Riparte tra le ombre il negoziato di Minsk tra governo ucraino e ribelli pro-russi, il leader separatista Alexander Zakharchenko parla di un nuovo futuribile stato sul territorio dell'attuale Ucraina. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [19 luglio 2017]
"L'Ucraina non sarà mai più quella di prima, è uno stato che ha gettato discredito sul suo stesso nome. Vogliamo la creazione di un nuovo soggetto interazionale col nome Malorossiya”. Queste le proposte shock arrivate da Alexander Zakharchenko, leader dell'autoproclamata “ e ribelle Repubblica popolare di Donetsk” alla vigilia della ripresa dei colloqui di pace di Minsk, proposte bollate come “provocazione inaccettabile” dalle autorità di Kiev.
Il piano di Zakharchenko, che ha mostrato la nuova bandiera e la mappa della sua “Malorossiya”, o “Piccola Russia”, con tanto di capitale a Donetsk, oltre a provocare dure reazioni a Kiev è stato accolto con freddezza anche a Mosca, accusata dall'Occidente di supportare le regioni separatiste dell'Ucraina orientale.
Il Cremlino ha parlato di “iniziativa personale”, ribadendo che Mosca “conferma il suo impegno nel processo negoziale di Minsk”, lanciato nel 2015 per cercare una soluzione pacifica al conflitto e ripartito con fatica proprio nella giornata di oggi.
Le dichiarazioni di Zakharchenko, però, hanno gettato pesanti ombre sulla possibilità che il negoziato possa finalmente sbloccare la difficile situazione sul campo. “Queste parole, che arrivano proprio alla vigilia del nuovo incontro a Minsk, potrebbero significare che non abbiamo nulla di cui discutere”, ha dichiarato l'ex premier ucraino Yevhen Marchuk, che rappresenta Kiev nel processo negoziale.
Nonostante gli sforzi diplomatici in corso, violazioni al cessate il fuoco vengono registrate quasi ogni giorno. Dall'inizio degli scontri nel 2014, le vittime accertate del conflitto armato sono oltre 10mila.
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