Le modalità con cui in Grecia nacquero le TV private rende evidente il legame tra la politica e i nuovi proprietari dei media. In Grecia i canali privati vennero accolti con un misto di paura per ciò che era ancora sconosciuto e quindi difficile da controllare, e di attenzione per ciò che poteva essere efficiente a diversi interessi imprenditoriali e politici…
Basandosi su una soffiata anonima, l’agenzia per la prevenzione della corruzione ha avviato un procedimento contro il giornalista Tufik Softić. Questo accadeva pochi giorni prima del verdetto su una causa che Softić ha intentato contro lo stato montenegrino per non averlo protetto dopo un’aggressione del 2007.
Per la prima volta in assoluto, un cittadino montenegrino è stato risarcito dallo Stato per un'investigazione inefficace. Il giornalista Tufik Softić ha ricevuto 7.000 euro dopo che la Corte costituzionale ha attestato che il suo diritto alla vita è stato danneggiato dal fatto che le autorità del paese non hanno trovato i responsabili dell’aggressione subita nel 2007.
Le statistiche sulla violenza contro le donne che sono nate dalla campagna #MeToo mostrano dati chiari, ma quale è la reazione dei media in Bosnia-Erzegovina e nel mondo? Alan Pejković analizza l'approccio giornalistico e mediatico a questo argomento in diverse società.
Nel 2015, molto prima che il caso Tahiri scuotesse il governo Rama, un ex capo della polizia albanese aveva già denunciato i fatti. Le sue scoperte sull'entità del contrabbando di cannabis, poco apprezzate dalle autorità, lo resero una persona non gradita nel suo stesso paese. Dritan Zagani è oggi un rifugiato politico in Svizzera.
“Durante l'estate siamo stati contattati dai colleghi di OBCT che ci hanno invitato a prendere parte a un progetto internazionale sotto l’egida dello European Centre for Press and Media Freedom. Ci siamo sentiti onorati di entrare a far parte di questa rete, ma subito dopo abbiamo iniziato a pensare a come ci saremmo avvicinati. L'invito di OBCT ha sollevato in redazione una domanda: se nel nostro paese chiunque può pubblicare tutto ciò che desidera, possiamo affermare che ci sia vera libertà di stampa? E cosa dire del pluralismo dei media in Grecia?”
In cinque paesi del mondo tra cui la Serbia, Facebook sta testando una nuova formula: solo i contenuti sponsorizzati sono visibili a tutti gli utenti. In una settimana, sono così crollati i tassi di presenza sulle pagine di media indipendenti o di iniziative dei cittadini. Nella Serbia di Vučić, i social network erano stati finora l'unica alternativa ai media tradizionali, pesantemente controllati dal governo.
Un membro del partito GERB ha minacciato un giornalista, e si è giocato la carriera. Ma questa non è la regola in Bulgaria, che secondo la classifica di Reporters Without Borders è il paese dell’Ue con la minor libertà di espressione.
I Western Balkans Media Days si sono svolti tra l’8 e il 10 novembre a Tirana. Lontano dal politicamente corretto, i dibattiti hanno dato luogo a intense discussioni e hanno fatto un ritratto a tinte fosche della libertà di stampa nella regione. Ma l'Unione europea ha ricevuto il messaggio?
Precarietà, pressioni politiche ed economiche: i giornalisti albanesi denunciano costantemente il deterioramento della libertà di stampa. Anche un professionista esperto come Artan Rama è stato pesantemente censurato. Era l'ottobre 2016 quando la sua rivista “Publicus” fu brutalmente interrotta dai capi della televisione privata Vizion Plus.