Migranti, Balcani e fallimento della politica UE sull'asilo

7 july 2015

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“Serbia e Macedonia sono diventate il canale in cui convogliare l'ondata di rifugiati che in UE nessuno sembra voler accogliere”. Sono parole dure, quelle con cui Gauri van Gulik, vice-direttore di Amnesty International per l'Europa e l'Asia centrale descrive la situazione sempre più preoccupante nei Balcani occidentali.

Amnesty International ha appena presentato un nuovo rapporto, in cui viene denunciato il “limbo legale” in cui i migranti sono abbandonati nell'area, i maltrattamenti subiti, le gravi carenze nel diritto di asilo nei paesi dei Balcani ma, soprattutto, un generale fallimento di una politica complessiva europea in grado di rispondere ad una questione tanto delicata e importante.

“Scaricare la responsabilità principale del processo di richiesta d'asilo al primo paese UE d'ingresso e limitare le modalità legali e sicure d'arrivo ha addossato una pressione insostenibile sulla periferia dell'Unione e sugli stati immediatamente confinanti”, è la posizione dell'organizzazione. “Invece di dare priorità a favorire un miglioramento del sistema d'asilo nei paesi situati sulla 'rotta balcanica', l'UE ha investito pesantemente nel tentativo di rafforzare la strategia di 'gestione delle frontiere'”.

La mancanza di una visione complessiva è emersa, ancora una volta, da decisioni divergenti prese dai paesi dell'area. Il parlamento ungherese ha approvato ieri una serie di misure restrittive sulle richieste di asilo. Tra l'altro, i parlamentari hanno dato “luce verde” alla contestata barriera che il governo di Budapest intende innalzare sui 175 chilometri di confine con la Serbia.

Allo stesso tempo, il governo macedone ha reso note le cifre relative agli effetti della nuova legge sull'asilo temporaneo, il cui obiettivo dichiarato è quello di favorire l'attraversamento rapido del paese da parte delle migliaia di migranti e richiedenti asilo che tentano di raggiungere i paesi ricchi dell'UE.

Secondo la nuova norma, approvata a fine giugno, i migranti hanno diritto a chiedere un asilo temporaneo di 72 ore, ed hanno il diritto di attraversare il paese utilizzando mezzi di trasporto. Secondo il ministero degli Interni di Skopje, da fine giugno le richieste di asilo registrate sono 8.595, di cui più di 1200 arrivate solo nel corso dello scorso fine settimana. Preponderante il numero dei richiedenti siriani (5.911), seguiti da afghani (743) ed iracheni (485).

Buona parte di quelli che attraversano la Macedonia proseguono il viaggio attraverso la Serbia, dalla quale cercano, appunto, di entrare in Ungheria. Da inizio 2015, Budapest ha registrato 54mila arrivi, e si prevede che il numero possa raggiungere le 130mila unità entro la fine dell'anno.