Il parlamento della Bosnia Erzegovina (Foto grasas, Flickr)

Il parlamento della Bosnia Erzegovina (Foto grasas, Flickr)

Secondo i primi risultati resi noti dalla Commissione elettorale centrale, Bakir Izetbegović, Željko Komšić e Nebojša Radmanović saranno i nuovi presidenti della Bosnia Erzegovina. Milorad Dodik si avvia invece a diventare il presidente della Republika Srpska. Astensione da record, un bosniaco su due è rimasto a casa

04/10/2010 -  Andrea Rossini

Questa mattina alle 9, nel corso di una conferenza stampa, la Commissione Elettorale Centrale ha reso noto a Sarajevo i risultati provvisori delle elezioni tenutesi ieri nel Paese.

Sulla base dello scrutinio del 92, 22% delle schede, i nuovi presidenti della Bosnia Erzegovina sarebbero Bakir Izetbegović, candidato del Partito di Azione Democratica SDA, Željko Komšić, candidato del Partito Socialdemocratico (SDP), e Nebojša Radmanović dell'SNSD (Unione dei Socialdemocratici Indipendenti).

Bakir, figlio del primo presidente bosniaco, Alija Izetbegović, avrebbe vinto le elezioni per il rappresentante bosgnacco della presidenza tripartita con 150.129 voti (34, 82%), superando il magnate dei media Fahrudin Radončić, che avrebbe raccolto il 132.522 (30,7%), e Haris Silajdžić, del Partito per la Bosnia Erzegovina, con 107.168 (24, 8%).

Netta la vittoria del rappresentante croato – ma esponente socialdemocratico - alla presidenza, Željko Komšić, che avrebbe ottenuto il 60,99% dei voti (313.692 schede). Dietro di lui Borjana Krišto, dell'Unione Democratica Croata (HDZ) con soli 100.210 voti (19,48%) e Martin Raguž (HDZ 1990) con 55.092 voti (10,77%). Sembra dunque che i due partiti croati di ispirazione nazionale, HDZ e HDZ 1990, non avrebbero comunque potuto riportare la vittoria  contro il candidato socialdemocratico neppure se avessero corso uniti.

Nebojša Radmanović, esponente dell'SNSD, avrebbe invece ottenuto la carica di presidente come rappresentante serbo con il 49,90% dei voti staccando di poco Mladen Ivanić, della coalizione "Zajedno za Srpsku", con il 46,91%.

Le elezioni sembrerebbero dunque mostrare un consolidamento del potere dell'SNSD di Milorad Dodik in Republika Srpska (sarà lui secondo le prime proiezioni il nuovo presidente dell'entità) e una forte affermazione dei Socialdemocratici nella Federazione. Il dato più interessante è però quello che riguarda la partecipazione al voto. Un bosniaco su due si è infatti astenuto dal votare. Secondo i dati riportati questa mattina dal sarajevese Oslobođenje, su 3.076.049 elettori hanno votato solo 1.689.063 (54,91%).  La percentuale di non voto è ripartita abbastanza equamente nelle due entità. In Federazione, su 1.894.663 elettori hanno votato 1.042.279 (55,01%), mentre in RS su 1.128.997 hanno votato 613.450 (54,34%). Il “record” di votanti sarebbe quello registrato nel distretto di Brčko, dove su 52.389 iscritti alle liste si sono presentati ai seggi in 33.307 (63,58%). La maglia nera (massima astensione) sarebbe invece stata registrata a Zenica (39,21%). Alle elezioni del 2006 aveva votato il 55,31 degli elettori, mentre nel 2002 il 55,5%.

Secondo diversi media bosniaci, infine, un dato allarmante sarebbe quello relativo alle schede considerate non valide. Secondo la presidente della Commissione Elettorale Centrale (CIK), Irena Hadžiabdić, il numero supererebbe infatti le 100.000.

La campagna elettorale, secondo diversi osservatori, si è svolta all'insegna del fair play, senza che si registrassero particolari episodi di tensione etnica o il ricorso a espressioni di odio da parte dei diversi candidati, fatta eccezione per il cosiddetto incidente di Dodik a Srebrenica. Più che segnalare la pacificazione del Paese, e un compiuto processo di elaborazione del suo recente tragico passato, il dato del fair play sembra però evidenziarne la divisione. Ogni partito si rivolge infatti al proprio elettorato ormai nettamente definito su base etnico/nazionale o delle entità. Unica rilevante eccezione, in questo scenario, è stata quella rappresentata dal partito del premio Oscar Danis Tanović, Naša Stranka, alleatosi in RS con il partito del sindaco di Foča, Krsmanović. Più significativa, dal punto di vista dei risultati, la posizione del partito Socialdemocratico (SDP), che però sembra ormai configurarsi  come un partito della sola Federazione.