Nella notte di venerdì un incendio in una discoteca della capitale ha causato decine di morti, tutti giovanissimi. Il paese è in lutto e si dibatte del perché non era stata rispettata alcuna elementare norma di sicurezza
30 persone hanno perso la vita (un bilancio destinato a salire) e altre 180 sono rimaste ferite a Bucarest, la capitale della Romania in un incendio che nella notte tra venerdì e sabato ha devastato una discoteca. Da sabato scorso l’intero paese e sotto shock e piange i suoi ragazzi, andati a divertirsi in una discoteca dove hanno invece trovato la morte.
Erano circa 400 le persone presenti nel club “Colectiv”, nel centro della capitale romena, per assistere al concerto rock della band “Goodbye to Gravity” che doveva presentare il suo nuovo album ”Mantras of war”. Entusiasti, felici come ci si sente a 20-30 anni.
Chi è riuscito a salvarsi dall’inferno racconta che lo spettacolo prevedeva un momento pirotecnico sul palcoscenico. Poi una scintilla che investe alcuni arredi in polistirolo per l'isolamento fonico del locale. In pochi secondi ha preso fuoco il soffitto. Un solo estintore e un'unica uscita.
È stata un'apocalisse. Quando hanno iniziato a staccarsi pezzi di soffitto le fiamme hanno iniziato a bruciare i capelli, i vestiti, i corpi delle persone nel locale. Molti sono caduti a terra intossicati, nella ressa parecchie persone sono state calpestate.
Secondo il segretario di stato Raed Arafat, la prima ambulanza è arrivata dopo 11 minuti dalla prima chiamata d'urgenza registrata. In tutto ne sono poi intervenute circa 60. Via vai anche delle autopompe dei vigili del fuoco.
Le testimonianze di un'infermiera (Violeta Maria Naca), citata da gran parte della stampa romena, sono drammatiche: “La loro carne si staccava, si aggrappavano ai medici, alle infermiere, si mettevano davanti alle ambulanze per essere portati via e salvati”.
Sistema sanitario in emergenza
A Bucarest il sistema sanitario si è trovato in piena emergenza: ambulanze tutte occupate così come i posti nelle sale operatorie e in terapia intensiva. “Tutto, anche i medici e gli infermieri a disposizione erano insufficienti”, denuncia un medico che ha partecipato al salvataggio.
Il sistema sanitario romeno è da anni in difficoltà. Buona parte del suo personale ha infatti deciso di emigrare, dati gli stipendi bassi e la situazione precaria nella quale si trovavano a lavorare. E la frustrazione del non avere i mezzi per salvare il più alto numero di persone è risulta evidente dalle testimonianze di medici, infermieri e vigili del fuoco. Molti dei quali piangevano davanti a giovani con il 70-90% del corpo bruciato, circondati dai genitori dei ragazzi che, secondo alcune testimonianze “baciavano i piedi ai soccorritori” chiedendo loro di salvare i propri figli.
Intanto centinaia di persone si sono messe in fila, in piena notte, per donare il sangue.
Ieri il ministro della Salute Nicolae Bănicioiu ha reso noto che 146 pazienti sono ancora ricoverati e che 80-90 di loro si trovano in condizioni critiche. Il presidente della Romania, Klaus Iohannis, si è recato sul luogo della tragedia per deporre un mazzo di fiori e una candela e ha sottolineato che vi è un'alta possibilità che non siano state rispettate le basilari regole di sicurezza. Poi si è recato a visitare alcuni feriti. La procura ha avviato un'indagine per omicidio colposo.
Il governo ha invece dichiarato 3 giorni di lutto nazionale (dal 31 ottobre al 2 novembre). Duramente criticato invece, il patriarca ortodosso Daniel, che nemmeno a 48 ore dalla tragedia altro non ha fatto se non emettere un semplice comunicato. In molti si aspettavano più compassione da parte dalla Chiesa.
Mobilitazione dei cittadini
Si è mobilitata invece la gente comune, che ha portato da mangiare ai parenti dei feriti che aspettano nei cortili degli ospedali in attesa di una buona notizia per i loro figli, psicologici che hanno offerto il loro sostegno, e altra solidarietà è arrivata da varie espressioni della società civile.
Infine circa 8000 persone hanno partecipato domenica a Bucarest ad una marcia del silenzio. Un tappetto di fiori e candele circondava il luogo della tragedia. Tutti chiedono ora che sia fatta chiarezza su quanto avvenuto e puntano il dito contro “la corruzione che uccide i giovani”.
Infatti si ritiene che dietro ai numerosi locali notturni e bar spuntati come funghi nella capitale vi sia il malaffare che, grazie alla corruzione, mira al profitto senza rispettare alcuna regola. Senza o con carte truccate i proprietari dei vari club farebbero quello che vogliono. E i funzionari che dovrebbero controllare non fanno nulla.
Secondo il giornale Adevarul oltre il 90% degli spazi con questo tipo di attività, “facendo riferimento in modo esplicito al centro storico di Bucarest”, non rispettano gli standard minimi di sicurezza.
Il noto scrittore Mircea Cărtărescu scrive su Facebook che ognuno di quei giovani morti in modo così terribile e assurdo sarebbe potuto essere suo figlio. Cărtărescu ha tenuto a sottolineare poi che “la capitale è una trappola per topi” e se non si rimedia in qualche modo, la prossima volta il numero delle vittime rischia d'essere superiore.