Una ricerca
Questa indagine si concentra su di una vicenda esemplare ma poco conosciuta: i memoriali della seconda guerra mondiale realizzati, a partire dal 1950, nei territori della ex Jugoslavia.
In particolar modo verranno studiate e poste in mostra le diverse esperienze di due architetti, Bogdan Bogdanović (1922) ed Edvard Ravnikar (1907-1993) i quali realizzarono e progettarono numerosi monumenti e complessi memoriali dedicati al ricordo dei tragici eventi del secondo conflitto mondiale.
Le esperienze di Bogdanović e Ravnikar, notevolmente distanti negli esiti, presentano delle affascinanti convergenze come la rinuncia all'esaltazione architettonica della violenza o dell'odio, l'alto valore simbolico delle composizioni associato alla comune rinunzia a riferimenti chiaramente riconducibili alla religione o a ideologie politiche (la croce, la falce ed il martello, la stella a cinque punte), la ricerca di un rapporto profondo con il paesaggio portato avanti attraverso un dialogo serrato tra l'essenza propria dei luoghi e la trasfigurazione del dramma in figure enigmaticamente parlanti e dall'alto valore patetico.
Ma il parallelismo tra i due maestri si interrompe bruscamente davanti all'evidente diversità delle forme. Ciò che in Ravnikar porta al non finito (Memoriale di Kampor, 1952), all'imperfezione apocrifa di segni che conquistano lo spazio con una latente e romantica irresolutezza, in Bogdanović si trasforma in figure forti, decise, mosse da un furor arci-combinatorio che produce strabilianti meticci surrealisti, frutto di ibridazioni di uomini, animali ed elementi architettonici.
Se guardiamo la necropoli bianca di Prilep (Monumento commemorativo a Prilep, 1961) le figure non si nascondono ma assalgono l'osservatore parlando mediante la reiterazione quasi giocosa di elementi caratterizzati da assonanze fisiognomiche. Il confronto con le forme ripetute da Ravnikar a Draga e Begunije (memoriali di Draga e Begunije) evidenzia l'inconciliabile diversità degli reciproci universi culturali e formali.
Mentre Ravnikar resta solidamente ancorato alla disciplina architettonica, Bogdanovic indulge alla scultura e nelle sue forme le figure assumono connotati più evidenti. Questa diversità di atteggiamento è palese confrontando il Memoriale di Kampor di Ravnikar con un opera come le pietre-ali di Kruševac (Monumento commemorativo a Kruševac, 1965) .
Ma le diversità sono evidenti anche quando Bogdanovic si cimenta propriamente con l'architettura, vedasi la casa-archetipo-monumento di Cacak (Parco della rimembranza della lotta e della vittoria a Cacak, 1980), oppure il Monumento alla storia della lotta di liberazione a Knjaževac, 1871 con gli elementi che mescolano i riferimenti alle tombe di Bogomili ad arcaicità misteriose, o ancora i guerrieri simbolici di Bela Crkva (Monumento all'insurrezione a Bela Crkva, 1971) o anche il monumento a Vukovar (Parco Memoriale Dudik a Vukovar, 1980).
Le diversità dei due maestri sono tali da aprire una complessità di riflessioni che la ricerca prima e la mostra poi cercherà di trattare, affrontando lo studio di due modi affascinanti e diversi di interpretare il difficile tema della costruzione dei luoghi della memoria tra ricerca di identità e disegno del paesaggio.
I documenti esistenti e pubblicati sono pochi, molte delle opere dei due maestri sono tuttora inedite e sconosciute anche agli addetti ai lavori. Esigue sono le prese di posizione dei critici sulle singole opere e quasi nulli i confronti tra i due maestri.
La prima fase della ricerca si propone di attivare un intensa campagna di studio e conoscenza che si concentrerà sui 40 memoriali progettati e/o realizzati da Ravnikar e Bogdanović, in questa fase si provvederà alla raccolta di documenti editi ed inediti quali contributi critici, disegni originali, materiale iconografico ...; contemporaneamente verrà attivata un rete di contatti con ricercatori, storici e architetti che a diverso titolo si sono occupati delle opere oggetto di studio.