopo alcuni anni di rapporti cordiali, Amfilohije era entrato in contrasto sempre più forte con Milo Đukanović, “padre-padrone” del Montenegro, opponendosi prima all'indipendenza di Podgorica da Belgrado e poi all'ingresso del paese nell'Alleanza atlantica.
I rapporti sono poi diventati esplosivi dopo l'approvazione nel 2019 di una nuova legge sulla libertà di culto che, secondo la chiesa serba, metteva le basi per l'esproprio forzato delle proprie proprietà in Montenegro.
Amfilohije ha capeggiato di persona le veementi proteste contro il provvedimento, sfidando nei mesi scorsi anche le limitazioni introdotte per combattere la diffusione del coronavirus. Secondo molti analisti, l'attivismo della chiesa è stato un fattore decisivo nella sconfitta politica rimediata da Đukanović nelle elezioni politiche dello scorso agosto, dopo tre decenni di dominio incontrastato.