Mafie

Bosnia Erzegovina: nuovi scontri a Stolac

12/12/2001 -  Anonymous User

Il difficile rientro della comunità bosniaco-musulmana nella cittadina a trenta chilometri da Mostar. Anche in questi giorni nuovi e preoccupanti incidenti.

Serbia: consiglio anticorruzione

07/12/2001 -  Anonymous User

Il governo serbo cerca di arginare il problema corruzione. Nominando un consiglio ad hoc formato da intellettuali.

La tragica morte di Bozo Knezevic

29/11/2001 -  Anonymous User

Muore in un incidente stradale il regista del documentario "Operazione tempesta" sui crimini commessi dall'esercito croato nelle Krajine. Sembra accertato non si tratti di omicidio ma i dubbi restano.

Umanitario: continuare la guerra o pensare la pace?

23/11/2001 -  Michele Nardelli

Sacche gialle dal cielo. Così, gli stessi aerei che scaricano ordigni di morte diventano i nuovi attori dell'intervento umanitario...

Fauna protetta in pericolo nei Balcani

21/11/2001 -  Anonymous User

Come già avveniva prima che la guerra dilaniasse l'ex-Jugoslavia sono molti i cacciatori che si trasferiscono oltre confine per cacciare specie protette. Bastano una manciata di milioni.

Criminalità e stampa nella ex Jugoslavia

20/11/2001 -  Anonymous User

Sull'ultimo numero della rivista Via Libera un nostro articolo sul tema della criminalità nella ex Jugoslavia

Osama Bin Laden ed i Balcani

14/11/2001 -  Anonymous User

Da pochi giorni è uscito un report curato dall'ICG. Anche nei Balcani il rischio terrorismo: contro le truppe occidentali li stanziate? O Balcani come punto di partenza per azioni terroriste nel cuore dell'Europa?

Belgrado: rivolta di parte delle forze speciali della polizia

12/11/2001 -  Anonymous User

Sembra che cento uomini delle forze speciali abbiano occupato un'autostrada alle porte di Belgrado.

Croazia: calcio, malavita ed estrema destra

08/11/2001 -  Anonymous User

Arrestato un famoso calciatore croato accusato di connessione con ambienti malavitosi. Ulteriore conferma dei rapporti tra calcio croato, mafia ed estrema destra.

CRONOLOGIA DELLA CRISI ALBANO-MACEDONE (gennaio-ottobre 2001)

30/10/2001 -  Luka Zanoni

Dall'inizio dell'anno sino ad ora le vicende in Macedonia si sono evolute con una certa continuità e rapidità. Al fine di rendere più chiara ed agevole la comprensione di ciò che è accaduto, presentiamo un riepilogo cronologico degli eventi principali.

Panico antrace anche nei Balcani

27/10/2001 -  Anonymous User

La paura per le lettere all'antrace e per possibili attentati terroristici si fa sentire anche nei Balcani.
Vi sono stati molti falsi allarmi per lettere sospette negli scorsi giorni a Belgrado. La prima è stata spedita da un luogo non identificato ad un appartamento privato nel cuore di Belgrado. Hanno poi seguito molte lettere, rivelatesi poi "allo zucchero", ai principali media jugoslavi (Nis local TV5, 18.10).
In Bosnia Erzegovina il panico va quasi di moda. Alcuni cittadini di Banja Luka e della zona hanno ricevuto questi giorni alcune lettere contenenti polvere bianca. "Le analisi hanno mostrato che il materiale contenuto nelle buste non è contaminato con l'antrace, ma materiale pubblicitario della dita farmaceutica Orbiko di Sarajevo" ha affermato Stanimi Stamenkovic, direttore dell'Istituto sanitario di Banja Luka (Nezavisne Novine, 20.10.2001).
Le poste della Republika Srpska hanno smentito di aver trovato qualcosa di sospetto, mentre il direttore delle poste di Sarajevo è sicuro che in tutto questo periodo postbellico le poste della capitale bosniaca non hanno mai trovato nulla di sospetto.
Intanto la Sfor e la Nato dichiarano di aver smantellato, con la collaborazione della polizia locale, un'organizzazione terroristica legata ad al Qaida. Lo ha dichiarato giovedì a Sarajevo Daryl Morrell, portavoce della Sfor (Forza di stabilizzazione della Nato) precisando che ''grazie ad un'eccellente collaborazione con le autorità bosniache riteniamo di aver spezzato i legami esistenti in Bosnia-Erzegovina con la rete di Al Qaida''. Ieri la Sfor aveva annunciato di aver smantellato un'organizzazione di terroristi, ma non aveva fatto alcun collegamento con la rete di Osama bin Laden.
Restano ancora sconosciuti i veri motivi della chiusura, nei giorni scorsi, dell'ambasciata statunitense a Sarajevo e degli uffici di Tuzla e Banja Luka. Le motivazioni addotte dal Dipartimento di Stato americano sono quelle legate ad un atteggiamento precauzionale all'indomani dell'inizio delle ostilità in Afghanistan. Non è stato però specificato se si fosse reagito ad un rischio concreto di attentati organizzati da strutture vicine a Bin Laden ed Al Kaida.
Le autorità bosniache hanno iniziato anche in modo autonomo dalle pressioni internazionali, a prendere provvedimenti contro il terrorismo. Un nuovo ed interessante documento è stato presentato dal Consiglio dei Ministri della BiH. Si tratta di un registro dei cittadini stranieri che entrano nel Paese grazie a voli aerei (cosiddetta landing-card). L'ufficio DGS (dogane statali) ha già intensificato i controlli su tutti gli aeroporti internazionali (non solo quello di Sarajevo). E' in preparazione pure un altro registro. Si tratterebbe dell'elenco di tutti gli stranieri che operano in BiH. Anche l'OHR sta lavorando su una serie di provvedimenti che formino una cornice legale per la lotta al terrorismo (Oslobodjenje, 17.10).

Privatizzazioni in Bosnia: tra scandali e grosse aspettative

25/10/2001 -  Anonymous User

Ancora il 50% delle piccole imprese da privatizzare. Solo quattro delle più grandi privatizzate. Non senza scandali. Nei prossimi mesi la vendita dei due colossi JPPTT BiH (poste e comunicazioni ed Electroprivreda (elettricità).

Bosnia-Erzegovina: e' attiva la mafia del tabacco

24/10/2001 -  Anonymous User

Ambiguità in Bosnia sulle privatizzazioni della FDS, manifattura tabacchi di Sarajevo. Il suo direttore, Nijaz Durakovi indaga in merito, ma riceve minacce.

Federazione Jugoslava: nuova proposta di legge sulle forze armate

24/10/2001 -  Anonymous User

E' stata approvata dal governo federale una nuova proposta di legge sulle forze armate. Scarsa la voce in capitolo della società civile.

Prijedor: ritrovato probabilmente il corpo di padre Tomislav Matanovic

22/10/2001 -  Anonymous User

In un pozzo a pochi chilometri da Prijedor le autorità bosniache e quelle internazionali hanno rinvenuto cinque corpi, due donne e tre uomini. Uno è il corpo di una suora, un altro quello di un prete. Trovato seminudo ma con ancora il crocifisso al collo e con alcuni paramenti da messa. L'autopsia, che si è svolta oggi a Banja Luka, con tutta probabilità confermerà che si tratta di Padre Tomislav Matanovic, ex parroco cattolico di Prijedor, "scomparso" il 19 settembre del 1995. Secondo un'indagine condotta dall'IPTF, polizia internazionale che fa capo alle Nazioni Unite, il parroco fu arrestato dalle autorità serbe nella notte del 25 agosto del 1995. Nella stessa notte la sua casa fu saccheggiata e la chiesa distrutta. Padre Tomislav fu poi messo agli arresti domiciliari, nella casa dei genitori. Infine il 19 settembre, nella notte, due macchine prelevarono padre Tomislav ed i suoi genitori. Di loro non si seppe più nulla. Ora la tragica scoperta.
Le riesumazioni intanto continuano anche nelle altre fosse comuni rinvenute nell'area di Prijedor. In un clima di grande tristezza da parte dei musulmano e croato-bosniaci ritornati dopo essere fuggiti alle azioni di pulizia etnica e di sostanziale imbarazzo da parte della comunità serba.

Croazia: ancora reazioni al filmato sui crimini dell''Operazione Tempesta'

15/10/2001 -  Anonymous User

Non si sono ancora sopite le polemiche riguardanti la proiezione in Croazia i primi giorni di ottobre del documentario di Bozo Knezevic sui crimini croati commessi durante l'operazione Tempesta. Il sociologo Drazen Lalic ha dichiarato che anche lui, come il 75% degli spettatori che quel giorno erano davanti alla televisione, si è sentito corresponsabile per quei crimini. Non tanto in quanto croato ma come persona umana che non è stata in grado di impedire che tali atrocità fossero commesse. E' vergognoso, ha inoltre dichiarato, che persone come Maja Freundlich e Zeljko Olujic continuino a relativizzare su atti criminosi così gravi e documentati (Slobodna Dalmacija, 6.10).
In questi giorni sono state inoltre molte le dichiarazioni di solidarietà al direttore della radiotelevisione croata Mirko Galic ed al direttore della trasmissione durante la quale il documentario è stato trasmesso, Denis Latin. Alle richieste di rimozione e dimissioni fatte dai rappresentanti dell'HDZ hanno risposto con la loro solidarietà il sindacato dei giornalisti, l'Associazione dei giornalisti e il Forum 21 (Vjesnik, 6.10). Drago Pilsel, Presidente del Forum 21, ha dichiarato che le richieste dell'HDZ rappresentano una minaccia all'ordine costituzionale della Croazia e sono contrarie alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite.

Intervista con Tonino Perna. La guerra al terrorismo e le ripercussioni sui Balcani

09/10/2001 -  Anonymous User

Abbiamo chiesto a Tonino Perna, economista dell'Università di Reggio Calabria, di commentare per noi il recente inizio delle operazioni militari in Afganistan e le loro possibili ripercussioni sullo scenario balcanico.

Croazia: reazioni al filmato sui crimini dell''Operazione Tempesta'

08/10/2001 -  Anonymous User

I primi giorni di ottobre sono stati caratterizzati in Croazia da un evento televisivo senza precedenti. Il due ottobre, in prima serata, la prima rete nazionale croata ha trasmesso un film documentario di Bozo Knezevic sulle stragi subite dalla popolazione civile serba in seguito all'azione militare "Tempesta" del 1995 grazie alla quale Tudjman riprese possesso della regione delle Krajne.
Si sono subito alzate le proteste del Presidente dell'Associazione invalidi di guerra, Marinko Liovic, del Presidente del Comitato per la difesa della "guerra patriottica", Mirko Condic, che ha descritto l'attuale governo quale un "potere traditore", ed infine della Segreteria dell'HDZ che ha richiesto le dimissioni di Mirko Galic, direttore generale della Radiotelevisione croata, e del redattore Denis Latin (Slobodna Dalmacija, 3.10).
Su Novi List Jelena Lovric commenta queste reazioni insistendo su quanto sia difficile per persone che hanno agito senza onestà ed in modo poco chiaro accettare queste verità sui crimini di guerra. Reagiscono minacciando il governo e paradossalmente in parte si può dare loro ragione. Il nuovo corso croato avrebbe dovuto, secondo la giornalista, rendere note le verità sui crimini compiuti durante la guerra immediatamente dopo la svolta del 3 gennaio quando si sgretolò il potere dell'HDZ.
Nonostante queste considerazioni c'è spazio anche per l'ottimismo: secondo un'inchiesta effettuata dopo la trasmissione il 70% della popolazione della Croazia è favorevole a portare i responsabili per crimini di guerra commessi da parte croata davanti ad un tribunale.

Macedonia: 'i giorni decisivi'

03/10/2001 -  Anonymous User

Riprendiamo un chiaro e scorrevole articolo concernente l'attuale situazione in Macedonia, scritto da Georgi Gotev e pubblicato nella versione in lingua bulgara dal quotidiano "Sega" l'1 ottobre. Il testo, in forma riassuntiva, si sofferma su tutte le questioni principali che investono in questo momento la Macedonia: dalla fine della missione "Essential Harvest", alle pressioni internazionali per far sì che vengano implementati gli accordi di Ohrid del 13 agosto, dalla smobilitazione dell'Uck al suo ingresso come forza politica, senza trascurare di fornire alcuni dettagli riguardo la presenza internazionale e il futuro assetto del Paese. Un articolo utile per chi in quest'ultimo periodo non ha seguito le vicende della Macedonia, per altro poco o per nulla visibili sulla stampa italiana.
La versione che presentiamo è stata pubblicata in lingua italiana dalla mailing list Notizie Est, che ringraziamo per la gentile concessione.(Articolo)

Bosnia-Erzegovina. Il nuovo volto del corpo diplomatico

03/10/2001 -  Anonymous User

Serve molto tempo prima che un Paese riesca a modificare la percezione delle altre nazioni nei propri confronti, e questo accadrà anche alla Bosnia-Erzegovina. Spesso accade si sottovaluti l'importanza dell'immagine che si presenta nel mondo attraverso i propri ambasciatori. Questo è l'errore nel quale si è incorsi anche in Bosnia-Erzegovina: i frequenti scandali riguardanti gli ambasciatori bosniaci nominati in questi ultimi anni sotto forti pressioni dell'Sda, dell'HDZ e del SDS non hanno certo contribuito a diffondere un'immagine positiva e cristallina. Di questa ex-repubblica jugoslava.
Tra le più rilevanti fu la vicenda che coinvolse Muhamed Sacirbegovic, ex-ambasciatore negli USA e fortemente legato ad Alija Izetbegovic. Noto perché amante dei giochi d'azzardo decise di porre fine alla propria carriera diplomatica, iniziandone una da imprenditore, quando vennero alla luce i suoi sprechi di denaro pubblico. Ora al fianco di Milan Panic, ricchissimo imprenditore jugo-americano ed ex-primo ministro dell'ultima Jugoslavia, non diede mai alcuna spiegazione sui buchi di bialncio che gli venivano addebitati.
Al posto di Sacirbegovic divenne ambasciatore Husein Zivalj, braccio destro del ministro degli esteri della BiH, Jadranko Prlic ma anche quest'ultimo sembra destinato ad essere sostituito ed il nuovo candidato verrà a giorni nominato dal governo guidato dall'Alleanza.
Le polemiche riguardanti i diplomatici bosniaci oltre Atlantico colpiscono anche la missione della BiH presso le Nazioni Unite il cui primo segretario, Darko Trifunovic, si è alcune volte espresso con toni che in parte nascondevano le responsabilità serbe nelle operazioni di pulizia etnica durante la guerra ed ha sostenuto l'innocenza di un personaggio come Radovan Karadzic. Contemporaneamente ha accusato Izetbegovic di essere colpevole dei presunti massacri commessi contro i serbi a Sarajevo. A fronte di queste dichiarazioni, che hanno non poco scandalizzato la diplomazia americana, Husein Zivalj non ha espresso alcuna opinione (Slobodna Bosna 23.08.2001).
Altre polemiche coinvolgono Jadranko Prlic che come rappresentante dell'HDZ ha ricoperto la carica di ministro degli esteri della Bosnia-Erzegovina. Attualmente, dopo aver lasciato l'HDZ seguendo un umore politico dell'opinione pubblica in cambiamento, è vice-ministro nel nuovo governo guidato dall'Alleanza. Questo non impedisce che si parli di un possibile suo "viaggio" all'Aja. C'è chi afferma sia stato lui ad ordinare l'apertura di campi di concentramento vicino a Mostar dove tra il 1993 ed il 1994 vennero rinchiusi molti bosniaco-musulmani. 'Su quali siano in merito le mie responsabilità è competente solo l'Aja' ha dichiarato Prlic all'agenzia Onassa (29.08.2001).
Anche in seguito a questi passi falsi il nuovo governo della BiH è ora impeganto in una riorganizzazione del corpo diplomatico. Negli ultimi giorni di agosto sono stati licenziati 33 vecchi ambasciatori e promossi 28 di nuovi. Tra i nomi noti dei nuovi arrivati vi sono Zlatko Dizdarevic, giornalista e pubblicista, che andrà a Zagabria ed il sindaco del comune di Novo Sarajevo, Zeljko Komsic, che andrà a Belgrado. E' stato invece allontanato Todor Dutina, ex-ambasciatore a Ginevra, additato dalla stampa svizzera quale vicino collaboratore di Radovan Karadzic.
Con la caduta del governo dominato dai tre partiti nazionalisti (SDS, HDZ ed Sda) vi è la speranza che il nuovo corpo diplomatico possa dare nel mondo un'immagine migliore della Bosnia-Erzegovina. Già positivo che la presentazione della lista dei nuovi ambasciatori abbia sollevato pochissime polemiche. Tra le poche sorprese forse quella della permanenza di Emina Keco (link notizia fine agosto su rilascio passaporti strannier- archivio Bosnia) a Vienna. Non con lo stesso incarico però. Da ambasciatrice è passata al ruolo di responsabile della missione presso l'OSCE. Si è parlato ultimamente del suo coinvolgimento in una vicenda di riciclo di denaro sporco attraverso l'ambasciata bosniaca a Vienna ma la sua posizione sembra essere totalmente estranea ai fatti.
L'unico nome che invece un po' di clamore ha suscitato è stato quello di Talat Sulejmani, attuale capo della filiale Air Bosnia ad Istambul, e coinvolto in un traffico di clandestini che avveniva proprio grazie ai voli della compagnia bosniaca.

Serbia: questioni consolari

02/10/2001 -  Anonymous User

Il Governo della Federazione di Jugoslavia ha preso la decisione di chiudere temporaneamente 13 ambasciate jugoslave: a Caracas, Santiago, Beirut, Dar El-Salaam, Lusaka, Nairobi, Accra, Conakry, Tashkent, Pyongyang, Yangon, Hanoi e Harare. Questa mossa mostra l'orientamento del governo e la precedente decisione circa la razionalizzazione delle missioni diplomatiche e consolari, ha riferito il segretariato federale. Ciò non significa degradare il livello delle relazioni diplomatiche con i paesi menzionati, che si rifletterebbe attraverso le ambasciate della FRY negli stati più vicini.
Mentre l'ambasciatore degli Stati Uniti in Jugoslavia ha ufficialmente riaperto il 28 settembre scorso la sezione consolare della ambasciata american, che era stata chiusa all'inizio dei bombardamenti della NATO.
William Montgomery ha dichiarato, durante la cerimonia di apertura, che i cittadini della Jugoslavia non saranno costretti a viaggiare a Budapest per ottenere il visto per gli USA. Quell'ambasciata, secondo le affermazioni di Montgomery, ha rilasciato dal marzo 1999, circa 20.000 visti ai cittadini della Jugoslavia.
Alla domanda se i recenti attacchi agli USA potrebbero creare dei problemi per chi richiede il visto, Montgomery ha risposto che verranno applicati i criteri standard, ed ha aggiunto che l'America, naturalmente, terrà presente le adeguate misure di sicurezza.

Macedonia: gli ostacoli alla pace

01/10/2001 -  Anonymous User

Il rappresentante per la politica estera e la sicurezza dell'Unione Europea, Javier Solana, arriverà nei prossimi giorni a Skopje. L'intento di Solana è quello di accelerare le modifiche costituzionali che garantirebbero maggior diritti alla minoranza albanese. Una prima risposta positiva agli emendamenti costituzionali, in armonia con gli accordi di Ohrid firmati il 13 agosto scorso, è venuta dal Parlamento la scorsa settimana con l'accettazione degli emendamenti proposti da parte della maggioranza relativa dell'aula. Ciò che a fatica il parlamento macedone riuscirà ad accettare è la questione riguardante l'amnistia dei guerriglieri albanesi. Secondo le informazioni ufficiali, l'Esercito di Liberazione si è formalmente disciolto, i guerriglieri, dopo la consegna delle armi, hanno abbandonato le divise militari e si sono ritirati da tutti gli avamposti, lasciando solo un piccolo centro di comando. Attualmente è soprattutto il premier di governo Georgievski a frenare la questione riguardante l'amnistia. Quest'ultima potrà essere proclamata dal Parlamento, ma, come conferma l'agenzia Beta, non è credibile che a Skopje la necessaria maggioranza parlamentare voterà questa decisione. Legato a questa decisione ci sarebbe anche l'inizio del rientro delle forze macedoni nelle regioni controllate fino la 26 settembre dalla guerriglia albanese. Le forze di sicurezza macedoni dovrebbero rientrare, come vuole il governo, quanto prima nei territori di frontiera con il Kosovo e la Jugoslavia. Il rientro delle forze di sicurezza è previsto in due fasi. Durante la prima fase le forze di stato dovranno ritornare nelle regioni che erano sotto il controllo dell'UCK, ma la composizione di suddette forze dovrà corrispondere alla composizione degli abitanti delle regioni coinvolte, quindi prima di tutto albanesi. Nella seconda fase è prevista la completa smobilitazione dei riservisti della polizia e dell'Esercito macedone, mentre le unità regolari dell'Esercito dovranno controllare l'intera regione. L'inizio delle operazioni è attualmente bloccato proprio per contrasti tra il governo macedone e i rappresentati della Nato e dell'UE (Cfr. Danas, 1-10).
Nel frattempo la stampa macedone, sfruttando l'ondata di terrorismo negli USA e le misure di sicurezza messe in atto dai paesi occidentali, lancia grida di allarme su di un ipotetico coinvolgimento del ricercato numero uno, Osama Bin Laden, nelle cosiddette azioni terroristiche in Macedonia. Secondo un dettagliato articolo pubblicato dalla Rete di Informazione Alternativa (AIM), "I politici macedoni hanno visto nell'attacco terroristico compiuto contro il World Trade Center di New York e il Pentagono a Washington un'ottima occasione per collegare il terrorismo in America e le azioni dell'Esercito di Liberazione Nazionale (UCK), la cui attività viene ritenuta direttamente terroristica" (vedi la tr. it. nel numero #476 di Notizie Est). Quasi tutti i maggiori quotidiani macedoni hanno approfittato della situazione per informare i loro lettori sulle presunte relazioni di Bin Laden in Macedonia, fornendo perfino, un manuale per il riconoscimento del "mujahedin tipico", con il risultato che alcuni lettori immediatamente hanno riconosciuto qualche mujahedin nelle sale da tè dove normalmente si riuniscono gli albanesi locali. Immediate le reazioni del rappresentante americano James Pardew, che ha accusato i politici macedoni di voler abusare degli attacchi terroristici in America per ostacolare la messa in atto degli accordi di pace.
Mentre il ministro della difesa Buckovski, durante la sua recente visita in Albania, ha affermato che in territorio albanese si sarebbero ospitati capi di addestramento di combattenti che hanno agito in Macedonia. Scontata la reazione del ministro della difesa Pandeli Majko che ha negato la circostanza e si è dimostrato disposto a procedere nella verifica delle accuse presso una commissione di inchiesta.

Vedi anche:

NotizieEst

Bosnia: anche l'ex generale Halilovic vola a l'Aja

27/09/2001 -  Anonymous User

E' partito per l`Aja Sefer Halilovic, il Ministro per i profughi in Bosnia Erzegovina in carica, che nel 1993 ricopriva la funzione di comandante dell'Armata Bosniaca

Croazia: Sanader e Seks nuovi sospettati dal Tpi?

27/09/2001 -  Anonymous User

Secondo quanto pubblicato dal quotidiano Slobodna Dalmacija del 15 settembre scorso, un testimone bosniaco presentatosi a L'Aja, avrebbe rilasciato dichiarazioni che accusano alcune personalità politiche croate - tra quali gli attuali presidente e vicepresidente dell' HDZ, Ivo Sanader e Vladimir Seks - di genocidio, per avere dirette responsabilità nell'uccisione di civili bosniaco-musulmani attuate dalle forze croate in Erzegovina. Ivo Sanader non ha voluto commentare le accuse a lui rivolte, delegando la segreteria del partito a rispondere sulla questione. E la segreteria ha risposto immediatamente con un comunicato, in cui viene dichiarato che le personalità sospettate parteciparono all'incontro avvenuto a Medjugorije nel 1993 con i comandanti delle unità paramilitari croato-bosniache, solo perché "spinti da buone intenzioni". Al contempo, sui quotidiani si sta dibattendo anche di altri processi in corso, tra i quali quello contro gli accusati per il massacro di Lika avvenuto nel 1991. A questo proposito, su Vjesnik del 17 settembre è apparso un commento in cui si sottolinea che le autorità statunitensi sono molto soddisfatte del fatto che tale processo si stia svolgendo a Rijeka - quindi sul suolo croato - anziché a L'Aja. Perché in questo modo l'ambasciatore americano Warren Zimmerman allora di stanza a Belgrado, non si troverà nella condizione di dover rispondere di fronte ad autorità giudiziarie internazionali sul ruolo degli Stati Uniti nella preparazione della guerra. E quindi non si approfondirà il ruolo di collegamento del principale imputato nel processo di Fiume - Tihomir Oreskovic - che rientrò nel paese alla vigilia degli scontri armati dopo esser stato negli anni ottanta un collaboratore dell'FBI, ma anche il ruolo degli agenti americani nell'attacco terroristico realizzato nell'autunno del 1991 contro il museo della Chiesa serba ortodossa di Zagabria.
Il processo di Fiume, ricominciato proprio il 17 settembre, vede gli imputati accusarsi vicendevolmente. Come scrive Novi list del 18 settembre, durante l'udienza l'ex generale Norac ha persino colpito con un pugno l'ex colonnello Oreskovic, accusandolo di essere responsabile del rallentamento del processo.

Bosnia: il dopo New York richiede la revisione dei passaporti bosniaci

27/09/2001 -  Anonymous User

Dopo l'attacco terroristico di New York preoccupa la questione dei cittadini stranieri di religione musulmana che si erano arruolati tra le file dei gruppi di Mujahedin presenti in Bosnia durante la guerra, e ai quali era stato rilasciato il passaporto bosniaco. Il dubbio che alcuni terroristi vicini a Osama Bin Laden siano in possesso di questi passaporti, ha spinto le autorità locali ad avviare un controllo di tutti i documenti validi per l'espatrio rilasciati a cittadini stranieri dal 1992 in poi. Già il 15 settembre il portavoce delle Nazioni Unite per la regione di Banja Luka e di Bihac - Alun Roberts -aveva annunciato di aver suggerito a tutte le sedi UN e OHR - Ufficio dell'Alto Rappresentante per la BiH -
di seguire il controllo delle procedure seguite dagli organi competenti per il rilascio dei passaporti dal 1996 ad oggi. Roberts ha sottolineato che è molto importante irrigidire i controlli, soprattutto in Federazione dove oggi risiede la maggior parte dei cittadini bosniaci di religione musulmana (Glas Srpski, 15 settembre). La risposta delle autorità bosniache non si è fatta attendere. Il Ministro degli Esteri - Zlatko Lagumdjija - ha dichiarato che è stata costituita un'apposita commissione che si occuperà dell'indagine. Egli ha inoltre confermato che un certo numero di soldati mercenari provenienti da paesi islamici aveva ottenuto il passaporto bosniaco ai tempi in cui combattevano a fianco dell'AbiH (Armata Bosniaca) e che alcuni di essi erano in collegamento con centri terroristici islamici (Nezavisne Novine, 21 settembre).

Macedonia: terminato il 'Raccolto', in arrivo la 'Volpe'

26/09/2001 -  Anonymous User

Come da programma, dopo un mese esatto dal suo inizio l'operazione della NATO denominata "Essential Harvest" (Raccolto essenziale), giunge al termine. L'annuncio della conclusione della missione è stato fatto dal segretario della NATO George Robertson, che con parole di soddisfazione ha dichiarato che l'obiettivo dell'Alleanza Atlantica in Macedonia è stato raggiunto e addirittura superato. Secondo i piani della Nato infatti i guerriglieri avrebbero dovuto consegnare 3.300 armi, mentre ne sono state raccolte finora 3.381. Robertson ha espresso ottimismo al suo arrivo all'aeroporto di Skopje, dichiarando che "in Macedonia è tornata la pace e questo nonostante pochi mesi fa il paese fosse sull'orlo della guerra civile". Rilanciando la partita ai politici macedoni, il segretario generale ha ribadito inoltre che i ribelli albanesi hanno mantenuto i patti circa la consegna della armi, "adesso tocca ai politici fare altrettanto, ratificando in parlamento le riforme". La ratifica delle bozze dei 15 emendamenti costituzionali che assegnano maggiori diritti alla minoranza albanese sono stati approvati lunedì durante la seduta del Parlamento. Tuttavia una certa preoccupazione riguarda ancora la possibilità che non venga approvata la versione finale degli emendamenti, rimandando la questione ad un referendum. Infatti, in questa prima fase del processo di approvazione delle modifiche costituzionali è stato necessario che solo la metà relativa dei deputati votasse a favore, mentre successivamente la maggioranza dovrà essere di almeno due terzi dell'Aula. Esplicitamente contro la possibilità di indire un referendum per approvare gli emendamenti costituzionali, si erano espressi già qualche giorno fa sia il capo della diplomazia europea Solana che il ministro degli esteri italiano Ruggiero.
Nella giornata di oggi dovrebbero definirsi i compiti e le linee operative della nuova missione della NATO in Macedonia, e ci si aspetta che il via venga dato dai ministri della difesa in riunione oggi a Bruxelles, dopo che il Consiglio Atlantico ieri ne ha posticipato il nulla-osta. La missione si chiamerà "Amber Fox" (Volpe ambrata) e supporterà per i prossimi mesi le operazioni dei 120 osservatori dell'OSCE presenti sul territorio, così come avrà il compito di scortare i rifugiati che rientrano alle loro abitazioni, mentre la sicurezza verrà affidata alle forze di polizia macedoni, che nel frattempo dovranno riformarsi sulla base dell'effettiva composizione etnica del paese.
La Germania, che guiderà il comando delle operazioni, la Francia e l'Italia hanno già dato piena disponibilità all'impiego delle proprie truppe per la nuova missione.

Croazia: timori e reazioni sui fatti di New York e Washington

22/09/2001 -  Anonymous User

Mentre si cominciano a sondare le reazioni della popolazione croata ai fatti di New York, sul Vecernji list del 15 settembre vengono riportati i messaggi di cordoglio espressi dal Presidente Mesic e dal Presidente del Parlamento croato Tomcic alla popolazione americana, in un incontro avvenuto presso la sede dell'Associazione del'amicizia americano-croata. Come riportato dal quotidiano Vecernji list del 18 settembre, è stato effettuato un sondaggio per valutare l'opinione pubblica rispetto alle conseguenze e ai timori legati all'attacco terroristico di New York e Washington. In base ai dati emersi da un'inchiesta telefonica, l'80% della popolazione croata crede che ci sarà una vendetta americana, il 15% pensa che ciò non avverrà, e solo una piccola percentuale degli intervistati non ha espresso opinione in merito. Rispetto alla domanda sulla pericolosità delle fazioni terroristiche, piu' della metà della popolazione (51%) è convinta che Osama Bin Laden possiede armi nucleari. Durante un convegno tenutosi a Varazdinske Toplice, il Primo Ministro Ivica Racan ha dichiarato che una questione centrale è il controllo del corridoio europeo di sicurezza, nel quale la Croazia occupa una posizione strategica (Vecernji list, 16 settembre). Solo pochi giorni dopo lo stesso Racan ha nuovamente sottolineato il problema, dichiarando che in un contesto dove il prevedibile peggioramento della situazione richiede un sistema di sicurezza forte, per la Croazia è essenziale essere inserita all'interno dei confini di controllo che l'Unione Europea sta costituendo attorno a sé (Slobodna Dalmacija, 18 settembre). Continua Racan ribadendo che è quindi assolutamente neccessario mantenere ottime relazioni con paesi confinanti come Slovenia, Italia ed Ungheria, intensificando la lotta contro il terrorismo locale. Il presidente della Repubblica Stipe Mesic ha inoltre annunciato che nei prossimi giorni verrà reso pubblico il progetto di realizzazione di una coordinamento internazionale antiterroristico, grazie al quale la Croazia potrebbe maggiormente difendersi dal pericolo del terrorismo internazionale. Il progetto non prevede l'impegno delle forze armate croate fuori dai confini nazionali. (Vecernji list, 20 settembre).

Macedonia: nuova missione NATO

20/09/2001 -  Anonymous User

È iniziato oggi il dibattito parlamentare per accettare le modifiche costituzionali, dopo che l'incontro di ieri è saltato per la mancanza del numero legale. I lavori per la ratifica dell'accordo di pace dello scorso 13 agosto procedono lentamente. Ieri è stata l'assenza dei membri della VMRO-DMPNE a far slittare l'incontro ad oggi. La ratifica del piano di pace doveva essere il requisito per dare il via alla fase conclusiva della operazione di raccolta delle armi dei guerriglieri albanesi.
La missione NATO ha deciso invece di procedere ugualmente alla attuazione della terza ed ultima fase dell'operazione "raccolto essenziale". Dopodiché una forza ridotta di uomini dovranno rimanere di stanza in Macedonia con il compito di sorvegliare e proteggere gli osservatori internazionali presenti sul territorio. La richiesta di una continuazione della missione, con un contingente ridotto di uomini, è stata inviata ufficialmente dal presidente Trajkovski alla NATO. L'attuale missione denominata "Essential Harvest" si concluderà il 26 settembre prossimo, poi seguiranno circa 10-14 giorni necessari alla smobilitazione ed al ridispiegamento delle forze. Da parte della NATO non ci sono ancora informazioni riguardo le dimensioni del contingente che rimarrà in Macedonia e non è ancora chiaro da chi sarà composto. Buona parte dei soldati britannici, che componevano il nucleo centrale della forza dislocata in Macedonia, sono pronti a partire per il Golfo per prendere parte alla operazione "giustizia infinita" lanciata dagli Stati Uniti. Potrebbe essere un comando tedesco a sostituire quello britannico, mentre è data per scontata la partecipazione italiana alla nuova missione. I piani per la nuova missione verranno deciso dal Consiglio Atlantico nelle prossime sedute del 26-27 settembre a Napoli.

Serbia e Montenegro: un dialogo difficile

20/09/2001 -  Luka Zanoni

Da un episodio recente, sulla base delle opinioni di alcune fonti giornalistiche Luka Zanoni fa il punto sul difficile rapporto tra Serbia e Montenegro.

Macedonia: sviluppi della missione NATO e aiuti italiani

19/09/2001 -  Anonymous User

La situazione in Macedonia appare ancora tutt'altro che stabile. La forza NATO impegnata nell'operazione"Essential harvest", ovvero di raccolta delle armi dei guerriglieri albanesi, è giunta alla fase conclusiva del suo lavoro. Due terzi delle armi sono state raccolte fino ad ora e la missione dovrebbe continuare il suo mandato fino al 26 settembre, data prevista appunto per la conclusione delle operazioni di raccolta degli armamenti. Un'interruzione dei lavori della forza NATO sono seguiti alla constatazione delle mancanza dell'approvazione da parte del Parlamento macedone delle riforme costituzionali, che prevedono un ampliamento dei diritti della comunità albanese. Ieri la Commissione affari costituzionali del parlamento macedone ha iniziato la discussione sugli emendamenti contenuti nel piano di pace. Una forte riluttanza proviene dalle file del partito di governo VMRO-DPMNE del leader Georgievski. Quest'ultimo era fino a ieri contrario anche alla presenza di una piccola componente di militari della forza atlantica, invocata dal leader della guerriglia albanese Ali Ahmeti, al fine di sorvegliare la situazione dopo il termine della "raccolta essenziale".Tuttavia sembra che dopo "il gesto di immediata solidarietà mostrato dall'Italia con la decisione di stanziare alla Macedonia un'assistenza finanziaria di urgenza del valore di 4 milioni di dollari, che si aggiungeranno ai già inviati 1,5 milioni di $" (MIA, 19-9) e la conferma che l'Italia parteciperà alla conferenza dei donatori per la Macedonia il prossimo 15 ottobre, anche il più duro Georgievski sembra aver ammorbidito la sua ferma risoluzione circa l'interruzione della missione NATO a "raccolto" concluso.
L'incontro di ieri tra Georgievski e il ministro degli esteri Ilinka Mitreva, con i ministri della difesa e degli esteri italiani, Martino e Ruggiero, sembra infatti che abbia offerto l'opportunità di avanzare una richiesta anche da parte del governo macedone di una nuova missione NATO, limitata però ad assicurare la protezione degli osservatori europei presenti nella regione. Secondo quanto riportato dall'Ansa, le autorità macedoni hanno comunicato ai ministri italiani di essere pronti ad inoltrare una richiesta di questo tipo al segretario generale della NATO George Robertson. Secondo fonti macedoni si tratterebbe di una piccola forza di circa 350 uomini della KFOR. Tuttavia il gruppo di contatto per la ex Jugoslavia, durante una riunione informale tenutasi ieri a Berlino pur riconoscendo la necessità di una estensione della missione NATO, non ha ancora deciso se il proseguimento della missione verrà condotto dalla KFOR, come vorrebbe il governo macedone, oppure da un contingente ridotto della task force attualmente impiegata nella operazione "Essential Harvest". Una riunione dei paesi NATO si terrà appena il presidente Trajkovski chiederà formalmente e ufficialmente un'estensione della missione.