Condanna all'ergastolo per l'ex comandante dell'esercito serbo bosniaco, colpevole di genocidio e complicità in genocidio per i fatti di Srebrenica, crimini contro l'umanità, deportazione, persecuzione. E' la sentenza di primo grado pronunciata oggi, 22 novembre, dalla Corte del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja presieduta dal giudice Alphons Orie.
Un regista teatrale, direttore artistico del Teatro nazionale croato di Fiume, radicale e provocatorio, senza peli sulla lingua e decisamente antifascista. Nostra intervista con Oliver Frljić
Il Tribunale Internazionale dell'Aja ha condannato all'ergastolo l'ex comandante delle truppe serbo-bosniache. La sentenza nei dettagli e le prime reazioni in Bosnia, con Dragan Petrović, corrispondente Ansa da Belgrado, e Alfredo Sasso di OBCT (22 novembre 2017)
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Alfredo Sasso, collaboratore di OBCT, ha riassunto il significato della sentenza all’ergastolo a carico dell’ex comandante delle truppe serbo-bosniache, Ratko Mladić, alla trasmissione “Pomeriggio InBlu” (22 novembre 2017)
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Una sorta di diario della propria vita di rifugiato squattrinato, diviso tra la sua forte ambizione di affermarsi come scrittore e la precarietà della sua condizione. E' nelle librerie italiane l'ultimo libro di Velibor Čolić
Arrivano a Trento, a partire dal 17 novembre, diversi eventi organizzati nell'ambito del progetto "The Testimony - Truth or Politics", realizzato da OBC Transeuropa con realtà culturali di diversi paesi europei, su coordinamento del Centro per la Decontaminazione Culturale di Belgrado
Quasi quattro anni fa la mancata firma degli Accordi di associazione Ue-Ucraina segnò un punto di non ritorno. Poi gli accordi sono stati firmati, ma sarebbe un errore pensare che il paese è saldamente ancorato al treno europeo. Un'analisi
Sono 17.000 i siriani della comunità armena ad aver cercato rifugio in Armenia. Molti di loro non hanno intenzione di tornare nel paese d'origine. Un reportage
Alla trasmissione "Fermenti a Nor Est" di Rai Radio1, dedicata al negazionismo nei Balcani e al buio mediatico in Serbia, sono intervenuti Marco Abram di OBCT, il giornalista Dragan Petrović e lo storico Bojan Mitrović (9 novembre 2017)
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Il 9 novembre del 1993 il Ponte Vecchio di Mostar veniva abbattuto a suon di cannonate dalle truppe croato-bosniache. La sua ricostruzione, conclusa nel 2004, non è riuscita a colmare il vuoto della sua distruzione
Il 9 novembre 1993 il Ponte Vecchio di Mostar venne bombardato dalle milizie croato-bosniache dell'HVO. Una galleria fotografica del fotoreporter Giacomo Scattolini dedicata a Mostar: dalle macerie del 1996, all'inaugurazione del "nuovo" ponte nel 2004
Una recente pubblicazione accademica esplora i rapporti tra i Balcani e l’Europa, il ruolo dei conflitti e della politica internazionale, le dinamiche della memoria
Lo "Stari Most", il Ponte Vecchio di Mostar, è stato bombardato il 9 novembre del 1993 dalle milizie croate (HVO) della autoproclamata Repubblica di Herceg Bosna. Ci sono voluti dieci anni per la sua ricostruzione, realizzata grazie a diversi donatori internazionali.
Per gentile concessione di Tullio Bugari, le immagini del Ponte e della città di Mostar girate tra il 1996 e il 1997.
"Abbiamo sempre considerato la speranza più importante della vittoria. Ma ora, alcune nostre battaglie, le stiamo vincendo". Un'intervista a Ceren Karlıdaĝ, giornalista, femminista, tra le protagoniste dell'esperienza della rivista Sujin Gazete
Durante la guerra che coinvolse i territori della ex Jugoslavia dal 1991 al 1995, si registrò un considerevole numero di sfollati, sia interni, sia verso l'estero. Per rispondere ai flussi migratori che premevano sui confini, gli Stati europei elaborarono nuove politiche in materia di asilo. In Italia venne introdotta la legge 390/92, che concedeva un permesso di soggiorno per motivi umanitari ai cittadini ex jugoslavi. D'altra parte, la società civile elaborò un nuovo modello di accoglienza, che in Piemonte confluì nel Comitato di Accoglienza per i Profughi della ex Jugoslavia di Torino. Nell'elaborato si indagano le caratteristiche di tale modello, evidenziando quegli aspetti che furono inglobati all'interno dell'attuale sistema di accoglienza italiano. Una tesi di laurea
Una serie tv in fase di produzione dedicata ad Alija Izetbegović e un film annunciato ma ancora da realizzare su Radovan Karadžić. Ma la memoria in Bosnia Erzegovina può essere affidata alla TV?
FAMA è un gruppo di artisti e intellettuali nato a Sarajevo durante il conflitto. Nel 2012 ha realizzato "FAMA Collection", Museo virtuale che contiene tutto il materiale raccolto in vent'anni - video, testimonianze scritte e registrate, documenti e reperti di ogni genere - relativo al periodo dell'assedio
Il Montenegro è un paese storicamente diviso tra chi è a favore e chi meno ai legami con la Serbia. Ora la proposta di erigere un monumento a Pavle Đurišić, comandante cetnico, rischia solo di acuire le fratture
Quattro donne e otto bambini sono arrivati a Grozny la sera del 1 settembre dalla città irachena di Mosul. Rientravano dalla Siria dove erano al fianco dei mariti unitisi allo Stato Islamico, ed ora deceduti
E' una delle tragedie dimenticate del XXmo secolo. Nel decennio successivo alla fine della Seconda guerra mondiale centinaia di migliaia di tedeschi vennero espulsi da Jugoslavia, Ungheria e Romania. Un reportage
E’ la mancanza di solidarietà che viola regole e principi europei non la sua dimostrazione concreta e quanto mai necessaria. Lo scempio dell’eredità dell’esperienza degli anni ‘90, la necessità di agire come società civile europea
Prima della guerra, Mevludin Ekmečić era un pittore dedito a ritratti, paesaggi e panorami. Nel 1992 divenne un artista di guerra per l'impulso di documentare la distruzione del suo paese
La rievocazione della memoria degli anni ‘90 attraverso le testimonianze dirette dei cooperanti, nella città croata che sarà Capitale europea della cultura nel 2020
Quello del Nagorno Karabakh viene spesso definito un “conflitto congelato” ma continue sono le vittime militari da entrambe le parti in conflitto e periodicamente torna a infiammarsi colpendo la popolazione civile
Il cimitero monumentale dei partigiani di Mostar, dove sono seppelliti combattenti jugoslavi antifascisti della Seconda guerra mondiale, è abbandonato alla decadenza, vittima del revisionismo storico degli anni '90
La corrispondente di OBCT, Lidija Pisker, è intervenuta a Radio Beckwith sulle proteste degli studenti di Jajce contro la segregrazione scolastica in Bosnia Erzegovina su base etnica (28 giugno 2017)
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Intellettuali, politici, attivisti e cittadini si sono riuniti in Piazza Maresciallo Tito a Zagabria: per impedirne il cambio di nome, per ribadire i valori dell'antifascismo contro una destra radicale dilagante