Turchia: tempi duri anche per gli ambientalisti
22 december 2017
Birhan Erkutlu e Tuğba Günal da 14 anni conducono una battaglia legale contro la costruzione di centrali elettriche nella valle di Alakır, in provincia di Antalya. Di recente sono stati oggetto di minacce e intimidazioni con arma da fuoco.
La zona del fiume Alakır, interessata dalla costruzione di 8 centrali idroelettriche, nel 2016 è stata dichiarata area protetta da una sentenza della Corte suprema turca. Ma nonostante la decisione del tribunale i lavori sono andati avanti. Allo stato attuale 5 delle 8 centrali sono completate, mentre le altre 3 sono in fase di progettazione.
La coppia, che prosegue imperterrita la propria battaglia legale, è stata denunciata dalle società energetiche, subendo diverse intimidazioni, che negli ultimi mesi si sono ulteriormente aggravate. Come ha spiegato Erkutlu, nelle scorse settimane la famiglia è stata allertata con degli spari in direzione della propria abitazione. Successivamente è stata privata dell’acqua perché la direzione della sorgente sotterranea da cui la attingevano è stata modificata. Infine, il terreno attiguo all’area di loro proprietà è stato acquistato dal capo cantiere della società Metamar/Dedegöl (titolare della costruzione di una centrale) dove “hanno piantato un palo su cui sono state collocate 4 telecamere puntate direttamente sulla via che porta alla nostra abitazione e sulla porta di casa”, ha riferito Erkutlu alla stampa locale. L’uomo ha ricordato inoltre come alcuni mesi fa il guardiano del cantiere li avesse minacciati di “rompergli braccia e gambe”, venendo poi condannato ad alcuni mesi di prigione per l’intimidazione.
Gli attivisti per l’ambiente devono affrontare spesso attacchi e denunce, perché si oppongono al trend di costruzioni indiscriminate di centrali energetiche ed altri progetti edilizi devastanti per l’ambiente, spesso riconosciuti come tali anche dalle sentenze dei tribunali. Come nel caso del ricorso presentato da Aysin e Ali Ulvi Büyüknohutçu, altra coppia ambientalista uccisa nella propria casa, appena dopo aver vinto una causa contro una cava di marmo ad Antalya.