USA sanzionano due ministri turchi
2 august 2018
Gli Stati Uniti hanno approvato ieri sanzioni contro Süleyman Soylu e Abdülhamit Gül, rispettivamente ministri turchi dell’Interno e della Giustizia.
La decisione, ha specificato la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders in conferenza stampa, è stata presa in connessione al mancato rilascio del pastore statunitense Andrew Brunson, imprigionato a Smirne da quasi 2 anni. Le sanzioni rientrano nell’ambito della legge Magnitsky - già applicata tra gli altri al leader ceceno Ramzan Kadyrov - e comportano il congelamento dei beni dei ministri negli Stati Uniti, nonché il divieto per i cittadini americani di realizzare transazioni finanziarie con i due. Per alcuni esperti tra le conseguenze delle sanzioni ci sarebbe anche il divieto di ingresso negli USA per i ministri.
Sanders ha affermato che “non esistono prove della colpevolezza di Brunson, il quale è vittima della detenzione ingiusta del governo turco”, mentre le sanzioni sono rivolte ai due ministri perché “hanno giocato un ruolo primario nell’arresto del pastore”. Poche ore dopo la dichiarazione della portavoce, il Senato USA ha anche deciso di sospendere temporaneamente la vendita di sistemi di armamento F35 alla Turchia. E in un messaggio Twitter, il vice-presidente USA Mike Pence, ha annunciato che “le sanzioni contro la Turchia proseguiranno fino a quando il pastore Andrew Craig Brunson verrà rilasciato”.
Quattro su 5 dei partiti del parlamento turco hanno condannato le misure annunciate dagli Stati Uniti. La diplomazia di Ankara, contestando la decisione con forza ha invitato Washington a ritirare le sanzioni. In una nota del ministero degli Esteri turco è stato affermato che “questa decisione presenta la forma di un intervento irrispettoso nel nostro sistema giuridico. Non c’è dubbio che, essendo contraria alla sostanza dei nostri rapporti con gli USA, causerà un grande danno agli sforzi di risoluzione dei problemi condotti da entrambe le parti”. Il vice-presidente turco Fuat Oktay ha invece dichiarato che la Turchia “da grande stato qual è, non avrà alcuna esitazione a reagire all’amministrazione USA”.
Le sanzioni USA ai due ministri rappresentano una reazione senza precedenti nei confronti di paese membro della Nato. Intanto Brunson, che a fine luglio era stato trasferito agli arresti domiciliari, rischia fino a 35 anni di detenzione per accuse di terrorismo. Il pastore è accusato in particolare di avere legami con il PKK e con il movimento di Fethullah Gülen, che Ankara accusa di aver organizzato il tentato golpe del luglio 2016. La questione del rilascio di Brunson sarà discussa in un incontro tra il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ed il ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu, annunciato per la settimana prossima.