Si è chiuso ieri a Skopje con un nuovo nulla di fatto il terzo round di negoziati tra i principali partiti macedoni, facilitati dalla comunità internazionale per trovare una via d'uscita alla crisi politica ed istituzionale che stringe il paese dopo lo scandalo intercettazioni e l'operazione di polizia di Kumanovo.
Milorad Dodik potrebbe presto perdere la maggioranza dell'Assemblea della Republika Srpska (RS). E' in seno al suo stesso partito, l'SNSD, che i recenti progetti di legge - in particolare quello sulla protezione degli spazi pubblici, quello sulle organizzazioni non governative e infine la lotta contro l'economia grigia - che stanno generando dissensi.
Si è concluso senza significativi passi in avanti l'incontro di ieri a Strasburgo tra il premier macedone Nikola Gruevski (VMRO) e il leader dell'opposizione socialdemocratica Zoran Zaev. I due politici si sono incontrati nella cornice del dialogo, facilitato dall'Unione europea, teso alla ricerca di una soluzione all'impasse politica che attanaglia il paese, provocata dallo "scandalo intercettazioni" ed esacerbata dal sanguinoso scontro tra polizia ed un gruppo armato albanese a Kumanovo.
Una zona di guerra. Ecco come è apparso ieri sera ai suoi abitanti il quartiere di “Divo naselje” a Kumanovo, in Macedonia settentrionale, dopo gli scontri a fuoco di sabato scorso tra le forze speciali della polizia macedone e un gruppo armato che – secondo le autorità di Skopje – sarebbe penetrato dal vicino Kosovo.
Dal pomeriggio di ieri manifestazioni e scontri nella capitale macedone Skopje a seguito di nuove rivelazioni del capo dell'opposizione. Le manifestazioni sono partite infatti a seguito della ventinovesima conferenza stampa del leader dell'opposizione Zoran Zaev, nel contesto dello scandalo intercettazioni telefoniche, durante la quale sono state rivelate informazioni relative all'omicidio di un giovane macedone, Martin Neškovski, nel 2011.
L'ambasciatrice tedesca a Skopje, Christine Althauser, ha dichiarato in una tavola rotonda tenutasi nella capitale macedone che servirebbero delle dimissioni per garantire indagini credibili in merito alle accuse di abuso di potere mosse dall'opposizione alla compagine governativa.