A causa l'armonizzazione delle tasse doganali, in linea con il Piano d'azione sull'armonizzazione dei sistemi economici, i commercianti hanno annunciato un aumento dei prezzi delle merci importate
Con il Decreto sulle tasse doganali, che è stato approvato il 12 agosto dal Governo montenegrino, si consente l'applicazione delle nuove tasse doganali accordate dal Piano d'azione sull'armonizzazione dei sistemi economici della Serbia e Montenegro. Il Governo montenegrino ieri ha abolito le barriere quantitative, che secondo il Piano d'Azione non dovrebbero più esistere. Cosi l'importazione della maggioranza dei prodotti sarà libera, però sottoposta a più alti tassi doganali. Le nuove tasse entreranno in vigore dal 15 agosto.
La decisione del Governo ha provocato le prime reazioni dei commercianti, secondo i quali, dal 15 agosto, aumenteranno i prezzi al minuto di tutta la merce di importazione. L'unico freno all'aumento dei prezzi potrebbe essere rappresentato dalle riserve. "Sulle nuove tariffe si applica anche l'IVA e tutto questo porterà all'aumento dei prezzi più alto dell'aumento delle tasse", ha dichiarato per "Vijesti" il proprietario di "Carine", uno dei più grandi cash and carries di Podgorica. Della stessa opinione sono anche gli altri commercianti che hanno reagito subito.
Alla richiesta di commentare le considerazioni di alcuni economisti secondo i quali invece di aumentare i prezzi i commercianti dovrebbero diminuire i margini, il presidente dell'associazione "Montenegro business market", ha dichiarato che con il margine che hanno i commercianti montenegrini, all'estero non lavorerebbe nessun commerciante. Il presidente dell'associazione ha detto che i margini medi sono del 5% nella vendita all'ingrosso, e 10% nella vendita al dettaglio. Perciò ha concluso affermando che i margini non bastano neanche per coprire tutti i costi.
La questione dei margini dei commercianti montenegrini è particolarmente ambigua ed alcune indagini hanno mostrato che gli stessi alle volte raggiungono percentuali tra il 50 e il 100%. I motivi di ciò si trovano in un mercato abbastanza piccolo, dove però le barriere amministrative sono ancora troppo alte, così che soltanto i più potenti possono rimanere nel mercato e fare diversi accordi sui prezzi, danneggiando cosi il consumatore.
I politici montenegrini spesso dicono che il Montenegro è un paese aperto e tentano di trovare le scuse nell'inflazione piuttosto alta (9,4 % nell'anno 2002 e già il 5,9% nei primi sei mesi di questo anno) in un paese dove l'euro è l'unica moneta corrente, per la tendenza dei commercianti ad avere margini altissimi. E' vero che fino a questo momento il Montenegro ha avuto tasse doganali molto basse se paragonate con la Serbia ed i paesi vicini. Però le barriere quantitative e le altre barriere amministrative sono sempre state presenti. L'ultima decisione di aumentare le tasse doganali, se anche le barriere quantitative dovessero essere abolite, avrà un effetto pericoloso per le tasche del cittadino medio.
Il ministro delle finanze, Miroslav Ivanisevic, nel suo discorso alla conferenza stampa, organizzata subito dopo la sessione del governo, ha detto che si tratta della applicazione del Piano d'azione sulla armonizzazione dei sistemi economici della Serbia e Montenegro, in cui gli interessi montenegrini sono stati protetti. Ivanisevic ha spiegato che conseguenza dell'armonizzazione potrebbe essere un orientamento dei cittadini verso prodotti meno costosi provenienti dalla Serbia, oppure un'import substitution che avverrebbe tramite lo sviluppo dei prodotti domestici.
Resta comunque il fatto che l'inflazione andrà avanti anche grazie all'armonizzazione e la possibilità che i cittadini, forse, dovranno comperare i prodotti della Serbia potrebbe significare una limitazione della libertà di scegliere la provenienza del prodotto.
I produttori di prodotti locali possono essere contenti, perché in questo modo saranno protetti dalla concorrenza. Rimane comunque il fatto che questi ultimi sono troppo pochi rispetto al numero dei consumatori, inoltre il Montenegro è un paese in cui nessuna industria è particolarmente sviluppata, mentre il turismo fatica ancora ad ottenre i guadagni di un tempo.
Così i consumatori ancora una volta pagheranno la scelta dei politici, sia montenegrini, sia serbi, sia europei. Questi ultimi non se ne preoccupano più di tanto, dicendo che è colpa dei commercianti che vogliono guadagnare con margini troppo alti, mentre i politici montenegrini rimanderanno la colpa a Bruxelles ed ai commercianti.
vedi anche:
- Serbia e Montenegro: dazi o no sulle carote?
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- L'armonizzazione delle tasse doganali di Serbia e Montenegro