Montenegro, i partiti delle minoranze etniche rifiutano l’ingresso nel nuovo governo
18 november 2020
Nonostante gli inviti giunti dalla nuova coalizione di governo, i partiti delle minoranze etniche hanno rifiutato di partecipare alla formazione del nuovo esecutivo per la prima volta dal 1998, evidenziando preoccupazioni riguardo il crescente nazionalismo.
Il leader dell’alleanza etnica albanese “Il momento è adesso”, Nik Gjeloshaj, ha affermato infatti che non farà parte della nuova amministrazione e ha sostenuto che l'invito a partecipare al governo rivolto alle minoranze non fosse sincero.
Il 5 novembre, il primo ministro incaricato Zdravko Krivokapić ha presentato la propria squadra di 12 “esperti” ministri, sottolineando come la sua squadra sia formata di professionisti in grado di operare in gruppo. Finora il nuovo esecutivo può godere del supporto di tre blocchi che erano all’opposizione e che hanno vinto le elezioni parlamentari del 30 agosto.
La coalizione albanese “Il momento è adesso” e il partito albanese “All’unanimità” hanno ottenuto un rappresentante ciascuno nel parlamento formato da 81 seggi mentre il Partito bosgnacco è riuscito ad ottenerne ben tre.
Il 18 ottobre, il leader del Partito bosgnacco, Rafet Husović, ha evidenziato diverse divergenze politiche con alcuni partiti filo-serbi presenti nella nuova coalizione di governo. Alcuni di questi, come ad esempio il Fronte Democratico, hanno sostenuto in passato posizioni nazionaliste che preoccupano le minoranze etniche bosgnacche e albanesi.
I rappresentanti delle minoranze etniche parteciparono per la prima volta al governo del Montenegro nel 1998 quando il rappresentante dell’Unione Democratica degli Albanesi, Luigj Juncaj, fu nominato ministro per i Diritti umani e delle minoranze.
Dal 2009 il Partito bosgnacco ha avuto rappresentanti nel governo mentre l’Iniziativa civica croata è entrata nel governo nel 2012. Nel governo uscente, il vice Primo ministro e altri due ministri provenivano dal Partito bosgnacco, il ministro per i Diritti umani e delle minoranze veniva invece dalla coalizione albanese mentre l’Iniziativa civica croata vantava un ministro senza portafoglio.
Fonte BIRN