Il suicidio di una ragazza di 11 anni, che sarebbe stata convertita dalla setta dei Testimoni di Geova, scuote l'opinione pubblica del Paese delle aquile. Sarebbero 3.200 i Testimoni di Geova in Albania, dove il gruppo è legalmente registrato come confessione riconosciuta
Di Aulona Kadillari, Panorama, 18 febbraio 2005
Traduzione di Mandi Gueguen e Carlo Dall'Asta
Joana Rajdho, 11 anni, è stata trovata impiccata nel bagno della casa dove viveva con la famiglia. Il motivo di questo suicidio sarebbe stato un'animata discussione tra la ragazzina e i suoi genitori, in merito al suo credo nella dottrina dei Testimoni di Geova. Un'altra ragazzina di 10 anni si era suicidata qualche giorno prima, e lo scorso anno una giovane di 22 anni, adepta dei Testimoni di Geova e gravemente ammalata, aveva rifiutato fino alla morte qualsiasi trasfusione di sangue, che avrebbe potuto salvarle la vita, perché la sua fede glielo vietava.
Dopo queste ultime tragiche notizie che sono finite sulla prima pagina dei giornali albanesi, i Testimoni di Geova si sono trovati presi di mira dai giornalisti. Non è la prima volta che questa setta è ritenuta responsabile del suicidio di giovani, cosa che l'organizzazione smentisce energicamente. Artan Duka, rappresentante albanese della setta, reagisce alle accuse di cui i Testimoni di Geova sono fatti oggetto, insistendo sul loro carattere di infondatezza. E non tralascia di ricordare la dottrina di questa setta.
Nel corso di una intervista concessa a Panorama, Artan Duka afferma che i Testimoni di Geova hanno saputo della storia dei suicidi solo attraverso la stampa. Si sono subito recati dalla famiglia toccata dalla tragedia. I genitori avrebbero affermato che nessun legame univa in alcun modo loro figlia alla setta. Artan Duka non esclude tuttavia che dei missionari dei Testimoni di Geova, durante le loro abituali spedizioni presso i privati, abbiano potuto incontrare la ragazza. Gli inquirenti hanno in effetti trovato in casa sua dei volantini e degli opuscoli che espongono la dottrina della setta. Secondo Artan Duka appartengono alla sorella, che stava preparando una ricerca scolastica su questo argomento.
Il ripetersi di accuse di questo genere non è, secondo Artan Duka, che una macchinazione della stampa. Del resto, i Testimoni hanno sempre messo in chiaro la situazione con le famiglie coinvolte, e non sono mai stati disturbati dagli investigatori.
Esistono a Tirana 30 gruppi di Testimoni di Geova. Hanno una sala dove si riuniscono e l'entrata è aperta a tutti, a coloro che sono battezzati come Testimoni di Geova e a tutte le altre persone interessate. Può succedere che delle persone vengano solo per conoscere l'organizzazione, non è indispensabile essere Testimone per partecipare alle riunioni. Per diventarlo, invece, bisogna seguire una specifica procedura. Queste riunioni sono l'occasione di predicare i precetti dei Testimoni di Geova, fondati su una particolare interpretazione della Bibbia, che sottolinea tra le altre cose il carattere prezioso della vita, dono di Dio, a cui nessuno può recare danno. I Testimoni invocano anche la resurrezione dopo la morte.
La setta conta anche dei bambini tra i suoi adepti, ma Artan Duka sottolinea che essi sono sempre accompagnati dai genitori che ne hanno la responsabilità, e che non sono obbligati a venire coi loro figli se non lo vogliono. Infine, questi tragici episodi non possono ricevere nessuna spiegazione religiosa, secondo il rappresentante albanese dei Testimoni di Geova, perché qualsiasi persona che conosca anche solo sommariamente i precetti dell'organizzazione, conosce anche la loro posizione riguardo al suicidio.
3.200 Testimoni di Geova in Albania
Questa setta è presente da moltissimo tempo in Albania. D'altronde il suo rappresentante albanese respinge l'appellativo di setta. Si tratta secondo lui di una religione, non di una setta. I Testimoni di Geova esistono in Albania dal 1920, spiega, sono stati attivi dall'epoca di re Zog Primo ed anche durante l'occupazione fascista. Hanno continuato la loro attività anche nel 1967, quando il governo comunista proibì ufficialmente ogni pratica religiosa. I Testimoni di Geova hanno lavorato in condizioni molto difficili, anche durante il periodo comunista, a cui alcuni vecchi Testimoni sono sopravvissuti. Nel 1992, sono stati riconosciuti dalla legge, ed iscritti nel registro delle religioni nel 1993. Artan Duke non manca di insistere su questo fatto, per sottolineare il riconoscimento di cui beneficia la sua confessione.
Non si possono tuttavia passare sotto silenzio gli adepti, i Testimoni di Geova, che sono più di 3200, secondo le cifre fornite dalla setta. Artan Duke insiste, da parte sua, sul metodo di lavoro, quel «porta a porta», che li distingue dalle altre religioni. I «Testimoni di Geova», sono organizzati in congregazioni o gruppi, che radunano sia i convertiti, i Testimoni veri e propri, come anche tutti quelli che vengono per informarsi, oppure occasionalmente. Le riunioni di questa «religione» hanno luogo tre volte alla settimana. Si tratta secondo Artan Duke di una religione e soprattutto di una organizzazione religiosa senza fine di lucro. La setta religiosa, ormai ben nota nel nostro Paese, impone ai suoi adepti regole rigide ed intransigenti, come la proibizione delle trasfusioni di sangue, e l'Albania annovera qualche caso in cui dei malati sono morti in seguito al loro stesso rifiuto di ricevere il sangue di un'altra persona.