Tito, l'impostore polacco
21 august 2013
Tito? E' un agente russo o polacco, sostituito al vero Josip Broz alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Queste le conclusioni a cui erano arrivati nel 1977 gli agenti della CIA, analizzando i tratti caratteristici della pronuncia del leader jugoslavo. Conclusioni rese pubbliche dalla National Security Agency, che ha recentemente declassificato il documento.
“[Le palatalizzazioni presenti nel parlato di Tito] sono del tutto assenti nella fonetica del serbo-croato, ma comuni tra i madrelingua russi e polacchi che l'hanno studiato”, scrivevano gli agenti americani. Tanto più che, riportano gli analisti della CIA, quando il generale e leader del movimento cetnico Draža Mihailović incontrò Tito il 19 settembre 1941 “questi restò fermamente convinto di trovarsi di fronte ad un russo”.
Tito sarebbe poi caduto in una lunga serie di errori grammaticali incomprensibili per un parlante nativo e non attribuibili all'età avanzata e al decadimento delle facoltà mentali del presidente della Federazione Jugoslava. “Il momento più probabile dello scambio di persona è la fine degli anni '30, quando Tito viveva in clandestinità ed era ancora relativamente poco conosciuto”, recita il rapporto.
Che Tito fosse o meno uno jugoslavo, però, per gli uomini della CIA in fondo importava poco. “Tutto i suoi successi più grandi, dalla vittoria contro la Germania alla sua ascesa come leader dei paesi non allineati, sono successive al 1941[...] e le speculazioni sulla sua identità avranno in futuro carattere puramente accademico, visto che l'uomo sembra intenzionato a restare alla storia come Tito lo 'jugoslavo'”.
Anzi, il fatto che “Tito probabilmente non è Josip Broz, e non è uno jugoslavo”, scrivono gli americani, avrebbe spiegato “la sua imparzialità e quindi il suo successo, nel gestire le questioni etniche nella Federazione”.
“Resta da vedere se i suoi successori saranno altrettanto abili”, conclude serafico il rapporto.
LINK: Il rapporto declassificato della National Security Agency
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