L'8 maggio scorso il Parlamento dell'Armenia ha votato – dopo un primo tentativo andato a vuoto lo scorso 2 maggio – la fiducia ad un governo guidato da Nikol Pashinyan, leader delle recenti proteste che hanno profondamente scosso la politica del paese. Il neo-premier ha ottenuto 59 voti a favore e 42 contrari.
Sono trascorsi due anni dalla “guerra dei quattro giorni” che infiammò il Nagorno Karabakh. La tregua formale siglata tra le parti in conflitto, Nagorno-Karabakh e Armenia da una parte e Azerbaijan dall'altra non ha però fermato gli scontri lungo la linea di demarcazione, dove militati e civili continuano a morire.
Il miliardario ed ex primo ministro georgiano Bidzina Ivanishvili annuncia il suo ritorno in politica per riprendere la guida del partito Sogno georgiano, di cui è stato fondatore nel 2012.
Decine di migranti sono rimasti feriti ieri sera a Mitilene, sull'isola greca di Lesbo, dopo essere stati attaccati da estremisti di destra, che si sono scontrati anche con le forze di polizia, trasformando la cittadina in un vero e proprio campo di battaglia.
La procura militare rumena ha formalizzato oggi 17 aprile l'accusa di crimini contro l'umanità a carico dell'ex presidente rumeno Ion Iliescu. Sarebbero stati commessi durante il dicembre del 1989, durante la rivoluzione, in cui vi furono oltre 1000 morti e 2500 feriti.
Dal 1991 ad oggi Milo Đukanović è stato sei volte premier e una volta presidente della Repubblica. Con la vittoria al primo turno di domenica 15 aprile il leader del Partito democratico socialista si appresta a ricoprire il secondo mandato presidenziale.
L'11 aprile scorso si sono tenute in Azerbaijan le elezioni presidenziali anticipate. Ilham Aliyev, presidente uscente, si è guadagnato un quarto mandato con l'86% dei voti. La Commissione elettorale centrale ha reso noto che l'affluenza sarebbe stata del 74.5%.
Il Tribunale dell'Aja è parzialmente tornato sui suoi passi relativamente all'assoluzione del marzo 2016 di politico serbo Vojislav Šešelj. Lo ha infatti condannato ieri a 10 anni di detenzione, che non dovrà scontare dato che ha trascorso all'Aja già un periodo superiore: dal 2003 al 2014, quando è rientrato in Serbia per motivi di salute.