Sukhumi (WomEOS/flickr)

Cinque anni fa, le elezioni per il presidente dell'Abkhazia, un territorio al tempo non riconosciuto da nessun Paese, avevano portato a uno scontro forte tra i sostenitori dei due principali contendenti, Bagapsh e Khadzhimba. Il prossimo 12 dicembre si ritrovano nuovamente uno contro l'altro

11/12/2009 -  Angela Kuchuberya Sukhumi

Cinque anni fa ci sono voluti dei mesi per eleggere il presidente dell'Abkhazia: le elezioni hanno avuto inizio il 3 ottobre 2004 e si sono effetivamente concluse solo il 12 gennaio 2005.

Sergey Bagapsh

Allora le elezioni presidenziali portarono ad un inasprimento delle tensioni politiche interne rischiando di portare l'Abkhazia alla guerra civile. Nel novembre del 2004 crebbe lo scontro politico tra i sostenitori dei due principali candidati, Bagapsh e Khadzhimba, e i sostenitori di Bagapsh occuparono le sedi della presidenza e del governo della Repubblica. In seguito ad una confusa sparatoria morì la sostenitrice di Khadzhimba Tamara Shakryl, linguista e attivista, docente all'univerista statale abkhaza.

In reazione all'alto livello di tensione, la Russia ha aumentato il controllo ai confini, ha vietato l'importazione di mandarini dall'Abkhazia e ha bloccato il collegamento ferroviario con la repubblica. Nello scontro, la Russia stava dalla parte di Khadzhimba.

In seguito all'intervento di intermediari dalla Russia, i leader delle due parti, Sergey Bagapsh e Raul Khadzhimba il 6 dicembre decisero di partecipare a nuove elezioni, in cui Bagapsh sarebbe stato candidato presidente e Khadzhimba candidato come suo vice-presidente.

In seguito all'accordo firmato il 6 dicembre "Accordo sulle misure per l'ottenimento di unità nazionale in Abkhazia", il vice-presidente della repubblica otteneva ampi poteri, tra i quali il potere di coordinare le attività delle autorità statali in ambito di politica interna, di difesa e di sicurezza. Secondo l'accordo, il vice-presidente poteva disporre del 40% del budget di cui disponeva il presidente abkhazo.

Raul Khadzhimba

In seguito alle nuove elezioni tenutesi il 12 gennaio 2005, 69.328 persone votarono per il tandem Bagapsh-Khadzhimba, e 3.549 per il leader del Partito Popolare Abkhazo Jakub Lakoba, che si poneva come alternativa a Bagapsh. 1988 persone votarono "contro tutti", e 868 schede furono riconosciute "non valide".

In totale presero parte al voto 75.733 persone delle 129.127 che erano presenti nelle liste elettorali.

Raul Khadzhimba non ha però mantenuto il suo incarico di vice-presidente fino alla fine del mandato. Il 28 maggio del 2009, Khadzhimba si è dimesso in reazione "alle ultime azioni della leadership di governo in risposta alle dichiarazioni delle forze di opposizione".

L'opposizione ha sollevato un problema irrisolto nel paese", ha dichiarato il vice-presidente dimissionario, "ed ha tutto il diritto di farlo. La ricerca di nemici interni emersa dalla propaganda grossolana e irresponsabile trasmessa sulla televisione pubblica, porta a rotture nella società."

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Khadzhimba ha dichiarato inoltre che la sua presenza al potere era legata all'impegno sottoscritto il 6 dicembre 2004, in un momento in cui la situazione era molto tesa. "Sono più che sicuro che molti capiscono perfettamente che allora non c'era altra uscita. Quell'accordo ha permesso di superare molte questioni in quella fase," ha aggiunto Khadzhimba.

"Negli ultimi 4 anni il governo abkhazo non ha fatto niente per realizzare riforme in ambito di amministrazioni locali o per lo stabilimento di uno stato di diritto effettivo", ha evidenziato Khadzhimba, "Nel governo a vario livello ci sono persone valide e rispettabili, ma la loro attività non può portare frutti, perché si scontra con la mancanza di volontà politica di chi è vicino al presidente". Secondo l'ex vice-presidente, nel governo ci sono persone che non la pensano come il presidente, ma non sempre possono esprimere la propria posizione o opinione.

Precedentemente Khadzhimba ha comunicato che l'accordo e la legge costituzionale riguardante i poteri e le responsabilità del vice-presidente sono stati violati abbondantemente non appena Sergey Bagapsh è diventato presidente.

Subtito dopo le dimissioni di Khadzimba lo scorso maggio, il presidente Bagapsh ha subito reagito suggerendo che le sue dichiarazioni sono collegate alle elezioni del 12 dicembre.