Oltre al richiamo retorico alla fratellanza tra "due popoli martiri" esiste un legame più concreto tra i bosgnacchi di Srebrenica e i palestinesi. Un approfondimento
Il negazionismo rappresenta l'ultima fase di un genocidio. Per questo il riconoscimento del crimine, a distanza di 20 anni, potrebbe aiutare a superare i crimini degli anni '90. Commento
Il parlamento kosovaro dice "no" alla Corte speciale sui crimini UÇK. Andrea Capussela, in un commento, solleva tutti i paradossi della vicenda legata alla creazione di questo tribunale ad hoc
7000 persone si sdraieranno davanti al Parlamento serbo il prossimo 11 luglio per ricordare le vittime di Srebrenica. La coraggiosa iniziativa di Dušan Mašić, giornalista serbo
Si apre a Trento il 25 giugno la conferenza annuale dello Standing Group Italiano di Relazioni Internazionali (SGRI), che per la sua ottava edizione sarà ospitata dalla Fondazione Bruno Kessler. Nell’ambito della conferenza, OBC partecipa al panel dal titolo "Interventi civili transnazionali in aree di conflitto: dalla società civile globale allo jihadismo”
Dall'Olocausto al Genocidio di Srebrenica. Venticinque giovani, attivisti di sei paesi europei e appartenenti a differenti culture e religioni, hanno avviato il crowdfunding per realizzare un fumetto e un manuale di educazione alla memoria
Il governo olandese ha investito più di ogni altro nella ricostruzione della cittadina, dalla fine della guerra ad oggi, indirizzando le donazioni soprattutto in infrastrutture, nel memoriale di Potočari e per la ricerca delle vittime
L'obiettivo era quello di definire una “road map” capace di portare la Macedonia alle elezioni anticipate, fissate per l'aprile 2016. Obiettivo mancato.
Il Comitato di Intersos di Borgo Val di Taro ha lanciato una serie di iniziative per ricordare il genocidio perpetrato a Srebrenica vent'anni fa. Tra queste, una Marcia della Pace sui sentieri dell'Appennino Tosco-Emiliano in parallelo alla Marcia omonima che si terrà in Bosnia Erzegovina tra l'8 e il 10 luglio
Il messaggio di Papa Francesco a Sarajevo echeggiava quello del presidente Tito, fratellanza e unità. Senza retorica. Forse anche per questo ha suscitato tanto entusiasmo nella capitale bosniaca
Sabato sei giugno avevo appuntamento con la storia: avrei visto il mio primo Papa dal vero. In più avrei fatto scoprire Sarajevo alla mia nonna, grazie alla diretta televisiva integrale fatta in Italia. E per farmi scusare di non essere un buon cattolico le avevo promesso anche un selfie con Francesco
Secondo Ivana Jordanovska, giovane attivista del movimento Protestiram e membro del partito socialdemocratico (SDSM), ogni volta che il potere è in posizione di debolezza scoppiano conflitti etnici. Un'intervista
Si è chiuso ieri a Skopje con un nuovo nulla di fatto il terzo round di negoziati tra i principali partiti macedoni, facilitati dalla comunità internazionale per trovare una via d'uscita alla crisi politica ed istituzionale che stringe il paese dopo lo scandalo intercettazioni e l'operazione di polizia di Kumanovo.
Il 31 maggio si celebra a Prijedor la Giornata internazionale delle fasce bianche, in ricordo dei cittadini non serbi obbligati nel 1992 a portarne una al braccio: migliaia furono poi deportati e rinchiusi nei lager. Quest'anno i promotori di "Perché mi riguarda", oltre a sfilare per le strade lanciano un nuovo appello perché si costruisca un monumento in memoria dei bambini uccisi.
ll 25 maggio del 1995 una granata colpisce il centro di Tuzla e uccide 71 ragazzi, ferendone 240. Si erano incontrati per stare insieme, in un giorno qualsiasi, pur in mezzo alla guerra. I familiari decisero di seppellirli insieme, per mantenere vivo il ricordo dell'amicizia che legava i ragazzi nonostante le divisioni etniche a loro imposte
Un’associazione nata a Pesaro nel 2009 con l’intento di riprendere il mano il cammino percorso negli anni novanta e far conoscere la Bosnia e i Balcani ai giovani che in quegli anni non erano ancora nati
In Macedonia la situazione rimane tesa, dopo gli scontri armati che sabato scorso hanno sconvolto la città di Kumanovo. Nella trasmissione "Il Vaso di Pandora" di Radio Capodistria, condotta da Stefano Lusa e Andrea Effe, ne parla Francesco Martino di OBC (15 maggio 2015)
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Ali Ahmeti pare non sapesse nulla dell'operazione a Kumanovo ma aveva mandato suoi collaboratori in Kosovo per dissuadere i combattenti. Le spiegazioni perlomeno ambigue del partner di governo del VMRO-DPMNE
Bandiere rossonere con l'aquila albanese e cartelli con la scritta “non sono terroristi”. Questi i simboli sventolati ieri a Pristina da alcune centinaia di persone, scese in piazza per protestare contro “l'indifferenza del governo kosovaro” nei confronti degli uccisi e arrestati dopo lo scontro armato del 9 maggio scorso a Kumanovo, nella vicina Macedonia.
Si è concluso senza significativi passi in avanti l'incontro di ieri a Strasburgo tra il premier macedone Nikola Gruevski (VMRO) e il leader dell'opposizione socialdemocratica Zoran Zaev. I due politici si sono incontrati nella cornice del dialogo, facilitato dall'Unione europea, teso alla ricerca di una soluzione all'impasse politica che attanaglia il paese, provocata dallo "scandalo intercettazioni" ed esacerbata dal sanguinoso scontro tra polizia ed un gruppo armato albanese a Kumanovo.
Sono aperte le iscrizioni all'edizione 2015 di Euromeditarranea. Quest'anno si svolge interamente in Bosnia Erzegovina dal 2 all'11 luglio, su organizzazione di Fondazione Alexander Langer Stiftung, Associazione Tuzlanska Amica e Forum dei Cittadini di Tuzla. La linea dell'iniziativa intreccerà due ventennali, quello della scomparsa di Alexander Langer e quello del genocidio di Srebrenica
Dopo gli scontri a Kumanovo le istituzioni kosovare prendono le distanze da qualsiasi coinvolgimento nella vicenda. Secondo le autorità macedoni i leader del gruppo armato sono cittadini del Kosovo. Ma per gli analisti di Pristina non sono stati chiariti i dubbi sull'identità e sugli obiettivi del gruppo armato
Il recente scontro armato nella cittadina di Kumanovo, in Macedonia, viene sfruttato dal governo di Belgrado per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dal tema del Kosovo al supposto pericolo della Grande Albania. Un’analisi
Dopo l'incontro di ieri a Skopje tra gli ambasciatori di vari paesi occidentali – che chiedevano responsabilità politica rispetto alla crisi in corso - e i rappresentanti politici macedoni, sia del governo che dell'opposizione, oggi sono arrivate le reazioni visibili con alcune dimissioni eccellenti.
Il bilancio dell'attacco avvenuto sabato scorso a Kumanovo, cittadina macedone vicina al confine con il Kosovo, è di 24 morti e 37 feriti. Il commento di Francesco Martino per Radio Onda d'Urto (11 maggio 2015)
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La Macedonia tenta di fare i conti con gli scontri armati che sabato scorso hanno sconvolto la città di Kumanovo. Al centro del dibattito il nazionalismo pan-albanese, ma anche sospetti di un tentativo di distrarre l'opinione pubblica dagli scandali che scuotono il governo
Una zona di guerra. Ecco come è apparso ieri sera ai suoi abitanti il quartiere di “Divo naselje” a Kumanovo, in Macedonia settentrionale, dopo gli scontri a fuoco di sabato scorso tra le forze speciali della polizia macedone e un gruppo armato che – secondo le autorità di Skopje – sarebbe penetrato dal vicino Kosovo.
Il primo Tribunale delle Donne in Europa si è svolto a Sarajevo dal 7 al 10 maggio. Le partecipanti sono giunte da tutti i paesi dell’ex Jugoslavia ed hanno denunciato la guerra combattuta ogni giorno contro le donne. Molte le delegazioni internazionali
In occasione del ventesimo anniversario del massacro di Srebrenica, oggi 5 maggio a Firenze, nell'ambito del festival Balkan Florence Express 2015, verrà proiettato il film documentario “Stolica/Sedia” di Elisabetta Lodoli in presenza dell'autrice. L'evento è promosso da Oxfam Italia e Fondazione Sistema Toscana