Il 18 novembre di 20 anni fa la città di Vukovar cadeva, dopo mesi di assedio da parte dell'esercito federale e delle milizie serbe. Poco dopo, a Ovčara, avvenne la strage di quanti avevano trovato rifugio nell'ospedale cittadino
La nuova scossa di terremoto che ha colpito Van il 9 novembre aggiunge morte e desolazione nella regione. Si denuncia ora il mancato rispetto delle norme antisismiche e il diffuso abusivismo
Sono 25 feriti e 7 del nuovo terremoto a Van, in Turchia. Contestazioni dei cittadini di Van nei confronti del viceministro Besir Atalay, subito sedate dalla polizia. Abbiamo sentito Alberto Tetta, nostro corrispondente
Mentre l’ex premier croato Ivo Sanader affronta il processo per corruzione, emergono altre prove sul malaffare del partito di governo HDZ, il cui consenso precipita ai minimi storici. Gli analisti politici ritengono che il centrosinistra abbia di fatto già vinto le elezioni in programma il prossimo 4 dicembre
Venerdì 28 ottobre Sarajevo si trova di fronte a un brutto déjà-vu. Un uomo armato di kalashnikov ha attaccato l’ambasciata americana, ferendo due persone. L'identikit dell'attentatore, la ricostruzione del fatto e le testimonianze dei presenti nella cronaca del nostro corrispondente
Nella provincia di Van devastata dal terremoto di domenica scorsa è ancora emergenza, le tende sono poche e le ruspe per la ricerca dei superstiti tra le macerie quasi assenti. E’ polemica intanto sulla gestione degli aiuti e la bassa percentuale di edifici costruita seguendo norme antisismiche
Dimitris Kozaridis, 53 anni, muratore disoccupato con due figlie e una moglie a carico, è morto d’infarto lo scorso 20 ottobre mentre manifestava ad Atene contro le ennesime misure anticrisi votate dal governo Papandreou su richiesta della comunità internazionale. Una vita come tante, spezzata da una crisi che sembra senza via d'uscita
Ancora misure di austerità, ancora sciopero generale e proteste violente ad Atene. In Grecia è iniziato ieri l'ennesimo sciopero generale per dire no ai tagli del premier Papandreou per ottenere la sesta tranche del pacchetto di salvataggio di UE, FMI e BCE. Nessuna medicina, però, sembra in grado di salvare il malato, e la rabbia cresce. Un articolo pubblicato oggi in contemporanea da OBC e Il Riformista
Nei prossimi giorni si terrà in Armenia il secondo censimento generale della popolazione. La forte propensione all'emigrazione, in particolare dei giovani, unita al basso tasso di natalità, potrebbe mostrare una forte diminuzione del numero dei residenti nel Paese. Il difficile quadro economico e politico tra le cause delle previsioni negative
Sotto Ceauşescu armi ed agricoltura coprivano i buchi della bilancia di pagamenti della Romania. Poi il crollo di esportazioni negli anni '90. Un settore, quello delle armi, a cui il Paese però non ha mai rinunciato. E neppure i suoi ex generali
Violenti scontri tra tifosi a Banja Luka a margine della partita tra gli ospiti del Borac e il Željo di Sarajevo. Pochi giorni dopo, a Mostar, gli ultras hanno invaso il terreno di gioco per assalire i giocatori dopo il derby tra Velež e Zrinjski. La disperazione targata generazione 1990
Nel villaggio di Katunitsa, un giovane bulgaro muore investito da un rom, associato al clan del 'barone' Kiril Rashkov, meglio noto come "Zar Kiro". L'episodio dà il via a gravi incidenti in tutta la Bulgaria, che assumono presto il carattere di pogrom anti-rom. Alle basi della rabbia, un sistema giudiziario incapace di assicurare i criminali alla giustizia
Il partito filo-curdo della pace e della democrazia (BDP) annuncia la fine del boicottaggio del parlamento iniziato dopo le elezioni del 12 giugno. Lo sforzo di sviluppare un linguaggio non violento per parlare con Ankara è necessario per evitare il ritorno all'estrema violenza degli anni ’90
Con il recente arresto di cinque membri dei famigerati “berretti rossi”, l’Unità per le operazioni speciali durante l'era Milošević, non solo la giustizia serba sembra finalmente fare il suo corso, ma si aprono anche possibili chiarimenti sull’omicidio del premier serbo Zoran Đinđić
Dopo ben quattro anni il parlamento montenegrino ha raggiunto l’accordo sulla legge elettorale, condizione chiave per ottenere alla fine dell’anno la data di inizio dei negoziati di adesione all’UE. Luci e ombre del percorso verso Bruxelles
Non accennano a diminuire a Cipro le proteste contro il governo Christofias dopo la disastrosa esplosione avvenuta nel luglio scorso in un deposito di armi. Esplosivi ed armamenti provenienti dall'Iran e diretti in Siria erano stoccati da oltre due anni nella base navale di Mari in stato di abbandono. Una commissione di indagine ora indaga sulle responsabilità
Dopo aver rispettato le condizioni legate alla collaborazione con il Tribunale internazionale dell'Aja, la Serbia trova davanti a sé un altro grosso ostacolo lungo il cammino verso l'Unione europea: la questione del Kosovo. La recente visita a Belgrado del cancelliere tedesco Angela Merkel ha sollevato molti malumori tra i politici e i cittadini serbi. La Merkel infatti aveva posto come condizione per l'ottenimento dello status di Paese candidato la rinuncia al nord del Kosovo. Un commento
Valery Melis morì il 4 febbraio 2004 a ventisette anni. Ora finalmente il Tribunale Civile di Cagliari ha riconosciuto la responsabilità dell’Esercito Italiano nel non aver fatto nulla per proteggere i soldati dall'uranio impoverito, nonostante fosse a conoscenza dei rischi di contaminazione. Un commento
Dal responsabile delle stragi di Oslo e Utoya la Slovenia è stata indicata come uno dei Paesi in Europa dove la “propaganda multiculturale” ha avuto meno effetto. La notizia, accolta con comprensibile imbarazzo, ha però offerto occasione di dibattito
Continui colloqui e riunioni tra i serbi del nord, Belgrado e la comunità internazionale, per cercare una soluzione alla grave crisi nel nord del Kosovo. Alla fine è stato raggiunto un accordo tra Belgrado, Pristina e la Kfor. Oggi i serbi del Kosovo del nord decideranno se accettare o rifiutare questo accordo
Dopo le clamorose dimissioni dei quattro generali ai vertici delle Forze armate turche, Ankara supera la crisi con gran rapidità e molti analisti vi leggono un segno di democratizzazione per la Turchia e di liberazione dalla tutela autoritaria dei militari. Per la prima volta i militari cedono di fronte al governo e nel Paese si respira aria di "seconda repubblica"
Con l'arresto di Goran Hadžić, avvenuto mercoledì 20 luglio alle ore 8.24 a Fruška Gora, in Vojvodina, si chiude il capitolo della collaborazione tra la Serbia e il Tribunale internazionale dell'Aja per i crimini in ex Jugoslavia. Con l'arresto dell'ultimo dei latitanti cade anche l'ostacolo maggiore per il cammino della Serbia verso l'Ue. Ora Belgrado aspetta che Bruxelles dia il via libera per lo status di paese candidato. Un commento
Anvar Sharipov, un cittadino russo proveniente dal Daghestan, ha da poco ottenuto lo status di rifugiato. La sua dovrebbe essere una storia scontata, ma purtroppo non lo è affatto. Al contrario, la vicenda di Sharipov evidenzia importanti carenze nella tutela del diritto d'asilo in Italia
Si è concluso una settimana fa con condanne pesanti il processo ai tre ceceni accusati dell'omicidio di Umar Israilov, ex-guardia del corpo di Ramzan Kadyrov, ucciso a Vienna nel gennaio 2009 dopo aver denunciato il presidente ceceno alla corte di Strasburgo
Un po’ più vecchio ma con lo stesso piglio arrogante di un tempo. “Io sono il generale Ratko Mladić, tutto il mondo sa chi sono!”. Dopo l'arresto del 26 maggio scorso, l’ex generale accusato di genocidio si è presentato oggi davanti ai giudici dell’Aja per la prima udienza. La cronaca dall'aula del tribunale
Si apre oggi all'Aja il processo a Ratko Mladić. Carla Del Ponte, ex capo della Procura del Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia, si esprime sulla posizione dell'imputato e sulla possibile direzione che prenderà il dibattimento. Nostra intervista
Erano scesi in piazza per rovesciare il presidente Saakashvili. Con molta ambiguità rispetto ad una possibile rivolta violenta. Ma tra il 21 e il 26 maggio scorso l'opposizione all'attuale governo in Georgia è andata incontro all'ennesima sconfitta. Una rassegna sugli ultimi giorni concitati dello Stato caucasico
Ora che Ratko Mladić è stato arrestato ed estradato all'Aja si tratta di fare i conti col passato. Che la Serbia non ha ancora avuto il coraggio d'affrontare. Un'intervista a Nataša Kandić, direttrice del Centro per il diritto umanitario di Belgrado
Giornalisti e analisti dei principali quotidiani, settimanali e emittenti della Serbia. Li abbiamo incontrati per chiedere loro che ne pensano di questi giorni del dopo-Mladić. Nei quali si rischia di parlare di più di fragole che dei crimini commessi dall'ex generale serbo
Non è importante che l’arresto di Mladić fosse una condizione internazionale per la Serbia. Belgrado dovrà aspettare ancora parecchio prima di entrare nell’Unione europea. È importante che l’arresto di Mladić apra la strada della riconciliazione e che ci si possa guardare di nuovo negli occhi. Un commento