Una delegazione di europarlamentari italiani sarà in missione tra oggi e lunedì 1° febbraio sul confine italo-sloveno, in Croazia e Bosnia Erzegovina, per incontrare autorità locali e realtà della società civile che opera sul campo in azioni a sostegno di migranti e rifugiati
Dal 29 gennaio al 1° febbraio 2021 si svolgerà la missione dei deputati europei Pietro Bartolo, Brando Benifei, Pierfrancesco Majorino e Alessandra Moretti in Croazia e Bosnia Erzegovina per visitare i campi profughi alle frontiere dei due Paesi e avere una testimonianza diretta della tragica situazione dei migranti in quelle zone, negli insediamenti informali.
Piefrancesco Majorino sottolinea a OBCT il senso della missione: "Andare laddove si sta consumando una tragedia dal punto di vista umanitario, nel silenzio complice di tanti. Oltre ad incontrare autorità, realtà no profit che operano sul campo, anche persone migranti e rifugiati, con i quali vogliamo dialogare proprio perché siamo di fronte ad una situazione inaccettabile, frutto di scelte irresponsabili da parte dei singoli paesi membri e dell’Unione europea che complessivamente ha sottovalutato per troppo tempo la situazione che si è determinata in questo tratto di rotta balcanica. Come per altro, purtroppo, è già avvenuto in Grecia o avviene ancora nel Mediterraneo, come è avvenuto nella scelta sconvolgente della realizzazione dei campi in Libia”.
Ovviamente la questione chiama in causa anche l’Italia. Infatti, nelle stesse giornate l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio incontrerà associazioni ed enti sul versante “italiano” del confine con la Slovenia. Dando vita ad un’iniziativa incentrata sulle responsabilità specifiche dell’Italia e sulla necessità di costruzione di ponti solidali tra le diverse esperienze che hanno a cuore il destino di persone “intrappolate” da un sistema di regole assolutamente fallimentare.
Il resto della delegazione si recherà a visitare alcuni dei luoghi-chiave di quanto accade lungo la parte di “rotta balcanica” che interessa la Croazia e la Bosnia Erzegovina. In Croazia, oltre ad incontrare le strutture diplomatiche, la delegazione si recherà all’Hotel Porin, il centro governativo di accoglienza per migranti e rifugiati e andrà poi nella foresta di Bojna al confine croato-bosniaco, principale teatro di diversi respingimenti.
Domenica 31 gennaio, in Bosnia Erzegovina, la delegazione di eurodeputati visiterà la zona di Bihać e l’accampamento di Lipa a 30 km dalla città, distrutto a dicembre scorso da un incendio e nel quale le persone sono qui costrette a vivere in condizioni inumane.
La delegazione incontrerà inoltre le autorità locali del Cantone di Una Sana e i rappresentati di diverse ONG che lavorano da tempo nell’area balcanica e che denunciano l’incapacità di ritrovare soluzioni efficaci sul piano emergenziale e strutturale. Soluzioni che gli eurodeputati ritengono necessarie e urgenti.
“E’ necessario”, ha dichiarato infine Majorino, “un intervento umanitario immediato perché le persone che si trovano qui sotto la neve vengano spostate, perché non possiamo più permettere situazioni del genere. Nell’ambito del Parlamento europeo vogliamo proseguire con denunce, dando voce a quello che le organizzazioni non governative dicono da mesi inascoltate, e cambiare radicalmente le politiche europee su migranti e richiedenti asilo”.
Come riporta il comunicato stampa arrivato da Bruxelles, vi è infatti bisogno di un’immediata azione umanitaria, che dal Parlamento europeo viene richiesta da oltre un anno, per aiutare le persone che rischiano ogni giorno la vita e subiscono violenze inaudite e respingimenti. Occorre porre fine alla logica dell’esternalizzazione dei confini e dei continui respingimenti come soluzione per far fronte ai flussi migratori nella rotta balcanica e non solo. Serve una strategia complessiva che non lasci solo nessun singolo Stato e che salvaguardi il diritto di asilo di ogni singolo migrante nel pieno rispetto dei diritti umani e del diritto e delle norme internazionali.
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