Presidenziali in Macedonia del Nord, primo turno alla VMRO

25 april 2024

bubble icon

Una vittoria convincente per Gordana Siljanovska-Davkova, candidata della VMRO-DPMNE, che andrà al ballottaggio del prossimo 8 maggio da grande favorita. E’ questo il risultato cardine del primo turno delle elezioni presidenziali in Macedonia del Nord, tenuto ieri.

Col conteggio dei voti quasi terminato, la candidata di centro-destra del principale partito di opposizione ha raccolto quasi il 40% dei consensi, arrivando a doppiare i voti del presidente uscente Stevo Pendarovski, indipendente ma sostenuto dai socialdemocratici al governo, che si è fermato sotto il 20%.

In campagna elettorale, un ruolo importante è stato giocato dalle (difficili) prospettive europee del paese. Pendarovski ha fatto appello agli elettori per rilanciare le speranze di ingresso della Macedonia del Nord in UE, rallentate da anni dall’ostruzionismo prima di Grecia e poi di Bulgaria. Siljanovska-Davkova ha invece sottolineato l’importanza della difesa di identità nazionale e questioni culturali nel processo di adesione.

Per la Siljanovska-Davkova, battuta proprio da Pendarovski nelle precedenti elezioni del 2019, si tratta quindi di una sostanziale rivincita. Gli ultimi sondaggi la davano in vantaggio, ma in pochi avevano previsto una distanza così marcata tra i due principali candidati.

Ora Siljanovska-Davkova e Pendarovski se la vedranno ora al ballottaggio del prossimo 8 maggio, che coincide con le elezioni parlamentari. I risultati di ieri segnano quindi anche un sostanziale test in vista delle politiche, con la VMRO che non nasconde le speranze di recuperare il potere, perso nel 2017 dopo una serie di scandali che ha estromesso l’allora leader del partito Nikola Gruevski.

La Siljanovska-Davkova appare quindi come la principale favorita per la vittoria finale, ma a giocare un ruolo fondamentale saranno gli elettori dei restanti candidati rimasti fuori dal ballottaggio come Bujar Osmani, candidato del partito etnico-albanese DUI, che si è fermato intorno al 15% dei consensi.

L’affluenza stavolta ha sfiorato il 50% degli aventi diritto, con un significativo aumento (circa l’8%) rispetto alle ultime consultazioni presidenziali.