Un cuore sulla faccia di Mladić, per dire no alla violenza

10 may 2023

bubble icon

Dopo la tragedia dei massacri avvenuti in Serbia, l'8 maggio, giorno delle proteste di piazza a Belgrado, alcuni cittadini hanno grattato via la faccia del criminale di guerra Ratko Mladić, nel murale che campeggia in via Njegoša, nel quartiere centrale della capitale serba, Vračar.

Il murale Mladić in via Njegoša a Belgrado,
8 maggio 2023 (foto di Massimo Moratti)

L’azione si è conclusa con la sbiancatura dell'intero disegno e la copertura del suo viso con un cuore di vernice rossa, collegato al tema della protesta, “La Serbia contro la violenza” a cui hanno partecipato circa 50mila persone.

Non è la prima volta che attivisti cercano di cancellare questo e altri murales. Ma nonostante questi tentativi, sono tantissimi quelli rimasti a glorificare Ratko Mladić - comandante di stato maggiore dell'esercito serbo bosniaco (VRS) condannato all’ergastolo nel 2021 dal Tribunale dell’Aja per violazione delle leggi e delle usanze di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio.

In Serbia, infatti, si stima che siano almeno 250, come emerge dalla mappatura realizzata tra settembre e ottobre 2022 - nell'ambito della campagna "Da istina više ne kasni ", affinché la verità non tardi - dall’Iniziativa dei giovani per i diritti umani (Inicijativa mladih za ljudska prava ) con l'aiuto di molti cittadini e cittadine. La maggioranza di questi è emersa a Belgrado, ma numerosi (in media una ventina per città) anche a Čačak e Užice, con numeri inferiori in altre municipalità come Šapac, Sombor, Mali Zvonik, Novi Sad e Vrbas.

La stessa associazione, ha presentato nel marzo scorso 308 segnalazioni agli organi competenti di 10 città e municipalità della Serbia, chiedendo che i murales presenti sui loro territori dedicati a Mladić vengano cancellati.

Finora, laddove i cittadini hanno deciso di intervenire da soli, come avvenuto l’ultima volta giorni fa, la polizia oltre a fermarli o arrestarli – ad esempio nel caso di Aida Ćorović i Jelena Jaćimović , per aver gettato uova su questo murale in centro a Belgrado – è rimasta addirittura a presidiare in difesa del murale stesso.

Ma cittadini e cittadine della Serbia che sono contro la violenza, la glorificazione di criminali di guerra e la negazione di responsabilità nei conflitti 1991-2001, proseguono imperterriti nelle loro lotte.