Durante una trasmissione della tv croata il presidente serbo Boris Tadic rivolge le scuse a tutti i cittadini croati per i crimini commessi in nome del popolo serbo. Le reazioni della stampa estera, dei politici e degli attivisti locali nella cronaca della nostra corrispondente

27/06/2007 -  Danijela Nenadić Belgrado

"Mi scuso con tutti i cittadini della Croazia e con tutti gli appartenenti al popolo croato che hanno sofferto a causa degli appartenenti al mio popolo e ne assumo la responsabilità", sono le parole del presidente della Serbia Boris Tadic pronunciate domenica 24 giugno durante una partecipazione speciale alla trasmissione "Domenica alle due" della Televisione croata, condotta e diretta dal noto giornalista Aleksandar Stankovic.

Le parole di Tadic, benché pronunciate in una trasmissione televisiva, sono le prime scuse di un alto funzionario della Serbia rivolte ai cittadini della Croazia. Una cosa simile, Tadic la fece all'inizio del suo mandato nel dicembre 2004 quando a Sarajevo si scusò con tutti quelli contro i quali "gli appartenenti del popolo serbo hanno compiuto i crimini". In quella occasione Tadic espresse la convinzione che le scuse rappresentano un passo verso il miglioramento dei rapporti nella regione, aggiungendo che sono attesi gesti simili anche per i crimini commessi contro i serbi, croati e bosgnacchi in Bosnia.

Prima di Tadic, le scuse per le uccisioni erano state portate dall'allora presidente della ex Unione statale di Serbia e Montenegro, Svetozar Marovic e dal presidente della Croazia Stjepan Mesic, durante l'incontro a Belgrado nel settembre 2003. In quella occasione i due presidenti, a nome dei rispettivi cittadini, si scusarono per tutto il male o i danni che i cittadini dei due paesi hanno commesso gli uni contro gli altri, aggiungendo che la responsabilità per i crimini commessi deve essere individuale.

Solo due mesi dopo, nel novembre 2003, Svetozar Marovic rivolse le scuse anche ai cittadini della Bosnia con le seguenti parole "mi scuso per ogni male o infelicità che chiunque in BiH ha subito a causa della SCG Serbia e Montenegro, ndt.".

Anche se in più di un'occasione è stato in visita ufficiale in Bosnia Erzegovina e in Croazia, il premier serbo Vojislav Kostunica non si è mai scusato, e alla domanda dei giornalisti se si sente pronto a farlo, ha risposto che le scuse unilaterali non hanno valore e che non contribuiscono alla stabilità della regione.

Le scuse di Tadic durante la trasmissione "Domenica alle due" hanno del tutto sorpreso sia l'opinione pubblica serba che quella croata. Si può affermare con certezza che nessuno in Serbia si aspettava che il presidente della Serbia, giunto a Zagabria per il summit sull'energia a cui hanno partecipato i capi dei paesi del sud est europeo e della Russia, avrebbe usato quella occasione per rivolgere le scuse ai cittadini della Croazia.

Il giornalista della televisione croata in modo provocatorio ha "crivellato" Tadic con domande scomode, iniziando le frasi con "lei si vergogna" e simili. È in quella atmosfera che Tadic ha chiesto scusa e in molti hanno interpretato il gesto come una reazione estorta e non preparata.

Va precisato però che Tadic durante l' intervista ha detto che considera Ratko Mladic una delle pagine più buie della storia serba, e ha aggiunto che con la sua visita a Srebrenica ha voluto dimostrare cosa pensa del genocidio.

Come riporta B92, Tadic ha detto che con quel gesto si è assunto una parte della colpa che qualcuno ha commesso in nome del popolo serbo contro i bosgnacchi. In quella occasione il presidente della Serbia ha dichiarato "non trascuro nessun caso quando alcune persone, svolgendo ufficialmente alcune attività a nome del popolo serbo e dello stato serbo, hanno tolto la vita a persone di altre nazioni o altre religioni, ma non dimentico mai il fatto che quelle cose sono state commesse anche nei confronti del mio popolo. Vorrei che tutti i politici dei Balcani fossero un po' meno orgogliosi, e che si assumessero un po' più di responsabilità".

A Belgrado le sorprese non finiscono mai. Prima il governo, formato con molta fatica, consegna Tolimir, l'accusato dal tribunale dell'Aja, poi Carla del Ponte, da sempre proverbialmente insoddisfatta, se ne va da Belgrado con il sorriso sulle labbra, e alcuni giorni dopo in Montenegro viene arrestato il generale Djordjevic, anche lui accusato dal tribunale dell'Aja, per il quale si credeva si nascondesse in Russia. Infine, il parlamento è riuscito ha votare la finanziaria e con ciò è terminato il finanziamento "straordinario" dello stato, che durava da sei mesi.

L'impressione è che il nuovo governo serbo stia facendo "grandi passi" verso l'integrazione europea, e che tutte le mosse, incluse le scuse, siano motivate dal desiderio di mostrare la forza e la capacità democratica della Serbia, innanzitutto allo scopo di conquistare la miglior posizione possibile nella soluzione del nodo kosovaro.

In questo senso all'estero le scuse di Tadic sono state principalmente valutate come un'abile e buona mossa dello stato. Il presidente della Croazia Stjepan Mesic crede che il gesto di Tadic sia giunto nel momento giusto e che sia un bene che abbia chiesto le scuse a tutti coloro ai quali gli appartenenti al suo popolo hanno recato del male.

Come riporta B92, l'autorevole giornale conservatore "Frankfurter Allgemeine Zeitung" sostiene che "da un punto di vista morale, era giunta ora di fare le scuse, ma che il momento politico è stato abilmente calcolato". Questo giornale aggiunge che nel momento in cui si sta lavorando alla soluzione dello status del Kosovo, a Tadic "non serve soltanto la benevolenza del presidente russo Putin, presente al summit energetico di Zagabria, come padrino dei serbi, ma anche la comprensione e come minimo la benevola posizione neutrale dei paesi circostanti dai quali non riceverà un sostegno diretto". La maggior parte degli altri media stranieri riportano le impressioni positive seguite alle scuse del presidente serbo a Zagabria.

L'opinione pubblica locale sembra che non si sia agitata molto. Le scuse di Tadic a Sarajevo avevano incontrato reazioni molto più forti e condanne più severe. Oggi, persino i suoi partner di coalizione di "destra" (il Partito democratico della Serbia e Nuova Serbia) si sono astenuti.

Dall'altra parte, "i portatori" delle idee e del pensiero civile, eterni critici di tutto ciò che accade in Serbia, e ultimamente per lo più di Tadic e dei suoi democratici a causa della collaborazione con Kostunica, per la prima volta negli ultimi anni, si sono espressi in modo positivo sul gesto del presidente. Le lodi giunte dalle penne di Kandic, Biserko e Vojin Dimitrijevic hanno quasi "scioccato" tutti i migliori conoscitori della situazione serba. In realtà, reazioni negative per le scuse di Tadic sono state espresse soltanto dai radicali serbi e dai liberali di Cedomir Jovanovic, motivo per cui tra il pubblico locale si parla spesso di due poli estremi o di due facce della stessa medaglia.

A giudicare dalle reazioni, la maggior parte dei funzionari locali vede la mossa di Tadic come un gesto positivo. Per altri Tadic è la vergogna della Serbia. Altri ancora si sono astenuti e vorrebbero sentire le scuse anche dalle "altri parti".

Il segretario generale del SRS Partito radicale serbo Aleksandar Vucic in una dichiarazione per il quotidiano "Politika" dice che è "una vergogna che Tadic abbia chiesto scusa ai croati per l'assassinio e le persecuzioni dei serbi", aggiungendo che lui "rappresenta la più grande calamità per la Serbia e per i suoi interessi nazionali".

Al Partito socialista della Serbia hanno manifestato "delusione" perché, credono loro, con le scuse si riconosce qualcosa che in modo oggettivo non esiste.

Il leader dei liberali, Jovanovic, non ha niente in contrario alle scuse del presidente Tadic, ma aggiunge che non bastano solo le parole. Come riporta B92 Jovanovic ha dichiarato che i "rapporti fra i serbi e i croati sono stati disturbati dalla politica di un errato sistema di valori che (in Serbia) ancora oggi esiste ed è causato dalla coalizione fra Kostunica e Tadic".

Per il partito Nuova Serbia sono necessarie reciproche scuse, mentre il G17 plus crede che le scuse siano un buon gesto perché la Serbia ha bisogno di amici nella regione e in Europa.

Il direttore del Centro per i diritti umani di Belgrado, Vojin Dimitrijevic afferma che si tratta di una mossa eccellente dello statista serbo. Dimitrijevic ha aggiunto che Tadic ha usato delle parole bilanciate, e che si è limitato alla politica di Slobodan Milosevic. La direttrice del Centro per il diritto umanitario, Natasa Kandic, come riportato da "Politika", ha detto che le scuse di Tadic ai cittadini della Croazia "sono le scuse più serie mai sentite fino ad ora da queste parti". Kandic crede che dopo questo atteggiamento del presidente serbo ci si può aspettare la conclusione della collaborazione con il Tribunale dell'Aja e il miglioramento della collaborazione fra la Serbia e la Croazia.