L'Ue apre negoziati di adesione con Macedonia del Nord e Albania
20 july 2022
"Oggi, l'Albania e la Macedonia del Nord aprono i negoziati di adesione con l'Unione Europea. Questo momento storico è il vostro successo. Il risultato del vostro duro lavoro. La Commissione europea vi ha sostenuto fino in fondo. Continueremo a farlo". Con queste parole la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato ieri l'apertura dei negoziati per l'adesione dei due paesi
Anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si è congratulato con le autorità e i cittadini della Macedonia del Nord e dell'Albania per l'avvio dei negoziati di adesione all'UE nel contesto delle conferenze intergovernative di Bruxelles dichiarando "oggi è un giorno storico e un momento per celebrare ciò che è stato realizzato, ma anche un momento per guardare alle sfide che ci attendono con un obiettivo chiaro: avanzare senza indugio sulla via dell'UE".
In conferenza stampa il commissario europeo per il Vicinato e l’allargamento Olivér Várhelyi ha dichiarato "apprezzo il forte impegno di tutti gli Stati membri dell'UE durante tutto il processo, che ci ha aiutato ad arrivare qui oggi. Perché la decisione storica di oggi invia un segnale molto potente alla regione dei Balcani occidentali e oltre. Conferma l'importanza della politica di allargamento dell'Unione europea, più che mai attuale nell'attuale contesto geopolitico".
L'apertura dei negoziati, di fatto sospesa dal 2020, rappresenta un passo fondamentale, ma non certo l'ultimo sulla strada dell'integrazione europea dei due paesi, che si preannuncia lunga e non priva di ulteriori ostacoli.
A sbloccare la situazione di lungo stallo da una parte l'aggressione russa in Ucraina, che ha riportato i Balcani occidentali al centro dell'attenzione di Bruxelles, dall'altro l'iniziativa diplomatica della Francia che ha spinto per una soluzione di compromesso tra il governo di Skopje e la Bulgaria, paese che ha ripetutamente posto il veto all'apertura dei negoziati a causa di diatribe con Skopje su eredità storica e natura dell'identità e della lingua macedone, bloccando di fatto anche Tirana.
Dopo il sì di quello bulgaro, sabato scorso anche il parlamento macedone ha approvato la cosiddetta "proposta francese", che prevede il riconoscimento esplicito nella costituzione macedone di una minoranza bulgara, nuove misure a protezione delle minoranze e misure di contrasto allo "hate speech" anti-bulgaro, secondo le richieste di Sofia.
L'accordo facilitato dalla Francia ha soddisfatto quindi in larga parte le posizioni bulgare, molto meno quelle macedoni: non a caso l'opposizione a Skopje ha lanciato roventi proteste di piazza e giurato di ostacolare l'approvazione delle modifiche costituzionali, che richiedono il sì dei due terzi dei deputati per essere approvate.
Per approfondire il tema riguardante il processo di allargamento europeo ai Balcani occidentali guardando in particolare al ruolo della società civile, è disponibile la ricerca svolta congiuntamente da OBC Transeuropa e CeSPI nel dicembre 2021 "L’allargamento europeo ai Balcani occidentali: il ruolo della società civile per rilanciare la prospettiva europea della regione"