Turchia, annullate le elezioni per Istanbul
7 may 2019
La Commissione elettorale centrale (YSK) ha annunciato ieri che le elezioni amministrative a Istanbul, vinte al foto-finish dal candidato di opposizione Ekrem İmamoğlu lo scorso 31 marzo, dovranno essere ripetute.
La Commissione ha quindi accolto il ricorso persentato dall'AKP del presidente Recep Tayyip Erdoğan, che denunciava brogli ed irregolarità, ed ha ordinato di organizzare una nuova tornata elettorale per il prossimo 23 giugno. Oltre ad irregolarità formali, secondo lo YSK il processo elettorale sarebbe stato inquinato dall'azione di seguaci del predicatore Fethullah Gülen, accusato dalle autorità turche di essere la mente dietro il fallito golpe del luglio 2016.
İmamoğlu, candidato dai repubblicani del CHP e dallo İyi Parti, che aveva superato di appena 14mila preferenze Binali Yıldırım, sostenuto dall'AKP e dai nazionalisti del MHP, è stato quindi rimosso dalla carica di sindaco di Istanbul, che aveva assunto lo scorso 17 aprile.
Come prevedibile, la decisione dello YSK ha sollevato feroci polemiche. “Vergogna! Lo YSK è stato sottoposto a pressioni politiche fin dal primo giorno”, ha commentato İmamoğlu. “La gente [di Istanbul] ha scelto me. Noi siamo i giovani turchi assetati di giustizia e fiducia nella democrazia”.
Secondo il deputato AKP Markar Esayan, invece, “i nostri ricorsi sono stati presentati in linea col sistema legale turco. La stessa procedura è stata utilizzata più volte dai partiti di opposizione”, mentre per Yıldırım la ripetizione del voto porterà “risultati positivi”.
Fortemente critiche le voci che vengono dall'Unione europea. Secondo l'europarlamentare olandese Kati Piri, rapporteur sulla Turchia “la decisione dello YSK mette fine a qualsiasi credibilità di transizione democratica attraverso elezioni in Turchia”, mentre per il leader dei liberali Guy Verhofstadt “la Turchia di Erdoğan si sta evidentemente trasformando in una dittatura”.
Le elezioni amministrative dello scorso marzo avevano segnato una significativa affermazione per l'opposizione turca: l'AKP ha conservato la maggioranza relativa dei consensi, perdendo però le città simbolo più importanti: Ankara, Izmir e, almeno fino alla decisione di ieri, Istanbul.