Era il 1972 quando i primi 87 mila biglietti Interrail furono emessi dalle ferrovie di vari paesi europei. Oggi, a quarantasette anni dalla sua fondazione, più di dieci milioni di persone hanno scelto di fare un viaggio in Interrail. Dati e grafici nell’approfondimento di Jacopo Ottaviani per EDJNET.
C’è chi è costretto a viaggiare, e non certo per diletto. Sono i cittadini di alcune regioni del Caucaso del Nord, spesso vittime di violenze domestiche e procedimenti penali illegali, oppure di persecuzioni religiose, che lasciano il loro paese per raggiungere l’Europa occidentale. Il fenomeno spiegato in un recente rapporto.
In settimana poi ci siamo occupati delle tensioni a Vukovar dopo che la Corte costituzionale croata ha deciso la reintroduzione del cirillico nelle targhe della città; di un brutale fatto di cronaca che ha sconvolto la società e la politica romene; della caccia ai siriani rifugiati in Turchia e di molto altro ancora.
Segnaliamo inoltre, nell'ambito del progetto ESVEI, una mappa che riporta alcuni dei principali scandali in Europa legati al finanziamento di partiti e singole figure della politica, nonché alla mancanza di trasparenza nei finanziamenti.
Delusione e rabbia tra le associazioni delle vittime per la sentenza della Corte suprema olandese sugli eventi di Srebrenica del luglio ‘95. La corte ha infatti stabilito che lo stato ebbe “una responsabilità molto limitata” per la morte di circa 350 uomini bosniaci musulmani. Il commento di Alfredo Sasso.
Dovranno dimostrare grande responsabilità i membri di “Servo del popolo”, partito del neo presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, che ha vinto le elezioni politiche anticipate di domenica 21 luglio conquistando la maggioranza assoluta dei seggi del parlamento. L’approfondimento di Claudia Bettiol.
In Armenia la discriminazione sul lavoro basata sull'età è un problema serio, come dimostrano le testimonianze di Karine, Karen e Anna. Una proposta di legge che cambierebbe la situazione è però in fase di discussione in parlamento. L'approfondimento di Armine Avetysian.
Nonostante l’economia della Romania sembri godere di ottima salute, i suoi cittadini continuano a emigrare verso l’Europa occidentale attratti da salari più alti. I datori di lavoro romeni sempre più spesso decidono di assumere i pensionati. Un reportage ripreso da Le Courrier des Balkans.
Come tutti i genocidi, il genocidio di Srebrenica ha un significato che va ben oltre i confini del territorio in cui è stato commesso. Ci avverte che se accettiamo o facciamo finta di non vedere attacchi diretti contro determinati gruppi di persone, le nostre società forniranno terreno fertile per far crescere i semi dell'odio. E' importante il monito di Dunja Mijatović: l'orrore prende forma dopo che nel discorso pubblico si è iniziato a disumanizzare l'altro.
Non estraneità ma comunanza. E' questo che cerchiamo di trasmettere con una serie di racconti di Fabio Fiori legati all'Adriatico. In settimana un testo dedicato al Po, che riesce a fare dell'Adriatico una sua estensione salata o, volendo ribaltare la prospettiva, l'Adriatico è il solo mare che prolungandosi nel Po ha una sua fonte.
Le morti di Dženan e David restano senza risposte, e insieme ai numerosi episodi di malagiustizia degli ultimi anni continuano ad agitare la Bosnia Erzegovina. Da qui è sorta una delle poche mobilitazioni capaci di attraversare i confini cosiddetti “etnici” del paese nel dopoguerra. Si chiede una cosa tanto semplice quando complessa: che venga rispettato lo stato di diritto. L'approfondimento di Alfredo Sasso.
Hanno diritto ad una linea coerente di medio e lungo periodo, senza finire ostaggio di dinamiche interne di ciascun paese Ue. Luisa Chiodi, in un suo editoriale, sottolinea come l'Unione europea – in chiave allargamento - deve già pensarsi a 33, senza lasciare alla deriva i Balcani occidentali.
Sospese tra l'Adriatico e le Alpi dinariche, le terre al confine tra Bosnia Erzegovina e Montenegro nascondono un'enorme ricchezza storica, culturale e paesaggistica, ancora poco conosciuta. Francesco Martino questa settimana ci ha accompagnati lungo i sentieri di questo patrimonio che aspetta solo di essere scoperto.
Boschi antichi, che per secoli hanno garantito la sopravvivenza delle comunità che vivono sulle pendici del massiccio della Mala Kapela, Croazia. Ora, lungo i sentieri che li attraversano, si rischia di trovare solo devastazione: negli ultimi anni vengono infatti impunemente razziati, senza che le istituzioni intervengano. Un reportage di Paulina Arbutina.
In due anni, nel 2016 e nel 2018, in Turchia sono state licenziate 8.535 persone impiegate nelle università. Un dato drammatico che dimostra il livello pervasivo di repressione dell'apparato governativo targato Erdoğan. Ma alcuni settori dell'università – anche grazie a reti transnazionali – resistono. Un lungo approfondimento firmato da Fazıla Mat.
E' possibile guardare al passato dei paesi della ex Jugoslavia, dibatterne in modo intellettualmente onesto, liberi dalla strumentalizzazione della politica contingente? E' quello che stanno tentando – non senza difficoltà – un gruppo di storici riuniti nell'iniziativa History Fest, un modo per resistere all'etno-politica. L'articolo di Alfredo Sasso.
Sono anni che la Moldavia vive una situazione politica del tutto precaria, in questi giorni però la crisi rischia di sfociare in collasso istituzionale e sociale. Attualmente a Chișinău vi sono due diversi primi ministri, che stanno prendendo decisioni opposte ed in conflitto. Si rischia una deriva violenta. In settimana gli articoli di Mihaela Iordache e Francesco Magno.
Anche in Albania i fondamentali della democrazia vengono messi a dura prova: il presidente ha annullato le ormai prossime amministrative, il primo ministro ha avviato una procedura di destituzione del presidente, il parlamento viene boicottato dalle opposizioni e la corte costituzionale non è attualmente funzionante. Da Tirana l'approfondimento di Tsai Mali.
Save the date! Nell'ambito della conferenza "Global Politics in the era of disruptive technologies. New scenarios in an old world?" promossa a Trento da FBK il prossimo 15 giugno interverrà anche il ricercatore di OBCT/CCI Giorgio Comai
È recentemente approdato nella principale divisione di calcio bosniaca. È il Velež Mostar, club storico della città la cui tifoseria ha mantenuto, anche se solo in parte, una matrice multietnica. Nell'articolo a firma di Marco Ranocchiari e Lorenzo Pasqualini un successo sportivo che può rappresentare anche una speranza per il futuro della città.
Sono stati estromessi dal potere in Armenia ed ora stanno cercando di ritornarvi soffiando sul fuoco delle divisioni e tentando di esacerbare la società sul tema dei diritti delle minoranze sessuali. LGBT+, Armenia e nuovo corso del primo ministro Nikol Pashinyan in un commento a firma di Anna Zhamakochyan.
Ricerca personale!Aperta una posizione a tempo presso l'unità operativa OBC Transeuropa del Centro per la Cooperazione Internazionale, per lo svolgimento di attività nell’ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom
Nel mese di giugno diverrà operativa in Turchia la diga Ilisu. Spariranno per sempre sott'acqua un centinaio di villaggi. Tra questi anche il simbolo di questo disastro sociale ed ambientale, la città di Hasankeyf e le sue millenarie architetture. Il reportage di Francesco Brusa.
Il 31 maggio 1992 le autorità serbo-bosniache di Prijedor imposero ai cittadini non-serbi di portare al braccio una fascia bianca. In migliaia vennero poi rinchiusi nei lager, più di 3mila uccisi. Dal 2013, ogni 31 maggio si tiene a Prijedor e in altre città europee come Trento, la "Giornata internazionale delle fasce bianche", per manifestare contro ogni discriminazione, per far riemergere la memoria della vittime. Il racconto di Edvard Cucek.
OBCT/CCI al Festival dell'economia di Trento: ci saremo anche noi, con un seminario sul populismo in Turchia, in cui interverrà, tra gli altri, la ricercatrice di OBC Transeuropa/CCI Fazıla Mat