Nikola Gruevski - Wikimedia Commons

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E' partita la campagna elettorale in Macedonia, ma al momento soltanto la VMRO dell'ex premier Nikola Gruevski è in lizza: tutti gli altri partiti boicottano il voto. Il servizio di Francesco Martino (OBC) per il Gr di Radio Capodistria [17 maggio 2016]

Dovevano traghettare la Macedonia fuori dalla crisi istituzionale, ma ora rischiano di approfondirla ancora di più: le elezioni anticipate del prossimo 5 giugno, concordate a fatica da maggioranza e opposizione, sono ormai ad un vicolo cieco.

Ieri è partita la campagna elettorale, ma solo la VMRO dell'ex premier Gruevski partecipa attivamente alla contesa: tutte le altre formazioni hanno infatti deciso di boicottare le urne, denunciando mancate riforme necessarie ad un voto democratico e libero.

Da inizio 2015 la Macedonia è in crisi politica ed istituzionale: da quando, cioè, il leader dell'opposizione Zoran Zaev portò alla luce intercettazioni che accusavano il governo di spiare illegalmente almeno 20mila cittadini macedoni.

Per sanare lo scontro è intervenuta la comunità internazionale, Unione europea e Stati Uniti in testa: faticosi negoziati hanno portato agli accordi di Przino dell'estate 2015, che prevedevano le dimissioni di Gruevski ed elezioni anticipate. Per andare al voto, l'opposizione chiedeva però cambiamenti nel sistema mediatico, ritenuto sbilanciato a favore del governo, e una revisione delle liste elettorali, che conterrebbero decine di migliaia di nominativi falsi o non aggiornati.

Nonostante le assicurazioni del governo, le riforme sono rimaste in gran parte inattuate: l'opposizione ha così optato per il boicottaggio, lasciando la VMRO a correre da sola. Resta però da vedere se Gruevski vorrà portare la Macedonia alle urne tutti i costi: sia Bruxelles che Washington hanno infatti invitato l'ex premier a desistere, giudicando “poco credibili” gli eventuali risultati elettorali.



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