Operai della Zastava - Gughi Fassino

E' passato un anno da quando FIAT e Zastava, l'industria d'auto serba, hanno avviato una nuova collaborazione. Per la produzione, negli stabilimenti di Kragujevac, del vecchio modello della Punto. Una nostra traduzione

04/09/2006 -  Anonymous User

Di Zoran Radovanovic, Danas, 31 agosto 2006 (tit. orig. Sklapanje "punta" u Kragujevcu (ne)kasni)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak

La collaborazione tra la Zastava e la Fiat, dopo la "pausa" di quindici anni causata dalle sanzioni della comunità internazionale verso l'ormai ex Federazione jugoslava, e in parte anche dai tentativi non riusciti della fabbrica di Kragujevac di trovare a livello internazionale un altro partner di affari (strategico), è ripresa, ricordiamolo, esattamente un anno fa, precisamente nel settembre 2005. La principale voce dell'accordo allora firmato sulla rinnovata collaborazione tecnica e di affari delle due compagnie si riferiva alla costruzione del modello della Fiat "Punto", nella versione locale "Zastava 10" a Kragujevac. La parte commerciale dell'accordo menzionato prevedeva che la "Punto", cioè il modello "Zastava 10", dedicato al mercato locale, venisse prodotto nei reparti della Fiat in Italia e da là venisse portato a Kragujevac finché non fosse iniziato l'assemblaggio nei capannoni della "Zastava" stessa.

Quale è il destino della rinnovata collaborazione della Zastava e della Fiat oggi, un anno dopo la sua ripresa? Questa domanda prende peso col fatto che presso l'opinione pubblica locale da settembre dell'anno scorso fino al giorno d'oggi quasi continuamente si sta valutando, analizzando, supponendo e speculando sulle possibilità di (in)successo di questa impresa di affari tra l'autoindustria serba e quella italiana. Occorre anche in questa occasione ricordare che subito dopo il rinnovo della collaborazione tra Zastava e Fiat si sentirono le valutazioni non positive di alcuni analisti che sostenevano che anche "la Fiat è fallita" e che la "Punto" sia un "trabicolo", cose che alla maggior parte del pubblico hanno suggerito esplicitamente che di questa collaborazione (che avrebbe dovuto portare a qualche miglioramento della Zastava e dell'industria automobilistica locale) non se ne farà niente, e che bisognerebbe orientarsi in modo definitivo verso l'importazione di macchine, cosa che per altro questo stato sta facendo da anni, nonostante il fatto che la Serbia oggi sia probabilmente il più grosso deposito di macchine usate in Europa.

Le valutazioni precedenti, nel frattempo, per diversi motivi, e per lo più perché la Fiat di nuovo sta prendendo la strada ascendente, sono cessate, e ultimamente a voce sempre più alta si sta ponendo la questione legata ad un eventuale rinvio della costruzione della "Zastava 10" presso la Zastava, e perciò si tirano di nuovo le conclusioni che la "Punto " di Kragujevac sia un'altra "speranza vana" dell'industria automobilistica locale. Se fosse veramente così non ci sarebbe veramente salvezza.

Alla Zastava auto, neo formata ditta per la costruzione della locale "Punto", al giornalista di "Danas" dicono di non capire le valutazioni e le analisi che, senza una vera conoscenza della situazione e della problematica che trattano, stanno creando solo della disinformazione.

"Il fatto è che l'attrezzatura necessaria per la costruzione della 'Zastava 10' nella nostra fabbrica viene prodotta dalla compagnia italiana Kamau. Questa attrezzatura inizierà ad arrivare a Kragujevac durante il mese prossimo, e successivamente vi arriverà fino alla fine dell'anno. Siccome anche per la sua installazione è necessario un determinato periodo, allora la costruzione della "Punto" locale a Kragujevac inizierà nel primo quadrimestre del 2007. La rinnovata collaborazione con la Fiat, dunque, nella parte che si riferisce alla costruzione della "Punto" alla Zastava si sta realizzando secondo il piano e la dinamica stabilita" - sottolinea il direttore della Zastava auto, Zoran Bogdanovic. Lui poi rammenta che alla Zastava non sono insoddisfatti nemmeno del piazzamento della locale "Punto" (prodotta presso la Fiat) ottenuta fino adesso sul mercato. Nei cinque mesi passati sul mercato locale sono state vendute più di 1.500 "Punto", e con ciò la Zastava è riuscita ad assicurarsi la seconda posizione (subito dopo la Dacia rumena con la "logan") per il numero di auto nuove importate e vendute in Serbia.

"Non possiamo essere che soddisfatti di questo piazzamento della "Punto", per lo più perché è stata realizzata in condizioni caratterizzate da continui cambiamenti relativi all'attività della fabbrica e nel mercato dell'auto dove continuano ad essere preferiti gli importatori e le auto delle compagnie straniere", dice Bogdanovic, aggiungendo che lo scopo della Zastava auto, per quanto riguarda la vendita delle nuove macchine, è di occupare la posizione leader sul mercato locale con la "Punto", cioè con la "Zastava 10" già a partire dall'anno prossimo.

Secondo le parole di Bogdanovic contribuirà a rendere più rapido l'avvio della costruzione della "zastava 10" a Kragujevac anche la trasformazione della Zastava auto in una società per azioni. Il processo della trasformazione della Zastava auto in un'azienda privata, dove il pacchetto maggioritario delle azioni pari al 51 per cento sarà in possesso degli ex e degli attuali lavoratori della Zastava, è già stato terminato. La documentazione sulla privatizzazione della ditta è stata consegnata all'Agenzia per i registri dell'economia che durante il mese di settembre dovrebbe dare il risultato sulla registrazione della Zastava auto come società per azioni.

"Subito dopo aver ottenuto questa decisione, parteciperemo al bando presso il Fondo per lo sviluppo della repubblica per un credito di 14,7 milioni di euro con i quali finanzieremo la modernizzazione dei reparti e la modernizzazione dell'attrezzatura nella nostra fabbrica prima di iniziare la costruzione della 'Punto' locale", sottolinea Bogdanovic.

Se possiamo giudicare dalle informazioni ufficiali della Zastava auto, problemi rilevanti nel riattivare fattivamente la collaborazione tecnica e di affari fra la Zastava e la Fiat non vi sarebbero. I più acuti cronisti economici locali notano comunque che non ha tutti i torti quella parte dell'opinione pubblica locale che negli ultimi giorni si sta domandando perché si sia in ritardo con la costruzione della "Punto" alla Zastava. Durante la firma dell'accordo sulla collaborazione tecnica e di affari fra la Fiat e la Zastava dell'anno scorso, alcuni dirigenti della Zastava in modo un po' euforico e, si è mostrato, artificioso, hanno annunciato l'inizio della costruzione della "Punto" locale a Kragujevac già durante, e al più tardi, nell'ultimo trimestre di quest'anno. I migliori conoscitori della situazione già allora sapevano (e mettevano in guardia) che si trattava di "una rapidità promessa troppo presto", anche se la fretta era in parte comprensibile considerando la lunga agonia della Zastava. Ma la produzione d'auto è un lavoro complesso che richiede sia tempo che denaro.

In che modo il governo serbo finanzia la "Dacia" rumena

Si è mostrato che non sono state molto reali nemmeno le valutazioni sul possibile piazzamento della "Punto" sul mercato locale, nonostante il fatto che alla Zastava auto non fossero insoddisfatti del piazzamento attuale di questo modello. Ad un piazzamento sul mercato inferiore all'atteso non ha contribuito solo il prezzo (circa 7.500 euro) di questa macchina, ma ha contribuito ancora di più lo stato, meglio a dire il governo della Serbia che già anni or sono, in base all'Accordo di libero scambio con la Romania permette l'importazione del modello della Dacia "Logan" (la più venduta macchina straniera in Serbia) senza tasse doganali, sebbene da tempo si sa che si tratti di una macchina che ha più del 60 per cento dei pezzi di origine francese (Renault). Con questa importazione della "Logan", lo stato della Serbia, secondo valutazioni molto accreditate, perde circa 50 milioni di euro all'anno, cioè con quei soldi finanzia la "Dacia" romena, e contemporaneamente costringe la Zastava a finanziare la modernizzazione dei reparti e di attrezzatura con il costoso credito commerciale del Fondo per lo sviluppo della repubblica.