Da febbraio a oggi, non è praticamente mancato giorno che si registrassero scontri lungo la linea di frizione e che il cessate il fuoco fosse dato per morto. Intanto, i leader del Quartetto Normandia sono tornati a parlarsi
A Diyarbakır, in Turchia sud-orientale, ci sono almeno 20mila profughi: tra questi anche molti yazidi, che sognano di arrivare in Europa. Seconda parte del reportage
“Per contrapporsi allo Stato Islamico (IS) è importante bloccare il transito dei terroristi e porre ostacoli al loro passaggio. Ecco perché verrà realizzato sul confine [con la Siria] un sistema di sicurezza fisico”. E' stato il vice premier turco Bülent Arınç ad annunciare – lo scorso 22 luglio - la decisione di innalzare nuove barriere “in settori critici” del tormentato confine siriano.
Dopo l'attentato a Suruç, la Turchia si scopre nel mirino dello Stato Islamico (ISIS). Condanna unanime, ma l'opposizione accusa il governo AKP di aver a lungo flirtato con gli estremisti in funzione anti-curda
Sono arrivati nella base militare di Javorov, nella regione di Leopoli i circa 1800 soldati che partecipano dal 20 al 31 luglio alle esercitazioni militari fra le forze armate ucraine e quelle di altri 17 paesi denominate “Rapid Trident".
L'organizzazione terroristica "Stato islamico" cerca di estendersi al Caucaso russo. Gli annunci sulla rete e il confronto con gli altri gruppi islamisti della regione
Oltre al richiamo retorico alla fratellanza tra "due popoli martiri" esiste un legame più concreto tra i bosgnacchi di Srebrenica e i palestinesi. Un approfondimento
Il negazionismo rappresenta l'ultima fase di un genocidio. Per questo il riconoscimento del crimine, a distanza di 20 anni, potrebbe aiutare a superare i crimini degli anni '90. Commento
Il parlamento kosovaro dice "no" alla Corte speciale sui crimini UÇK. Andrea Capussela, in un commento, solleva tutti i paradossi della vicenda legata alla creazione di questo tribunale ad hoc
7000 persone si sdraieranno davanti al Parlamento serbo il prossimo 11 luglio per ricordare le vittime di Srebrenica. La coraggiosa iniziativa di Dušan Mašić, giornalista serbo
Si apre a Trento il 25 giugno la conferenza annuale dello Standing Group Italiano di Relazioni Internazionali (SGRI), che per la sua ottava edizione sarà ospitata dalla Fondazione Bruno Kessler. Nell’ambito della conferenza, OBC partecipa al panel dal titolo "Interventi civili transnazionali in aree di conflitto: dalla società civile globale allo jihadismo”
Dall'Olocausto al Genocidio di Srebrenica. Venticinque giovani, attivisti di sei paesi europei e appartenenti a differenti culture e religioni, hanno avviato il crowdfunding per realizzare un fumetto e un manuale di educazione alla memoria
Il governo olandese ha investito più di ogni altro nella ricostruzione della cittadina, dalla fine della guerra ad oggi, indirizzando le donazioni soprattutto in infrastrutture, nel memoriale di Potočari e per la ricerca delle vittime
L'obiettivo era quello di definire una “road map” capace di portare la Macedonia alle elezioni anticipate, fissate per l'aprile 2016. Obiettivo mancato.
Il Comitato di Intersos di Borgo Val di Taro ha lanciato una serie di iniziative per ricordare il genocidio perpetrato a Srebrenica vent'anni fa. Tra queste, una Marcia della Pace sui sentieri dell'Appennino Tosco-Emiliano in parallelo alla Marcia omonima che si terrà in Bosnia Erzegovina tra l'8 e il 10 luglio
Il messaggio di Papa Francesco a Sarajevo echeggiava quello del presidente Tito, fratellanza e unità. Senza retorica. Forse anche per questo ha suscitato tanto entusiasmo nella capitale bosniaca
Sabato sei giugno avevo appuntamento con la storia: avrei visto il mio primo Papa dal vero. In più avrei fatto scoprire Sarajevo alla mia nonna, grazie alla diretta televisiva integrale fatta in Italia. E per farmi scusare di non essere un buon cattolico le avevo promesso anche un selfie con Francesco
Secondo Ivana Jordanovska, giovane attivista del movimento Protestiram e membro del partito socialdemocratico (SDSM), ogni volta che il potere è in posizione di debolezza scoppiano conflitti etnici. Un'intervista
Si è chiuso ieri a Skopje con un nuovo nulla di fatto il terzo round di negoziati tra i principali partiti macedoni, facilitati dalla comunità internazionale per trovare una via d'uscita alla crisi politica ed istituzionale che stringe il paese dopo lo scandalo intercettazioni e l'operazione di polizia di Kumanovo.
Il 31 maggio si celebra a Prijedor la Giornata internazionale delle fasce bianche, in ricordo dei cittadini non serbi obbligati nel 1992 a portarne una al braccio: migliaia furono poi deportati e rinchiusi nei lager. Quest'anno i promotori di "Perché mi riguarda", oltre a sfilare per le strade lanciano un nuovo appello perché si costruisca un monumento in memoria dei bambini uccisi.
ll 25 maggio del 1995 una granata colpisce il centro di Tuzla e uccide 71 ragazzi, ferendone 240. Si erano incontrati per stare insieme, in un giorno qualsiasi, pur in mezzo alla guerra. I familiari decisero di seppellirli insieme, per mantenere vivo il ricordo dell'amicizia che legava i ragazzi nonostante le divisioni etniche a loro imposte
Un’associazione nata a Pesaro nel 2009 con l’intento di riprendere il mano il cammino percorso negli anni novanta e far conoscere la Bosnia e i Balcani ai giovani che in quegli anni non erano ancora nati
In Macedonia la situazione rimane tesa, dopo gli scontri armati che sabato scorso hanno sconvolto la città di Kumanovo. Nella trasmissione "Il Vaso di Pandora" di Radio Capodistria, condotta da Stefano Lusa e Andrea Effe, ne parla Francesco Martino di OBC (15 maggio 2015)
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Ali Ahmeti pare non sapesse nulla dell'operazione a Kumanovo ma aveva mandato suoi collaboratori in Kosovo per dissuadere i combattenti. Le spiegazioni perlomeno ambigue del partner di governo del VMRO-DPMNE
Bandiere rossonere con l'aquila albanese e cartelli con la scritta “non sono terroristi”. Questi i simboli sventolati ieri a Pristina da alcune centinaia di persone, scese in piazza per protestare contro “l'indifferenza del governo kosovaro” nei confronti degli uccisi e arrestati dopo lo scontro armato del 9 maggio scorso a Kumanovo, nella vicina Macedonia.
Si è concluso senza significativi passi in avanti l'incontro di ieri a Strasburgo tra il premier macedone Nikola Gruevski (VMRO) e il leader dell'opposizione socialdemocratica Zoran Zaev. I due politici si sono incontrati nella cornice del dialogo, facilitato dall'Unione europea, teso alla ricerca di una soluzione all'impasse politica che attanaglia il paese, provocata dallo "scandalo intercettazioni" ed esacerbata dal sanguinoso scontro tra polizia ed un gruppo armato albanese a Kumanovo.
Sono aperte le iscrizioni all'edizione 2015 di Euromeditarranea. Quest'anno si svolge interamente in Bosnia Erzegovina dal 2 all'11 luglio, su organizzazione di Fondazione Alexander Langer Stiftung, Associazione Tuzlanska Amica e Forum dei Cittadini di Tuzla. La linea dell'iniziativa intreccerà due ventennali, quello della scomparsa di Alexander Langer e quello del genocidio di Srebrenica
Dopo gli scontri a Kumanovo le istituzioni kosovare prendono le distanze da qualsiasi coinvolgimento nella vicenda. Secondo le autorità macedoni i leader del gruppo armato sono cittadini del Kosovo. Ma per gli analisti di Pristina non sono stati chiariti i dubbi sull'identità e sugli obiettivi del gruppo armato
Il recente scontro armato nella cittadina di Kumanovo, in Macedonia, viene sfruttato dal governo di Belgrado per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dal tema del Kosovo al supposto pericolo della Grande Albania. Un’analisi