Addio a Irfanka Pašagić
27 march 2023
È morta a Tuzla, all'età di 69 anni, Irfanka Pašagić tenace attivista e neuropsichiatra impegnata ad aiutare donne, uomini e bambini fin dal 1992 allo scoppio della guerra in Bosnia Erzegovina.
Non è possibile raccontare in maniera esaustiva chi è stata Irfanka Pašagić. Esattamente trent’anni fa l’ho conosciuta a guerra ancora in corso, in un incontro tra donne organizzato a Trieste. Per decine di loro, da molti paesi della ex Jugoslavia, si era cercato di ottenere i permessi per passare i confini tra paesi in guerra e poter condividere ciò che le donne stavano subendo. Solo una trentina riuscirono ad arrivare a Trieste e tra loro Irfanka da Tuzla.
Su tante donne – poi si seppe che furono migliaia - in maggioranza musulmane veniva usato, in maniera programmata, lo stupro come arma di guerra. Nel suo intervento Irfanka aveva fatto il quadro, con terribile chiarezza, di tutte le violenze subite dalle donne, emerse dalle testimonianze da lei raccolte. E le terribili conseguenze, fisiche e psichiche, di chi era sopravvissuta.
Il suo instancabile lavoro di attivista, oltre che di neuropsichiatra, l’ha speso per aiutare tutti i superstiti dei campi di concentramento della Bosnia Erzegovina: “Abbiamo iniziato come gruppo informale, durante i primi giorni della guerra, quando anche noi stessi eravamo smarriti, ma pieni di desiderio di aiutare le colonne di donne, bambini, anziani che arrivano a Tuzla dai campi di concentramento. Solo dopo mi sono resa conto che si trattava di coraggio e di un'esperienza unica, anche nei giorni in cui la morte era dappertutto intorno a noi...”. Raccontava così sulle pagine della Fondazione Langer di Bolzano, con la quale poi comincerà a collaborare in maniera stretta, da direttrice di “Tuzlanska Amica ”, associazione che fondò a Tuzla nel 1996.
Nata a Srebrenica nel 1953, dopo gli studi a Sarajevo e Zagabria dove si è specializzata in psichiatria è tornata a Srebrenica. Ma a causa della guerra, nell’aprile del 1992, lascia Srebrenica per sfollare a Tuzla. Resterà ancora vicina a Srebrenica per aiutare i superstiti del genocidio del luglio 1995, come lei stessa ha raccontato nel documentario di OBCT “Dopo Srebrenica ”, diretto da Andrea Oskari Rossini: “È molto difficile lavorare con le famiglie di Srebrenica, se ci sono degli scomparsi la guarigione non può iniziare, non possiamo sciogliere il trauma che queste persone hanno attraversato, finché non viene fatta ufficialmente una identificazione”.
Tuzlanska Amica è così diventata, oltre che luogo di assistenza psico-sociale, anche centro di documentazione e ricerca sulla condizione femminile e soggetto attivo nella promozione di iniziative per favorire il dialogo, la comprensione e la tolleranza tra persone di diverse appartenenze. Fin dai primi anni del post-conflitto, l’associazione ha aiutato bambini, donne, famiglie in stato di bisogno, organizzato scambi tra scuole e istituzioni varie, reso possibile cure mediche in Italia, la realizzazione del progetto “Adopt Srebrenica ” assieme alla Fondazione Alexander Lager di Bolzano.
Una collaborazione nata nel 2005, in occasione della consegna a Irfanka Pašagić del Premio internazionale Alexander Langer, un premio che dal 1997 viene assegnato a persone impegnate nello sviluppo di libertà, democrazia, giustizia sociale e convivenza.
Sono tantissime in Italia le organizzazione – e le singole persone - che in questi anni hanno avuto modo di conoscere Irfanka e che hanno collaborato con Tuzlanska Amica, come riporta sul sito la Fondazione Langer. E che oggi la piangeranno.