All’inizio di aprile si terranno le presidenziali in Montenegro. Una tornata elettorale che potrebbe determinare il futuro politico del paese
Per ora una cosa è certa: questa campagna elettorale per le presidenziali sarà molto interessante, anche se tutti i sondaggi svolti finora indicano che il grande favorito rimane il candidato del Partito democratico dei socialisti (DPS) Filip Vujanović. Perché dietro Vujanović, che da dieci anni è presidente del Montenegro, non c’è solo il partito di governo DPS, di cui è vicepresidente, ma anche le risorse statali, che in ogni campagna elettorale vengono sfruttate al massimo da parte dello stesso partito di governo.
Questa volta però la situazione è un po’ più interessante del passato. Infatti Vujanović non è sostenuto dal fedele alleato del DPS, il Partito socialdemocratico (SDP) di Ranko Krivokapić. I socialdemocratici ritengono che Vujanović non possa essere candidato, perché, affermano, non può presentarsi per la terza volta alla poltrona di presidente della Repubblica dal momento che la costituzione prevede che una persona possa ricoprire l’incarico di capo dello stato solo due volte. Ma al DPS sostengono la tesi che Vujanović è stato eletto la prima volta alla presidenza della Repubblica quando il Montenegro era parte integrante dell'Unione statale con la Serbia, e quindi questo mandato non sarebbe da conteggiare. La questione verrà affrontata dal Tribunale costituzionale del Montenegro, e gli analisti prevedono un giudizio a favore dell'attuale presidente, anche solo per la banale considerazione che i membri della corte sono da poco stati nominati dallo stesso Vujanović.
I socialdemocratici non appoggiano Vujanović
Al SDP invece, che già da 15 anni è alleato col DPS, sono molto insoddisfatti dell’atteggiamento generale di Vujanović rispetto agli interessi nazionali e statali del Montenegro. Vujanović infatti nutre molte simpatie per la Chiesa serba ortodossa, a disagio ascolta l’inno montenegrino e da anni ormai si rifiuta di nominare un ambasciatore montenegrino in Kosovo. Tutto ciò ha provocato nei socialdemocratici, in quanto “difensori della conquistata indipendenza del Montenegro”, un atteggiamento negativo nei confronti del candidato del DPS e questo intacca le sue chance elettorali.
C’è anche da chiedersi se gli elettori delle minoranze nazionali (bosgnacchi, albanesi e croati), che formano un quinto dell’elettorato complessivo del Montenegro, voteranno per l’attuale presidente.
Se però Vujanović riuscisse ad ottenere la carica, in particolare al primo turno, allora potrebbero verificarsi dei cambiamenti nella coalizione di governo, e forse anche nuove elezioni politiche.
Lekić e gli altri candidati
Un epilogo del genere seguirebbe di sicuro se alle presidenziali vincesse il principale candidato dell’opposizione, Miodrag Lekić. L’ex ambasciatore a Roma ha il sostegno non solo del Fronte democratico, la più forte formazione politica di opposizione, ma anche del Partito socialista popolare di Srđan Milić e della gran parte dei media e della società civile.
Quindi Lekić cerca di presentarsi come candidato indipendente, o come unico candidato dell’opposizione, posizione che gli garantirebbe il sostegno anche dei non indipendentisti.
Anche se non è ancora definitivamente chiaro, è certo che il candidato per la formazione Montenegro positivo (Pozitivna Crna Gora) sarà il suo leader Darko Pejović. Questo partito alle scorse elezioni politiche ha ottenuto un buon risultato e con l’ingresso in parlamento è riuscito a fare in modo che la coalizione guidata da Milo Đukanović non ottenesse la maggioranza assoluta. Pajović potrebbe ora mantenere e omogeneizzare il suo elettorato e presentarsi un’altra volta come la vera alternativa alla classe politica al potere da vent'anni.
E' sceso in campo per le presidenziali anche il leader di “Solo Montenegro” Rade Bojović, già coordinatore del Movimento per il Montenegro indipendente quando si tenne il referendum sull'indipendenza nel 2006. Bojović ritiene che sarà sostenuto dagli elettori della coalizione di governo che sono rimasti insoddisfatti dai processi economici e sociali in atto nel paese dopo l’indipendenza.
Amministrative a Nikšić, una cartina di tornasole
L’analista politico Nedeljko Rudović sostiene che il fatto che ci siano più candidati dell’opposizione possa far aumentare l’affluenza alle urne e le possibilità di arrivare al secondo turno, dove si scontrerebbero a suo avviso Vujanović e Lekić.
Sarà tutto molto più chiaro all’inizio di marzo quando si terranno le amministrative a Nikšić. Se l’opposizione nella seconda città più grande del Montenegro avrà successo, allora anche l’esito delle presidenziali non sarà così scontato.
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