In un veivolo di stanza presso la base militare Mihail Kogalniceanu, Romania - © Mircea Moira/Shutterstock

In un veivolo di stanza presso la base militare Mihail Kogalniceanu, Romania - © Mircea Moira/Shutterstock

Venerdì scorso c’era il Segretario generale Nato Stoltenberg ad accogliere l’arrivo di 1000 nuovi militari Usa presso la base militare romena di Kogălniceanu. “C’è un rischio effettivo di conflitto in Europa”, ha dichiarato

14/02/2022 -  Mihaela Iordache

La Federazione Russa sta per invadere l’Ucraina e potrebbe avvenire anche questa settimana, avverte la stampa occidentale citando fonti dei servizi segreti di vari paesi Ue.

Che la guerra potrebbe esplodere a breve lo dice anche la Casa  Bianca. Mosca però nega ma allo stesso tempo amplifica le proprie esercitazioni militari. Quando “gli americani e la Russia iniziano a spararsi, è una guerra mondiale”, ha affermato senza mezzi termini il presidente americano Joe Biden, il quale ha tenuto venerdì sera una videoconferenza con alcuni degli  alleati. Vi hanno preso parte il presidente della Francia, Emmanuel Macron, il cancelliere della Germania, Olaf Scholz, il presidente della Polonia, Andrzej Duda, il presidente della Romania, Klaus Iohannis, il primo-ministro della Gran Bretagna, Boris Johnson, il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, il primo ministro italiano Mario Draghi, il segretario generale della  NATO, Jens Stoltenberg, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il  Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.

La Romania e le sue basi Nato

La Romania, membro dell’Alleanza Nord Atlantica da 18 anni, ha sempre richiesto una presenza maggiore di militari Nato sul proprio territorio. Durante la videoconferenza con Biden ed altri leader il presidente romeno Klaus Iohannis ha ribadito “l’importanza dello stretto coordinamento e dell’unità in questi momenti e ha benaccolto le decisioni prese al livello Nato di rafforzare la posizione di scoraggiamento e di difesa sul fianco dell’Est, incluso -  soprattutto - il Mar Nero. Iohannis ha ricordato inoltre che gli Usa hanno appena aumentato il numero dei militari americani in Romania ed ha invitato la Francia a fare altrettanto.

In seguito alla crisi russo-ucraina gli Stati Uniti hanno inviato 3000 soldati nell’Europa dell’Est. La Russia, al contrario, nei negoziati con l’Occidente aveva chiesto il ritiro delle truppe Nato dai paesi est europei.

Negli ultimi giorni le manovre russe sono aumentate. La Romania non ha nascosto le sue preoccupazioni sulla possibilità di un conflitto vicino ai propri confini. Il paese condivide infatti oltre 600 km di confine con l’Ucraina. Inoltre la Romania ospita a Deveselu anche lo scudo antimissile della Nato, che ha scopi difensivi, ma che la Russia ha sempre indicato come una minaccia.

Venerdì sono arrivati da Vilsek, Germania, un migliaio di soldati statunitensi nella base Nato Mihail Kogălniceanu di Costanza, sulla costa del Mar Nero. Oltre a loro ed ai militari romeni nella base aerea di Kogălniceanu vi sono anche militari italiani e tedeschi. Ora a Kogălniceanu vi sono 1900 militari americani. Ad accogliere i militari americani al loro arrivo è stato in prima persona il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg 

insieme al presidente romeno Klaus Iohannis. ”Una dimostrazione forte dell’unità trasatlantica che evidenzia l’impegno degli Usa per la difesa dell’Europa”, ha spiegato il segretario generale Stoltenberg.

Inoltre è arrivato nella base romena di Borcea nella Contea di Călărași (sud-est della Romania) un battaglione americano composto da 150 militari e da 8 aerei F16 delle Forze aeree USA. Per le prossime settimane sono previste esercitazioni comuni con i F-16 romeni della base di Borcea.

Nel frattempo si stanno svolgendo in Bielorussia, paese al confine con l’Ucraina, esercitazioni militari congiunte di soldati bielorussi e russi, che coinvolgono 30.000 di questi ultimi. Si tratta del più grande dispiegamento di forze militari russe in Bielorussia dai tempi della Guerra Fredda. Di fatto l’Ucraina è praticamente circondata dalle truppe russe: a sud in Crimea, a est lungo il confine con la Russia e a nord in Bielorussia. Sono circa 100.000 i soldati russi posizionati al confine con l’Ucraina.

Si agitano le acque del Mar Nero

L’Ucraina ha accusato la Russia di averle bloccato l’accesso ai mari su cui si affaccia: secondo il ministro degli Esteri ucraino, Dmitro Kuleba, il Mare D’Azov sarebbe completamente bloccato mentre “le forze russe rendono il Mar Nero di fatto inaccessibile”. La Federazione Russa sta svolgendo un’esercitazione con 30 navi da guerra nel Mar Nero con “lancio di missili e artiglieria”, denuncia il ministro. 

Per il segretario generale della Nato “c’è un rischio reale di conflitto in Europa” e lo ha dichiarato davanti ai soldati della base aerea di Kogălniceanu sulla costa del Mar Nero.

Anche il vicesegretario Nato, il romeno Mircea Geoană, ha dichiarato per la stampa di Bucarest che “un intervento militare russo in Ucraina può arrivare in qualsiasi momento, ma i romeni non hanno motivi di preoccupazione”.

Secondo il numero due dell’Alleanza atlantica le richieste sollevate da Mosca nei negoziati con gli Usa e la Nato sarebbero invece “un gioco di natura tattica.”

Non è di quest’opinione il presidente americano Biden che durante un colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodimir Zelensky ha annunciato “una risposta rapida e decisa” nel caso il Cremlino dovesse attaccare Kiev. Per fortuna si punta ancora sulla diplomazia: oggi il cancelliere tedesco Olaf Scholz è a Kiev e domani si recherà a Mosca. In precedenza ha provato una mediazione con Vladimir Putin anche il presidente francese Emmanuel Macron.

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