Macedonia, nessun accordo sul governo di transizione
12 june 2015
L'obiettivo era quello di definire una “road map” capace di portare la Macedonia alle elezioni anticipate, fissate per l'aprile 2016. Obiettivo mancato.
Il terzo incontro facilitato dall'Unione europea tra i rappresentanti dei quattro principali partiti macedoni (VMRO, SDSM, DUI e DPA), tenutosi mercoledì 10 giugno a Bruxelles, è terminato con un nulla di fatto.
E se Johannes Hahn, Commissario europeo per la politica di vicinato e i negoziati per l'allargamento, ha espresso rammarico per il mancato compromesso, i due principali protagonisti dello scontro, il premier Nikola Gruevski (VMRO) e il leader dell'opposizione Zoran Zaev (SDSM) si sono scambiati accuse di mancanza di responsabilità.
Nodo irrisolto, le dimissioni dello stesso Gruevski. Per l'opposizione, queste devono arrivare immediatamente. Il premier, invece, vuole restare al suo posto almeno fino a fine 2015.
Nell'incontro di mercoledì, sarebbe stata avanzata una proposta concreta sulla partecipazione dell'opposizione al governo di transizione, incaricato di organizzare le prossime consultazioni politiche. Partecipazione che dovrebbe concretizzarsi con la nomina di un vice-premier, e quattro vice-ministri (Finanze, Interni, Politiche Sociali, Agricoltura).
Il braccio di ferro sulle dimissioni di Gruevski, però, rischia di mettere in pericolo l'intera architettura dell'accordo.
I negoziati, tenuti sotto l'egida dell'UE, cercano di trovare una via d'uscita politica alla crisi che attanaglia da mesi la Macedonia. Crisi inaspritasi con la pubblicazione, da parte dell'opposizione, di materiali che proverebbero pesantissimi abusi da parte del governo.
L'esecutivo, a sua volta, sostiene di trovarsi di fronte ad un vero e proprio tentativo di colpo di stato, portato avanti dall'opposizione con l'aiuto di servizi segreti esteri.
A rendere ancora più complessa la situazione, l'ancora non chiarita operazione di polizia di Kumanovo, portata avanti contro un gruppo armato ispirato all'irredentismo albanese, che a inizio maggio ha portato alla morte di otto poliziotti e dieci membri del gruppo.