Turchia – Bulgaria, sgarbi diplomatici
25 february 2016
In principio era la politica turca dei “zero problemi con i vicini”, la visione dell'allora ministro degli Esteri (ora premier) Ahmet Davutoğlu di uno spazio di collaborazione pacifica nel proprio estero vicino.
Poi sono arrivate la primavera araba, il colpo di stato in Egitto, la guerra civile in Siria, il brusco raffreddamento dei rapporti con la Russia: e il vicinato turco si è fatto sempre meno pacifico e collaborativo.
Ora anche le relazioni con la Bulgaria, molto buone in questi anni, si fanno nervose: domenica scorsa la Bulgaria ha espulso Uğur Emiroğlu, attaché sulle questioni sociali al consolato turco di Burgas, accusato di interferire negli affari interni bulgari.
Immediata la risposta di Ankara, che alcuni giorni più tardi ha dichiarato “persona non grata” Zornitsa Apostolova, primo segretario del consolato bulgaro ad Istanbul.
Alle radici della disputa c'è l'onda lunga della crisi siriana, e il complicarsi dei rapporti tra Turchia, Bulgaria e Russia. La tensione si è fatta evidente dopo che – lo scorso novembre - caccia turchi hanno abbattuto un bombardiere Su-24 russo sui cieli siriani.
Nell'occasione Lyutvi Mestan, leader del Movimento per le Libertà e i Diritti (DPS), partito che in Bulgaria rappresenta la numerosa minoranza turca, si è schierato apertamente con Ankara: una mossa che ha provocato la reazione del “padre-padrone” del partito, Ahmed Dogan, tradizionalmente su posizioni filo-russe ed è costato a Mestan una dolorosa defenestrazione politica.
Mestan è arrivato a temere per la propria vita e per quella della propria famiglia, e si è rifugiato rocambolescamente nella residenza dell'ambasciatore turco a Sofia. Nell'occasione, molti politici bulgari chiesero l'espulsione del diplomatico, reo di aver scavalcato le proprie prerogative diplomatiche.
Due settimane fa il governo turco ha sentenziato il divieto di ingresso nel paese per Ahmed Dogan e per un altro discusso leader del DPS, il tycoon mediatico Delyan Peevski, divieto ufficiosamente motivato dalle posizioni pro-russe dei due.
E se la Bulgaria si sente sempre più stretta dallo scontro dei due grandi e potenti vicini – venerdì 19 il parlamento di Sofia ha dato il via ad una commissione speciale che indaghi sulle presunte intromissioni turche e russe negli affari interni del paese – Ankara rischia di perdere uno degli ultimi vicini con cui poteva ancora vantare “zero problemi”.