Giuliano Geri col ministro Nebojša Bradić

Giuliano Geri col ministro Nebojša Bradić

Nell’ambito della 55ma Fiera internazionale del libro di Belgrado, martedì 26 ottobre il ministro serbo Bradić ha conferito alla roveretana Zandonai editore il prestigioso premio nazionale Dositej Obradović, per il particolare contributo dato dalla casa editrice alla traduzione della letteratura serba e alla diffusione della cultura serba all’estero

29/10/2010 -  Aleksandra Mijalković Belgrado

Martedì 26 ottobre, il giorno dopo che il noto scrittore serbo-ungherese László Végel ha inaugurato la 55° Fiera internazionale del libro a Belgrado, il ministro serbo della Cultura Nebojša Bradić, nel contesto dell’importante evento, ha consegnato il prestigioso premio nazionale “Dositej Obradović” alla casa editrice italiana Zandonai editore.

Il riconoscimento per il particolare contributo nella traduzione della letteratura serba e nella rappresentazione della cultura serba all’estero, istituito nel 2007 e che ogni anno viene assegnato dalla Fondazione Dositej Obradović, dal ministero della Cultura e dal Festival internazionale del libro, questa volta è stato conferito alla giovane casa editrice di Rovereto.

In soli quattro anni di esistenza la Zandonai editore si è impegnata a pubblicare i più importanti libri degli scrittori serbi contemporanei come Aleksandar Tišma, Filip David, David Albahari, Dušan Veličković e Dragan Velikić. Quest’ultimo, a nome della giuria (di cui facevano parte anche Radomir Putnik, presidente, Zoran Hamović, Sreten Ugričić e Gojko Božović), ha fatto i complimenti alla Zandonai editore per aver scelto di tradurre la letteratura della ex Jugoslavia, di cui una parte importante riguarda la letteratura serba contemporanea. Complimenti anche perché Zandonai non solo è riuscita a rappresentare una serie di opere di vario genere, ma anche perché in Italia si profila come un editore serio, responsabile e professionale oltre che essersi fatto promotore della letteratura delle lingue dell’Est Europa.

Velikić ha annunciato l’intenzione  della Zandonai di far conoscere al pubblico italiano anche alcuni classici della letteratura serba, a partire da Nečista krv (Sangue impuro) di Bora Stanković e Pripovedke (Racconti) di Ivo Andrić, l’unico Nobel serbo.

“Solo gli editori con una concezione così coraggiosa e chiara possono neutralizzare il fatto che le piccole opere delle grandi lingue hanno la precedenza sulle grandi opere delle lingue minori” ha concluso Velikić, il cui romanzo “Via Pola”, pubblicato in Italia dalla Zandonai, ha ricevuto in Serbia il premio letterario “Miloš Crnjanski”.

Anche il ministro Bradić ha fatto riferimento all’importanza della presenza della cultura serba all’estero, la quale contribuisce anche alla migliore conoscenza dei due popoli, e se la Serbia e l’Italia sviluppano buone relazioni in vari ambiti la cultura ha di sicuro un posto importante.

“Davanti a noi c’è una lunga strada, ma con amici come questi ci sarà più facile percorrerla” ha detto Bradić consegnando il premio a Giuliano Geri responsabile di Zandonai per la letteratura serba.

Ringraziando per il premio (consistente in un diploma e una moneta d’oro raffigurante il volto del più noto illuminista serbo Dositej Obradović, oltre alla presenza garantita alle tre prossime fiere del libro di Belgrado e un aiuto particolare del ministero della Cultura della Serbia) Giuliano Geri non ha nascosto di ricevere il premio con una certa emozione, perché si tratta del riconoscimento più importante finora ottenuto da questa casa editrice.

A dire il vero la Zandonai ha già ricevuto un premio dal ministero della Cultura italiano ("Premio nazionale Traduzione 2009" assegnato dal ministero per i Beni e le Attività Culturali), ma questo riconoscimento serbo è qualcosa di speciale perché rappresenta - come precisato da Geri - l’intero programma culturale che la sua casa editrice continuerà a sostenere.

“Quando abbiamo avviato questa casa editrice il nostro obiettivo era di fare qualcosa che finora non era stato fatto in Italia in misura sufficiente, importanti letterature che o non erano disponibili o lo erano scarsamente al lettore italiano. Ci dissero che non ci saremmo riusciti, ma questo premio dimostra l’esatto contrario”, ha dichiarato Geri.

Nella sala di rappresentanza della Fiera del libro di Belgrado è stata letta anche la lettera di ringraziamento della direttrice e proprietaria della casa editrice di Rovereto, Emanuela Zandonai, la quale non essendo riuscita ad arrivare a Belgrado ha voluto esprimere la sua soddisfazione per il fatto di poter avvicinare la grande letteratura serba al pubblico italiano.

Alla consegna del premio, esattamente a mezzogiorno, hanno assistito numerosi giornalisti, espositori stranieri e locali presenti alla 55° edizione della Fiera del libro, non però i “comuni” visitatori. Questi ultimi si sono perlopiù accalcati alla cupola della Fiera, nel pomeriggio, creando una incredibile folla davanti allo stand della casa editrice “Večernje novosti” che ha pubblicato il primo libro del noto regista serbo Emir Nemanja Kusturica (il secondo nome lo ha adottato alcuni anni fa come conferma della sua ortodossia), il romanzo Smrt je neprovjerena glasina ( La morte è una diceria infondata).

Davanti all’élite culturale serba e davanti ai curiosi che hanno avuto la possibilità di comprare libri con uno sconto dal 15 all’80%, il libro di Kusturica è stato presentato dallo scrittore e accademico Matija Bećković. Del libro ha parlato anche l’autore, i cui film sono celebrati in tutto il mondo, tanto che ci si può aspettare che la sua “Morte...” possa vivere anche in edizioni straniere. Magari in Italia, dove Kusturica è molto conosciuto.