Il governo ultraconservatore croato, insediatosi da poco, percepisce la libertà di pensiero come una gang ribelle che dovrebbe essere pacificata attraverso l'eliminazione del suo "quartiere generale" – i media. Ne è prova il fatto che Mirjana Rakic, presidente del Consiglio dei Media Elettronici, ha dato le sue dimissioni.
La libertà d'espressione è stata pesantemente influenzata, per non dire deformata, dopo che la giustizia ha cominciato veramente a funzionare - ha dichiarato Cristina Guseth a capo di Freedom House Romania in un' intervista rilasciata a Dilema Veche. Dopo le prime condanne di politici chiave e proprietari di media rumeni, alcuni trust di media sono diventati ancor più aggressivi, violenti e veementi verso il sistema giudiziario ed i giornalisti indipendenti. I casi di linciaggio dei media sono in aumento ed i giornalisti corrotti utilizzano questo metodo come minaccia verso i giudici e i giornalisti.
L’organo di programmazione della radio-televisione pubblica croata (HRT) ha deciso di sospendere la trasmissione “Montirani proces” a causa della sua “retorica aggressiva su temi quali religione ed appartenenza etnica. Il nutrito pubblico che segue la trasmissione, però, non è d’accordo con questa valutazione e ritiene che siano altre le cause che hanno portato alla cessazione della trasmissione. In questa puntata trattiamo le possibili altre cause che hanno determinato il taglio del programma e il ruolo della satira nel panorama mediatico croato.
I giornali in Serbia sono profondamente politicizzati, i testi in genere non sono equilibrati e rappresentano una piattaforma per l'espressione di opinioni personali. Secondo quanto emerge da un'analisi della stampa condotta fra ottobre e dicembre 2015, il Primo Ministro Aleksandar Vučić è il più rappresentato tra gli attori politici.
Dopo l'adozione, lo scorso 9 febbraio, della proposta di legge sulla diffamazione da parte della Commissione legale e della Commissione sui diritti umani del Parlamento della Romania è esplosa la polemica.
Gli attacchi ai giornalisti di N1 e FTV sono solo gli ultimi esempi di minacce alla libertà dei media. Ancora una volta questi attacchi testimoniano l'inadeguatezza degli sforzi compiuti dalla polizia e dalle autorità giudiziarie a protezione dei lavoratori dei media.
L'ombudsman serbo Saša Janković nel suo tradizionale report annuale sui media, ha sottolineato la grave situazione in cui versano gli organi di informazione in Serbia.
Il controllo di lunga data da parte dello stato e delle imprese ha generato una carenza di credibilità nei lavori dei giornalisti albanesi. Ciò accade anche in casi eccezionali compresi i disastri naturali come quello che qualche anno fa ha colpito la città di Shkodra.
Il leader dell'opposizione Zoran Zaev è stato intervistato mercoledì sera da Dragan Pavlović, detto Latas, il principale presentatore del canale apertamente filo-governativo Sitel Tv. Il dibattito è stato teso e Latas, come d'abitudine, ha moltiplicato gli attacchi ad hominem. Ma uno dei suoi commenti razzisti ha sollevato una grande polemica sui social networks.
Il sito web di notizie Sendika.org è stato bloccato per l'undicesima volta dal 24 luglio 2015, quando in Turchia sono ripresi gli scontri. L'ultimo blocco è stato imposto in seguito all'esplosione avvenuta ad Ankara il 13 marzo. Il sito continua le sue pubblicazioni su sendika10.org.