Victor Ponta, leader dei social-democratici e premier rumeno (dal web)

E' durato tre mesi il governo dell'ex capo dei servizi segreti Mihai Razvan Ungureanu. Sfiduciato dal parlamento lascia il posto all'opposizione e ad un governo guidato da Victor Ponta. Forte fibrillazione politica in attesa delle elezioni parlamentari previste per il novembre prossimo

02/05/2012 -  Mihaela Iordache

Cambio di potere in Romania. A soli sei mesi dalle elezioni politiche, previste per il prossimo novembre, l’opposizione romena di centro-sinistra ha la possibilità di governare. Il governo uscente, sotto la guida di un'ex direttore dei servizi segreti, ha resistito in carica meno di tre mesi. Chiamato a salvare il Paese in crisi e soprattutto a salvare una coalizione di centro- destra ormai logora, Mihai Razvan Ungureanu, il premier voluto dal capo dello stato Traian Basescu, ha avuto una vita politica assai breve. Nonostante informi i media che non è detta ancora l'ultima parola.

Designato dopo le dimissioni del democratico-liberale Emil Boc, che aveva rimesso il mandato dopo settimane di imponenti proteste di strada, Ungureanu aveva l'atteggiamento calmo e l’aria di chi è invincibile. Ma non è bastato in tempi di dura crisi economica e di alto fermento politico.

La sfiducia

Si può dire che sia avvenuto proprio il contrario: quest'atteggiamento avrebbe irritato ancora di più i suoi critici. Ungureanu è stato sfiduciato dal parlamento di Bucarest con 235 voti, quattro in più del minimo necessario per far cadere il governo. La mozione di sfiducia sottolineava irregolarità nell’utilizzo dei fondi pubblici e l'inefficacia delle privatizzazioni, ed è passata grazie  ai  voti dei parlamentari dell’Unione Social-liberale formata dal partito Social-democratico (PSD), dal partito Nazional-liberale (PNL) e dal partito Conservatore (PC), nonché grazie ai voti di alcuni ex parlamentari di centro-destra che nell’ultimo periodo sono passati dalla parte dell’opposizione. Altri voti sono arrivati delle minoranze nazionali.

Il perdente è il partito Democratico-liberale (PDL) il cui mentore politico è il capo dello stato Traian Basescu.Va ora all'opposizione anche l’Unione Democratica dei magiari che insieme ai democratici liberali ha formato la coalizione di governo sino ad ora.

Victor Ponta, prossimo premier

Dopo anni di polemiche e tensioni con l'opposizione, il capo dello stato, accusato dai suoi critici di non rispettare la costituzione e di atteggiamenti autoritari, si è visto ora costretto a nominare come futuro premier il presidente del partito Social-democratico, il trentanovenne Victor Ponta. Anche perché da parte del centro-destra non è emersa alcuna ipotesi alternativa al governo uscente. Il PDL, rimasto senza appoggio parlamentare, ha rinunciato a proporre un nuovo candidato premier e formare un nuovo governo.

Dal canto suo Ponta, giurista di professione, ha già annunciato il suo governo, formato da ministri sostenuti dai tre partiti dell'Unione Social-liberale, e che lunedì prossimo andrà in Parlamento per chiedere la fiducia. Molto probabilmente la otterrà.

Tra i più poveri d'Europa

La Romania, secondo Paese più povero dell'Unione europea, è stato tra i primi ad avviare drastiche politiche di austerità, riducendo stipendi e aumentando l'IVA. Dall'inizio della crisi economica nel 2008 le autorità di Bucarest hanno varato misure come la diminuzione degli stipendi pubblici del 25% e l'aumento dell'IVA dal 19% al 24%.

In due anni oltre 200.000 funzionari pubblici sono stati licenziati, mentre lo stipendio medio è di circa 350 euro. Da anni la Romania paga stipendi e pensioni con soldi prestati da FMI , Banca Mondiale e UE. L'alternanza al potere arriva ad un mese dalle elezioni amministrative e a sei da quelle politiche.

Perché andare al governo?

Il contesto è più che sensibile. In molti si sono chiesti quindi perché la coalizione di centro sinistra abbia accettato di governare proprio ora. E' in vantaggio nei sondaggi a pochi mesi dalle elezioni. Sembrerebbe politicamente azzardato ma è da anni che, isolata e marginalizzata dal presidente Basescu, l'opposizione annuncia che arriverà il momento in cui potrà governare. E questo momento è arrivato, anche prima delle prossime politiche.

Certo è che il nuovo governo, anche se provvisorio, si confronterà con le alte aspettative dei cittadini romeni. Il presidente Basescu, quasi a nome del governo uscente aveva promesso l'aumento di stipendi e pensioni. Promessa che rimane da gestire sul tavolo del governo entrante. Inoltre il centro-sinistra ha sempre aspramente criticato i troppi sacrifici chiesti alla gente, sopratutto ai più poveri. Ora dovrà segnare una direzione diversa. Infine c'è la spada di Damocle del Fondo Monetario Internazionale, che ha subito bloccato un accordo per 5 miliardi di euro di aiuti alla Romania, in attesa di confrontarsi con il nuovo governo.

Il governo Ungureanu si era inoltre impegnato a procedere con la privatizzazione di varie aziende pubbliche. Ed è proprio sulle privatizzazioni che la coalizione di centro-sinistra ha in passato espresso molti dubbi, non considerandole nell'interesse del Paese.

Una vera e propria giungla, nella quale il nuovo governo dovrà orientarsi. E si vedrà alle prossime elezioni politiche se l'attività di governo avrà logorato il capitale politico accumulato recentemente dal centro-sinistra o, al contrario, l'avrà rafforzato.