Aleksanadr Vučić (foto Franz Johann Morgenbesser)

Aleksanadr Vučić (foto Franz Johann Morgenbesser )

Forte dell’alta popolarità di cui gode, il premier Aleksandar Vučić potrebbe decidere di candidarsi a presidente della Serbia, garantendosi nel caso di probabile vittoria una posizione di potere fino al 2022. Un'analisi

16/02/2016 -  Dragan Janjić Belgrado

"Potrei appoggiare una sua candidatura solo nel caso ci accordassimo sul fatto che sarò io a guidare il governo". E' con queste parole che ha risposto il presidente serbo Tomislav Nikolić ad una domanda sulla speculazione - ormai ricorrente in Serbia - secondo la quale il primo ministro Aleksandar Vučić potrebbe candidarsi a presidente della Repubblica nel 2017. La risposta evidenzia come tra i due politici al momento più popolari e potenti nel paese esista una certa distanza - nonostante militino nello stesso movimento politico, il Partito progressista serbo (SNS) - così come il fatto che Nikolić voglia mantenere un certo bilanciamento di potere a contraltare del dominio di Vučić.

Le speculazioni sulle intenzioni di Vučić non sono emerse da "fonti ben informate", come spesso accade in Serbia, ma derivano dalle valutazioni di analisti e commentatori politici. Nel frattempo Vučić ha deciso che in primavera, due anni in anticipo rispetto alla scadenza naturale del parlamento, si terranno elezioni politiche anticipate, in modo da approfittare per tempo della popolarità di cui lui e l'SNS attualmente godono, assicurandosi così altri quattro anni di governo con una forte maggioranza parlamentare.

Il potere alla presidenza

Il mandato presidenziale dura cinque anni quindi Vučić, qualora l'anno prossimo si candidasse alla carica di presidente, potrebbe provare ad assicurare per sé e il suo SNS il pieno controllo delle cariche presidenziale e governativa garantendosi così il potere sino al 2022. Essendo il politico indiscutibilmente più influente in Serbia, Vučić potrebbe facilmente spostare il baricentro decisionale dal governo al gabinetto presidenziale. Non sarebbe una novità, prima di lui lo fecero gli ex presidenti Boris Tadić e Slobodan Milošević.

Per Vučić sarebbe una soluzione facilmente percorribile. Sarà lui ad influire in modo decisivo sulla formazione del governo che uscirà dalle elezioni parlamentari anticipate, così come avrà grande influenza nella scelta del prossimo candidato presidenziale. Ed è chiaro che, qualora decidesse che sarà lui tale candidato, influirà sulla scelta del nuovo primo ministro e farà tutto il possibile affinché sia una persona di sua totale fiducia.

Divergenze

L'intervista rilasciata dall'attuale presidente Nikolić dimostra però come all'interno dell'SNS non ci sia accordo su quest'opzione e Vučić, qualora decidesse per questa soluzione, dovrebbe forse affrontare una resistenza interna al suo partito. L'offerta semi-seria di Nikolić per un accordo che lo vedrebbe diventare il nuovo primo ministro sarebbe difficilmente accettabile per Vučić. Nikolić infatti ha un'indubbia influenza all'interno dell'SNS e sicuramente tenterebbe di utilizzarla appieno per esercitare pienamente la funzione di primo ministro. Questo implicherebbe però un indebolimento della posizione di Vučić.

La carica di primo ministro è infatti sulla carta la più importante in Serbia, mentre il presidente ha una funzione per lo più rappresentativa. Ad esempio ha diritto di rigettare una legge adottata dal parlamento. Ma una volta sola. Qualora il parlamento non fosse d'accordo con il rifiuto del presidente e gli presentasse di nuovo lo stesso testo, il presidente è obbligato a firmarlo. Quindi, sostanzialmente, questi non può minare i poteri del governo e del parlamento. Tadić e Milošević lo fecero influendo informalmente sulle decisioni del governo e del parlamento, ed entrambi i pilastri del potere accettarono di fatto le loro richieste.

Al momento Vučić sembra però totalmente concentrato sulle imminenti elezioni e probabilmente cercherà di evitare del tutto la questione o di definirla una speculazione infondata. Gli conviene infatti aspettare l'esito delle elezioni politiche per  vedere gli equilibri di potere che andranno a crearsi nel nuovo parlamento. La questione delle elezioni presidenziali si imporrà da sé già alla fine di quest'anno e all'inizio del prossimo e sia il SNS che l'opposizione cominceranno allora la ricerca dei candidati presidenziali. Vučić, dunque, ha tempo per valutare la situazione e per prendere posizione, tanto all'interno dello stesso SNS quanto sulla scena politica in generale.

I candidati

La decisione sui candidati presidenziali non dipenderà soltanto dall'esito delle elezioni parlamentari, ma anche dall'evoluzione della situazione economica e sociale. Infatti, il prossimo anno le circostanze potrebbero peggiorare ulteriormente, cosa che potrebbe aprire la possibilità all'opposizione, a condizione che trovi una personalità credibile come candidato, di andare al ballottaggio.

Per evitarlo, l'unico candidato sicuro per l'SNS sarebbe proprio Vučić, il quale ha maggiori possibilità di vincere al primo turno. Tutti gli altri membri del SNS, incluso Nikolić, sono indietro in quanto a popolarità. Il rating di Nikolić è indebolito anche dai tabloid, che puntualmente lo attaccano con durezza. Tali attacchi aumentano e diminuiscono a seconda della situazione politica in atto e -  come fatto sapere dallo stesso Nikolić - in diverse occasioni vi è il sospetto che questi attacchi siano ispirati da ambienti filo-governativi.

Il vantaggio maggiore che hanno dalla propria parte Vučić e l'SNS è la debolezza e la disorganizzazione dell'opposizione che non si è ancora dimostrata in grado di articolare una piattaforma politica seria. Vučić presso i media, in parlamento e in seno alle altre istituzioni del paese sta portando avanti con successo e facilità una campagna di umiliazione degli avversari, grazie alla quale riesce a "mascherare" i suoi deboli risultati in ambito economico.

C'è da aspettarsi che a tal riguardo non ci sarà alcun cambiamento importante nemmeno dopo le elezioni parlamentari anticipate, e ciò significa che il partito al governo potrà condurre un'efficace campagna anche per le elezioni presidenziali. Se comunque all'inizio del prossimo anno Vučić valuterà che ciò è sufficiente affinché Nikolić ottenga con sicurezza un altro mandato, allora il premier non avrà motivo per impegnarsi in una complicata operazione per accaparrarsi la carica presidenziale.